La difesa di Stella Boggio ha presentato la richiesta di accesso al rito abbreviato, pur sapendo che è inammissibile. La 33enne di Limbiate sarà processata per l’omicidio del compagno, il 38enne di Arese Marco magagna, avvenuto lo scorso 6 gennaio con una coltellata al petto al termine di una lite.
Uccise il compagno con una coltellata: processo in Corte d’Assise
Una richiesta inammissibile: data la gravità dell’accusa, omicidio aggravato dal vincolo di relazione affettiva, il giudizio spetta alla Corte d’Assise.
L’istanza, tuttavia, pur essendo non ammissibile anticipa quella che sarà la probabile strategia difensiva nel processo, che prenderà il via il 17 settembre a Monza, sull’uccisione del 38enne di Arese Marco Magagna, avvenuta a Bovisio Masciago nella mansarda in cui la coppia viveva di fatto in via Tonale la notte dell’Epifania: cercare di ottenere un ridimensionamento dell’accusa.
Puntare, per esempio, all’eccesso colposo di legittima difesa, come era stato qualificato il fatto dal gip in sede di convalida dell’arresto, e “recuperare” la richiesta di abbreviato, che concede lo sconto di un terzo della pena.
I fatti
La donna, attualmente, si trova agli arresti domiciliari a casa dei genitori a Limbiate. Tra i due era scoppiata una lite, al termine della quale Magagna aveva ricevuto una violenta coltellata al cuore. Boggio aveva detto di essersi dovuta difendere da un ‘aggressione da parte del compagno.
Al momento della convalida dell’arresto il gip l’aveva ritenuta pericolosa, ma le aveva concesso i domiciliari dando credito alla versione dell’eccesso di legittima difesa.
Contro tale decisione la Procura aveva fatto ricorso ai giudici del Riese di Milano, chiedendo invece che la 33enne tornasse in carcere sostenendo la tesi dell’omicidio volontario. Questa era sta riconosciuta dai giudici milanesi, che comunque avevano giudicato la misura dei domiciliari sufficiente a giustificare le esigenze cautelari.