Defibrillatori nei luoghi pubblici, legge "dimenticata"
L'episodio di Cornaredo ricorda l'importanza dei dispositivi salvavita e della formazione dei cittadini al loro utilizzo
Defibrillatori in tutti gli uffici pubblici, la legge c'è dal 2021 ma mancano i decreti attuativi.
Defibrillatori
Furono «necessarie» le morti di personaggi noti al grande pubblico sportivo come il calciatore Piermario Morosini e il pallavolista Vigor Bovolenta, morti colpiti da attacchi cardiaci mentre si trovavano sui campi da gioco, perché lo Stato italiano stabilisse che in ogni palestra dove si svolge attività sportiva sia presente un defibrillatore semi automatico. Proprio questa legge, che impone l’acquisto della macchina salvavita e soprattutto la formazione anche di personale non medico all’utilizzo delle stesse, si può dire abbia salvato la vita al cittadino cornaredese colpito dal malore nella serata di sabato nella palestra della scuola Muratori. Da tempo, però, le associazioni che si battono per limitare le morti per arresto cardiaco chiedono che i defibrillatori siano obbligatori anche in altri luoghi, come ad esempio gli uffici pubblici.
Legge promulgata nel 2021
Quel che non è noto ai più e che già dal 2019 c’è un disegno di legge che prevede l’installazione dei Dae anche negli uffici pubblici dove sono impiegati 15 dipendenti o più, e che quel progetto è diventato legge, la numero 116 del 4 agosto 2021. Il testo prevede campagne di informazione e sensibilizzazione, iniziative di formazione da promuovere in tutte le scuole italiane, in particolare il 16 ottobre «Giornata mondiale della rianimazione cardiopolmonare», e l’installazione dei Dae nei luoghi pubblici. Inoltre, l’articolo Due prevede che «gli enti territoriali possano incentivare, anche attraverso l’individuazione di misure premiali, l’installazione dei Dae nei centri commerciali, nei condomini, negli alberghi e nelle strutture aperte al pubblico». L’articolo 1 invece prevede la progressiva diffusione dei defibrillatori semiautomatici e automatici esterni nelle sedi delle pubbliche amministrazioni in cui siano impiegati almeno quindici dipendenti e che abbiano servizi aperti al pubblico, ovvero in praticamente tutti municipi del nostro territorio.
La legge, però, al momento lo è solo sulla carta. Infatti, come spesso accade, dal 2021 ad oggi non sono ancora stati redatti i decreti attuativi per questo testo. I decreti attuativi sono la seconda parte dell’iter legislativo, che segue l’attività di parlamento e governo. I decreti servono a definire aspetti pratici, burocratici e tecnici necessari per applicare quanto promulgato, e sono in capo ai singoli ministeri e ai singoli uffici competenti.
Formare i cittadini
A fronte delle tante vite salvate grazie all’utilizzo del Dae, e al contempo di fronte alle morti causate dai mancati tempestivi interventi dove mancano i dispositivi, pare sempre più fondamentale che questo iter venga completato il prima possibile, rendendo obbligatoria la presenza del Dae nei luoghi pubblici come ad esempio i municipi e provvedendo a formare sempre più persone esterne al personale medico affinché si possa garantire un pronto intervento a chi ne ha necessità.
Come ricordano i rappresentanti dell’associazione «60mila vite da salvare Altomilanese onlus», che da anni si battono per questi scopi riuscendo anche a vincere diverse battaglie contro burocrazia e indifferenza, le percentuali di vite salvate quando si utilizzano i dispositivi prima dell’intervento del personale sanitario è alta, oltre il 70%.
Un dato evidente che non si può più ignorare.