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"Auguro ai tuoi figli di morire": minacce al sindaco dopo la multa VIDEO

Ballarini nel mirino degli haters che lo insultano via social.

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Minacce al sindaco, dopo il caso della video-denuncia dell'imprenditore multato. Marco Ballarini, sindaco che, di certo, non si sottrae al confronto mediatico e che, dopo essere finito anche sui siti nazionali, è caduto nella rete degli haters. i social, che spesso sono validi strumenti i comunicazione, hanno un risvolto pericoloso e, spesso, si rivelano terreno fertile per chi cerca una valvola di sfogo per il proprio odio.  Nei giorni scorsi è toccato al primo cittadino di Corbetta, che ha ricevuto insulti, ma, cosa ancora più grave, minacce rivolte anche alla sua famiglia.

Ballarini nel mirino degli haters

"Raramente perdo le staffe, né mi faccio intimorire. Come molti miei colleghi in trincea, ricevo insulti e commenti spiacevoli. Ma siamo andati oltre alla soglia". Il sindaco ha voluto leggere alcuni commenti arrivati dopo la multa comminata a Pasquale Sirianni, la cui video-denuncia ha fatto il giro del web. "Un video che gioca sulle emozioni, che ha generato insulti e minacce".

"Auguro ai tuoi figli di morire": minacce al sindaco dopo la multa

"Sei un uomo di..., sei sindaco ignorante e non vali niente, spero tuoi figli muoiano di una malattia rara e che te la passino". Alcuni dei messaggi giunti a me personalmente e alla pagine del Comune, solo perchè ho fatto rispettare la legge. Grazie a chi per un quarto d'ora di visibilità ha vestito i panni della persona sfortunata e ha aizzato contro di me il  rancore di altri".

"Vado avanti"

Il sindaco bolla  questi odiatori di professione come "insulsi" e, ha aggiunto,  " mi spingono solo ad andare avanti per tutelare la salute dei miei cittadini e la mia città. Non tollero che qualcuno pensi di poter violare le leggi con scuse varie. Questo fango su di me e sul Comune fa capire che qualcosa di buono stiamo facendo, a qualcuno dà fastidio.  A queste persone dico che non finisce qua e ci vedremo presto". Nell'aria denunce, come già accaduto con il caso Vismara.

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