il commento di "Grando nord"

Continua l'erosione delle sponde del Ticino a Cascina Gallarata

"Accompagnati da un proprietario dei terreni abbiamo verificato di persona il continuo cedimento di intere porzioni di sponda direttamente nel Ticino"

Continua l'erosione delle sponde del Ticino a Cascina Gallarata
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Dopo periodi di siccità le piogge della scorsa settimana hanno fatto tornare, prepotentemente attuale il problema della costante erosione della sponda del Ticino nell’ansa della cascina Gallarata, nel territorio  di Cuggiono e Robecchetto con Induno.

Continua l'erosione delle sponde a Cascina Gallarata

Gianfranco Ronchi e Pietro Prina del "Grande Nord" di Cuggiono hanno voluto segnalare la continua erosione delle sponde del Ticino nei pressi di Cascina Gallarata chiedendo un intervento degli enti preposti.

"Accompagnati da un proprietario dei terreni abbiamo verificato di persona il continuo cedimento di intere porzioni di sponda direttamente nel Ticino e il costante mutamento dell’alveo nella zona interessata: nel corso degli anni ha eroso ben 120 mt di profondità di terreno. La sponda alta una decina di metri, formata sotto il suolo agrario da diversi strati di materiale alluvionale estremamente friabile, viene continuamente investita e scavata alla sua base dall’acqua del fiume creando poi il cedimento della stessa. Non vogliamo con questa nostra ergerci nel trovare una soluzione o dispensare colpe, però appare del tutto evidente che negli scorsi decenni le opere di contenimento del Ticino troppo invasive sulla sponda piemontese e la mancanza di manutenzione dello stesso hanno portato alla situazione attuale.
Ci preme evidenziare il peggioramento delle condizioni sotto l’aspetto della sicurezza: vero che il comune di Cuggiono ha prontamente bloccato con transenne il passaggio nel sentiero che in passato costeggiava la sponda del fiume, però già ora i passanti a piedi o in bicicletta lo aggirano prontamente, nei prossimi mesi poi quando il flusso di persone aumenterà la situazione non potrà che peggiorare. Desta preoccupazione la vicinanza di un metanodotto, della cascina Gallarata recentemente ampliata, da strutture ricreative e commerciali, abitazioni, della centralina delle Baragge. E il potenziale rischio a cui vanno incontro gli agricoltori e i loro pesanti mezzi con le coltivazioni a ridosso della sponda? Ancora, il danno che subiscono i proprietari dei terreni che hanno visto nel tempo continuamente diminuita la loro superficie?"

L'interruzione del sentiero lungo il fiume

"E non da ultimo, l’interruzione del sentiero priva, in modo particolare nella bella stagione, di godere appieno a residenti e turisti della bellezza del nostro “Fiume azzurro”, unico emissario del Lago Maggiore e principale affluente del Po, in una zona incontaminata del Parco del Ticino dal paesaggio incantevole.
Si hanno notizie di ultimi incontri nel 2020 tra i Sindaci, Parco del Ticino e Aipo (Agenzia interregionale per il fiume Po), da essi cosa ne è scaturito? Come mai negli ultimi decenni, dopo la realizzazione delle opere di contenimento del Ticino sulla sponda piemontese non si è intervenuti anche quella lombarda? esiste un progetto di fattibilità? Se sì quale è la tempistica di realizzazione? Rivolgiamo un accorato appello agli enti superiori che hanno competenza e capacità di spesa, affinché non si sprechi ulteriore tempo e si intervenga nella risoluzione definitiva del problema. Un invito è indirizzato a tutti i politici, di ogni schieramento, eletti sul territorio, alle associazioni ambientaliste locali e ai cittadini allo scopo di esercitare la necessaria e positiva pressione mediatica. Suggeriamo ai Sindaci di Cuggiono e Robecchetto con Induno di farsi promotori di un tavolo di lavoro con tutti gli enti superiori e i portatori d’interesse, e poi relazionare puntualmente i cittadini".

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