RESCALDINA

Omicidio Carol Maltesi, la difesa di Davide Fontana: "Gli sia dato il minimo della pena"

I difensori del reo confesso contro l'ergastolo chiesto dall'accusa. Lunedì sarà emessa la sentenza

Omicidio Carol Maltesi, la difesa di Davide Fontana: "Gli sia dato il minimo della pena"
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Omicidio di Carol Maltesi di Rescaldina, in aula parla la difesa. Lunedì la sentenza.

Omicidio Carol Maltesi, la richiesta della difesa

L'accusa aveva chiesto la pena dell'ergastolo. Lunedì è toccato alla difesa che ha chiesto di applicare a Davide Fontana, 43enne che ha confessato il brutale omicidio di Carol Maltesi, una pena nei minimi previsti dalla legge, escludendo le circostanze aggravanti e concedendo le attenuanti generiche. Per il legale di Fontana, Stefano Paloschi, l'omicidio (avvenuto durante un video hard a Rescaldina - dove abitava la vittima e Fontana - col corpo poi fatto a pezzi) non sarebbe stato premeditato, nè ci sarebbero state sevizie e crudeltà.
Fontana (ritenuto sano di mente), per la sua difesa, non avrebbe pianificato nulla: Il "gran finale" di cui parla (fingendosi un cliente) con Maltesi si riferirebbe a "un successivo video" e non in quello in cui la 26enne venne uccisa e lo stesso Fontana avrebbe stilato un elenco di video "tra cui quelli ancora da realizzare". Fontana "non si era poi preconfezionato nessun alibi", si è poi disfato del corpo in modo "maldestro, confuso e approssimativo". Per Paloschi non regge nemmeno l’aggravante del precedente rapporto affettivo che legava vittima e carnefice: "Si è trattato di una relazione durata poco più di un mesetto, non vi era una vera relazione affettiva".
E Maltesi, uccisa quando aveva deciso di trasferirsi a Verona, non per gelosia ma per un "turbamento emotivo provato e il senso di abbandono" vissuto da Fontana. Come detto, per la difesa niente sevizie nè crudeltà: "E’ più verosimile un raptus iniziale a seguito del quale Fontana, dopo le martellate, utilizzò un mezzo diverso (nota: un coltello) per portare la donna a una morte rapida".

Le parole di Fontana in aula

In aula ha preso la parola lo stesso Fontana: "So che posso sembrare parecchio distaccato e controllato ma provo un’enorme sofferenza ogni giorno, sono pentito per quello che ho fatto e non so se riuscirò mai a perdonarmi - le sue parole - Voglio chiedere scusa a tutti, in particolare ai familiari di Carol e a suo figlio". Si torna in aula lunedì 12 giugno 2023 quando sarà emessa la sentenza.

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