"Davide Fontana, dopo aver ucciso Carol, cercava ragazze per video hard"
Il 43enne che ha confessato di aver brutalmente ucciso la 26enne voleva filmarsi con altre giovani durante prestazioni a luci rosse. Le indagini: affidate le consulenze su pc e telefonini
"Davide Fontana, dopo aver ucciso Carol Maltesi, ha contattato ragazze chiedendo loro di girare film porno insieme": il racconto di un amico della 26enne di Rescaldina, brutalmente uccisa dal 43enne.
Davide Fontana e la sua richiesta di girare video
Davide Fontana, 43enne bancario in carcere per l’omicidio della 26enne Carol Maltesi (che lui stesso ha confessato di aver ucciso durante un gioco erotico nell’appartamento di lei - i due vivevano nella stessa casa di corte di via Melzi a Rescaldina -, per poi sgozzarla e farla a pezzi, conservandoli in un congelatore per poi disperderli lungo un dirupo nel Bresciano) non solo avrebbe usato il bancomat della vittima nei due mesi tra l’uccisione e il ritrovamento del corpo di Carol ma avrebbe contattato alcune ragazze chiedendo loro di girare con lui alcuni film a luci rosse.
A raccontarlo è Juan Caravella, amico di Carol, content creator di film per adulti, amico di Carol e promotore della raccolta fondi "Aiutiamo il figlio di Carol Maltesi": "Quando sulla stampa sono apparsi i tatuaggi ritrovati su quel corpo fatto a pezzi ho subito riconosciuto che alcuni erano di Carol, la conoscevo - esordisce Juan - Avevamo visto Fontana: veniva a prendere Carol dove lavorava, lei diceva che era il suo vicino di casa, che stavano spesso insieme, che lui c’era sempre per ogni cosa e si faceva portare da lui. Dopo il ritrovamento del corpo, ho chiesto ad alcune ragazze che conoscevano Carol se l’avessero sentita". Da qui la scoperta: "Una decina di ragazze erano state contattate da Fontana, quando Carol era già morta visto che Fontana ha confessato di averla uccisa a gennaio - racconta Caravella - Lui chiedeva se erano disposte a girare un film a luci rosse con lui, diceva di aver collaborato con tante ragazze e metteva il nome di 'Charlotte Angie' come “referenza” sulle sue esperienze video passate; poi, dal profilo di Carol, inviava un messaggio alle stesse ragazze chiedendo se il suo amico Davide le aveva contattate. Può essere che Fontana mandasse quei messaggi perchè voleva lavorare ma, visto quello che è successo, non si può escludere che magari poteva perdere la testa come ha fatto con Carol". commenta Juan. "Su questa vicenda non rilascio dichiarazioni» taglia secco Stefano Paloschi, avvocato difensore di Fontana.
Sempre Caravella lancia un appello a quanti possano magari saperne di più sulla vicenda di Carol: "Magari c’è qualche persona che sa qualcosa ma, magari per paura, sta tacendo. Per tre mesi Carol non si è vista, tre mesi sono tanti. Persone vicine a Carol e Davide ci sono, la scomparsa per tre mesi di una persona la si dovrebbe notare subito".
L'utilizzo del bancomat di Carol
Così come confermato da Manuela Scalia, avvocato difensore della famiglia della vittima, Fontana (che per il Gip di Brescia avrebbe ucciso Carol perchè lei voleva lasciare Rescadina), dopo la morte di Carol avrebbe utilizzato il bancomat della vittima facendo spese (benzina, ristoranti e scarpe) forse nel tentativo di non far sospettare che alla 26nne fosse accaduto qualcosa.
Il punto delle indagini
Sul fronte delle indagini, la mattina di giovedì 28 aprile 2022 sono stati conferiti gli incarichi ai consulenti per gli accertamenti sui device (telefonini e pc) di Fontana e Maltesi. Per i funerali della 26enne ci sarà ancora da attendere.