Abbiategrasso

Golgi 30 lavoratori attendono la conferma

Sono stati con contratti di somministrazione e l'istituto attende la fine dell'anno per rinnovare

Golgi 30 lavoratori attendono la conferma
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Sono 30 i lavoratori che attendono sia rinnovata la richiesta di somministrazione all’agenzia di lavoro temporaneo da parte dell'istituto Golgi Redaelli di Abbiategrasso.

Golgi 30 lavoratori attendono la conferma

Il contratto terminerà a fine anno, i somministrati potrebbero essere inseriti già nelle turnazioni di gennaio, ma, al momento, ancora non sanno se verranno confermati dalla dirigenza della struttura abbiatense di servizi agli anziani.

Lo sfogo di uno dei lavoratori

"Il contratto ci scade tra pochi giorni, a fine anno, ma dalla direzione del Golgi Redaelli non hanno fatto sapere nulla, né a noi né all’agenzia interinale da cui dipendiamo con un contratto di somministrazione. E’ frustante non sapere ancora che sarà di noi e la vicenda si sta ripetendo annualmente. Capisco ci siano tanti aspetti da tenere sott’occhio per una realtà come il Golgi, ma non costerebbe nulla avvisarci qualche settimana prima se il nostro contratto verrà rinnovato o meno".

Questo è lo sfogo di un operatore socio sanitario del Golgi, Matteo Cantù. Lavora lì da nove anni e per il secondo anno rientra nei lavoratori somministrati (circa 30), cioè che non fanno parte di un appalto esterno, il quale si può occupare solo di un determinato settore di una azienda, ad esempio il servizio di pulizia o refezione. Il contratto di somministrazione equipara ai dipendenti di una struttura, con i quali si potrà operare insieme e quindi anche poter esser spostato in base alle esigenze aziendali. Cantù, infatti, si occupa dei pazienti insieme ai dipendenti della struttura abbiatense.

le parole di Vera Addamo, segretaria generale Fp Cgil Ticino Olona

"Dal 1° gennaio 2020, solo sulla sede di Abbiategrasso, è stato abbandonato l’utilizzo di appalti esterni e si è optato per agenzie di somministrazione. Questo cambiamento ha portato vantaggi ma anche alcuni svantaggi, tra cui il più grosso è quello della precarietà. Semplificando: se prima, seppur con contratti economicamente inferiori ai dipendenti delle strutture appaltanti, il personale in appalto risultava dipendente delle cooperative e quindi garantito come durata contrattuale anche in caso di mancato rinnovo di un appalto. Le agenzie di somministrazione non danno questa garanzia, quindi Matteo dal primo di gennaio potrebbe essere senza lavoro".

"Golgi una delle realtà più disposte al confronto"

"Ora, la tematica è complessa, ma quello che preme sottolineare è la necessità di stabilità del lavoro. Le aziende che usufruiscono di questi contratti non fanno nulla di irregolare, è lo Stato che non ha saputo intervenire a supporto di questi lavoratori, garantendoli maggiormente. Tra tutte, il Golgi è forse una delle realtà più corrette e disposte al dialogo, ma alcuni problemi permangono".

Filtra ottimismo sulla questione

La sindacalista sottolinea come, anche in passato, la direzione del Golgi sia stata disponibile all’ascolto ma ribadisce che ancora meglio si deve e si può fare. Come detto, sono una trentina i somministrati in forza al Golgi, i quali attendono di sapere che ne sarà di loro. Un po’ di ottimismo filtra e probabilmente Matteo ed i suoi colleghi vedranno rinnovato il proprio contratto, ma per quanto? Verrà loro consentito di uscire da questo schema?

"Il rischio è che migliaia di persone rimangano in questo limbo per anni e anni, con le conseguenze che la precarietà causa, accessi a finanziamenti, mutui e via dicendo - spiega Vero Addamo - E’ una nuova categoria di lavoratori troppo poco tutelata ed occorrerebbe un drastico cambiamento. Sono ancora troppo poche le stabilizzazioni e relativi concorsi (per il pubblico)".

La richiesta è quella di maggiore comunicazione ed organizzazione delle aziende

Se per cambiare le norme del mondo del lavoro ci vorrebbe un intervento governativo (per cui Cgil e altri sindacati lavorano), per i 30 somministrati del Golgi di Abbiategrasso si chiede una maggiore celerità nell’informare agenzia, lavoratori e quindi sindacati sull’eventuale conferma del contratto; alle aziende non costa nulla ma per il lavoratore sospeso in quel limbo significherebbe molto.

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