Fase due: da lunedì stop autocertificazioni, circolazione libera dentro la Regione
Il decreto approvato nella notte dal Governo contiene diversi provvedimenti che entrerano in vigore dal 18 maggio. Addio autocertificazioni, circolazione libera ma dentro la Regione
Il decreto approvato nella notte dal Governo contiene diversi provvedimenti che entrerano in vigore dal 18 maggio. Addio autocertificazioni, circolazione libera ma dentro la Regione.
Il nuovo decreto: via libera a visite e incontri dentro alla Regione
Autocertificazioni addio. E via libera per incontrare i propri amici. Riaprono negozi e palestre. Questa notte il Governo Conte ha approvato il decreto che regolerà la seconda parte della Fase due a partire da lunedì 18 maggio. Non solo dunque la riapertura di bar, ristoranti e parrucchieri, ma numerosi altri provvedimenti per riaprire gradualmente il Paese.
Spostamenti liberi dentro la Regione
Via libera agli spostamenti all’interno dei territori regionali, da lunedì cadono tutte le limitazioni finora in vigore. Resta la facoltà però di definire anche da parte delle Regioni nuove “zone rosse” nelle aree dove il coronavirus è ancora forte. Si potrà quindi far visita agli amici e uscire di casa anche senza motivazioni urgenti, e senza bisogno di autocertificazioni. Restano invece vietati fino al 2 giugno gli spostamenti tra le Regioni e per l’estero salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza o per motivi di salute. Resta comunque il divieto di assembramento in luoghi pubblici o aperti al pubblico e il divieto ad uscire per i soggetti in quarantena e positivi al Covid. Dal 3 giugno anche il divieto di circolazione tra le regioni dovrebbe cadere, con facoltà per lo Stato di limitarli in relazione al rischio epidemiologico.
Attività economiche e produttive
Riapre tutto ma con regole. Negozi e attività ancora chiuse dal DPCM del 25 aprile potranno tornare al lavoro se saranno in grado di rispettare i protocolli di sicurezza proposti dalle regioni approvati ieri. Resta la possibilità di limitare le riaperture da parte dello Stato o delle singole Regioni. Queste hanno l’obbligo di monitorare con cadenza giornaliera l’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori e, in relazione a tale andamento, le condizioni di adeguatezza del sistema sanitario regionale. I dati del monitoraggio sono comunicati giornalmente dalle regioni al Ministero della salute, all’Istituto superiore di sanità e al Comitato tecnico-scientifico. In relazione all’andamento della situazione epidemiologica sul territorio, la singola regione, informando contestualmente il Ministro della salute, può introdurre misure derogatorie, ampliative o restrittive, rispetto a quelle disposte a livello statale. Come annunciato dal governatore lombardo Attilio Fontana, da lunedì in Lombardia riaprono, tra gli altri, bar, ristoranti, parrucchieri.
Sanzioni sino a 3mila euro
Il mancato rispetto dei contenuti dei protocolli o delle linee guida regionali o nazionali determina la sospensione dell’attività economica o produttiva fino al ripristino delle condizioni di sicurezza. Salvo che il fatto costituisca reato diverso da quello di cui all’articolo 650 del codice penale (“Inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità”), le violazioni sono punite con una sanzione amministrativa da 400 a 3mila euro, aumentata fino a un terzo se la violazione avviene mediante l’utilizzo di un veicolo. Nei casi in cui la violazione sia commessa nell’esercizio di un’attività di impresa, si applica inoltre la chiusura dell’esercizio o dell’attività da 5 a 30 giorni.