Botta e risposta tra l’azienda Recuperator di Rescaldina e la Nidil Cgil Ticino Olona dopo che una lavoratrice in cura per un tumore ha comunicato che l’azienda ha deciso di lasciarla a casa dal 4 novembre. E lunedì 27 ottobre il sindacato ha organizzato un’assemblea retribuita per parlare di questa situazione anche con gli altri dipendenti.
Lavoratrice malata a rischio licenziamento, Cgil: “L’azienda ripensi a questa scelta”
“Ieri pomeriggio dopo che la notizia dell’interruzione del rapporto di lavoro di Rosaria da parte dell’azienda utilizzatrice Recuperator, è stata riportata da diversi mass media la Recuperator ha emesso un comunicato stampa. Nel comunicato l’azienda conferma quanto da noi denunciato. Chi legge attentamente il comunicato nota che l’azienda conferma che la lavoratrice è assunta dal gennaio 2022, con un contratto di staff leasing”. L’azienda non dice, però, che nella somministrazione il contratto di staff leasing non ha scadenza temporale quindi la scelta di far scadere la missione il 4 novembre è stata una decisione autonoma di Recuperator che ha interrotto un rapporto di lavoro che avrebbe potuto continuare”.
Le condizioni di salute e le nuove assunzioni
“Non interveniamo sulle presunte necessità produttive, sappiamo, però, che l’azienda in queste settimane sta svolgendo corsi di formazione sulla sicurezza a 6 dipendenti, le norme prevedono che tali corsi si tengano in vista di nuove assunzioni prima dell’avvio dell’attività lavorativa. Inoltre, la lavoratrice cui è stata comunicata la fine missione è stata chiamata a formare i nuovi assunti operanti sulla linea dove lavorava. Quanto al fatto che l’azienda non conoscesse le condizioni di salute della lavoratrice, ci pare poco credibile in quanto la stessa lavoratrice (oltre ad essere stata visita dal medico competente il11/6/25) dal suo rientro al lavoro usufruiva di 2 ore di permesso INPS per 104/92 che le è stato regolarmente retribuita dall’INPS (cosa nota all’azienda che le faceva fare i turni di 6 ore e non di 8).
Comunque, la direzione di Recuperator e di Carel ora conoscono le condizioni di salute della lavoratrice; se si volesse uniformare ai principi etici di Carel e al premio Italy’s Best Employers 2026 che ha ricevuto due settimane fa avrebbe tutta la possibilità di ripensarci. Cosa che noi come sindacato auspichiamo”.
La parità di trattamento tra lavoratori
“Quanto è avvenuto è stato possibile perchè quanto contenuto nella Dlgvo 81/15, ovvero la parità di trattamento tra lavoratori somministrati e lavoratori diretti spesso non trova riscontro nella realtà. Infatti spesso siamo di fronte a Lavoratori che, oltre alla precarietà lavorativa, rischiano l’espulsione dal posto di lavoro senza alcuna motivazione, come è accaduto a Rosaria. Auspichiamo che la vicenda possa trovare una rapida e positiva ricomposizione. Siamo pronti a incontrare l’azienda per individuare una soluzione che tenga insieme il rispetto delle persone, dei diritti e delle relazioni sindacali. Siamo certi che con senso di responsabilità da tutte le parti, questo potrà avvenire”.