Operazione Boxes

Traffico di cocaina tra Novara, Turbigo e Legnano: arrestato l'ultimo componente della banda

Si tratta di un 34enne marocchino che era rimasto bloccato nel suo Paese a causa del lockdown. Al suo arrivo in nave a Genova, è scattato il blitz di Carabinieri e Polizia.

Traffico di cocaina tra Novara, Turbigo e Legnano: arrestato l'ultimo componente della banda
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Traffico di cocaina tra Novara, Turbigo e Legnano: i Carabinieri chiudono il cerchio della maxi operazione Boxes.

Traffico di cocaina tra Novara e Legnano: l'ultimo uomo è stato arrestato al porto di Genova

Gli uomini del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Legnano hanno tratto in arresto nel porto di Genova Y.B., 34enne marocchino. L’uomo era l’ultimo soggetto ancora ricercato nell’ambito dell’operazione Boxes con la quale i militari hanno disarticolato tre distinte compagini criminali che, nell’asse Novara-Turbigo-Legnano, approvvigionavano di chili di cocaina l’Alto Milanese e alcune località della provincia di Varese, Mantova e Reggio Emilia. L'arresto è stato effettuato nel pomeriggio di ieri, venerdì 19 giugno 2020.
Nella notte tra il 6 e il 7 maggio erano state arrestate 15 persone che si riferivano a un primo gruppo di spaccio all’ingrosso legnanese capeggiato da
C.O., il 33enne Legnanese detto "Kojak", e del quale facevano parte il padre, G.O., 57enne detto "d’Artagnan", la moglie 29enne albanese detta "Commessa" e due gregari: il 68enne legnanese R.S., detto "Padrino", e M.S., il 47enne legnanese detto il "Mongolese". Proprio a questo gruppo di criminali, in una ulteriore perquisizione effettuata a fine maggio erano stati sequestrati 212mila euro stivati in una cassetta di sicurezza di una banca legnanese; nel corso delle indagini gliene erano stati già sequestrati 105mila.

Il gruppo di Bellinzago Novarese con a capo "Gigante"

Un altro gruppo di trafficanti era a Bellinzago Novarese con a capo R.M., 30enne, detto "Gigante", a cui i Carabinieri avevano sequestrato già sei chili di cocaina e 105mila euro in contanti. In quell’occasione fu arrestata anche la moglie che lo aveva accompagnato a consegnare la droga a Turbigo nelle mani di J.A., italiano 38enne, detto il "Mulo"

L'anello di congiunzione tra il Piemonte e l'Alto Milanese

Quest’ultimo, con il padre E.A., 59enne, detto "Netturbino", responsabile dello smaltimento dei residui di lavorazione della droga, e sua madre M.P., 58enne, detta "Vedetta", perché uno dei suoi compiti era vigilare durante i ritiri degli ingenti quantitativi di cocaina, costituiva il terzo gruppo di trafficanti, anello di congiunzione tra il Piemonte e l’Alto Milanese.

Le auto con i nascondigli supertecnologici per la droga

Tutti e tre vennero arrestati in flagranza nel 2019, all’atto dell’ultimo ritiro da "Gigante" di quei sei chili di cocaina. Dentro l’abitazione i Carabinieri, con l’ausilio dei cinofili di Casatenovo (in provincia di Lecco) avevano trovato un altro chilo di stupefacente, 120mila euro in contanti, una pressa meccanica e delle forme per il confezionamento dei panetti di droga. In quell’occasione vennero sequestrate anche due autovetture, una Fiat Panda e una Ford Kuga, entrambe con dei nascondigli con un sistema di chiusura azionabile elettricamente per nascondere la droga. Ma il "Mulo", nel corso dell’indagine era stato notato con un’altra Ford Kuga, identica per modello e colore a quella sequestratagli. I Carabinieri l’avevano seguita per lungo tempo fino a quando egli l’aveva ceduta proprio a Y.B., il 34enne marocchino arrestato dai Carabinieri a Genova.

Il 34enne marocchino che consegnava la cocaina con il furgone della sua "boutique"

L’uomo, che nel corso dell’indagine è stato denominato "Boutique" in quanto come attività di copertura aveva una furgoncino con cui aveva venduto abbigliamento nei mercati e che teneva ancora parzialmente carico, nel corso dell’indagine era stato monitorato mentre, con la Ford Kuga ereditata dal "Mulo" effettuava ingenti consegne di cocaina, che riceveva dal suo "mentore".

Il viaggio in nave da Tangeri a Genova e il blitz nel porto

Al momento dell'esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Busto Arsizio Nicoletta Guerrero, su richiesta del pm Martina Melita che aveva condotto le indagini, "Boutique" si trovava in Marocco dove era rimasto bloccato a causa del lockdown conseguente alla pandemia di Covid-19. Ma giovedì era partito da Tangeri con una nave, destinazione Genova. Allo scalo a Barcellona i Carabinieri, in contatto con l’Interpol, avevano accertato che non fosse sceso. L’autovettura su cui viaggiava, una Opel Insigna di colore nero, era stivata sulla nave. Così è scattato il blitz a Genova dove i militari legnanesi, in collaborazione con i colleghi dell’Ufficio Polizia di frontiera marittimo e aereo di Genova della Polizia di Stato, hanno attesto che dalla nave scendessero i passeggeri, monitorando con personale a bordo il veicolo del 34enne. Incolonnati per uscire dal Porto, al controllo i militari si sono fatti avanti insieme ai colleghi e lo hanno bloccato. L’autovettura è stata perquisita. L’uomo, dopo le formalità di rito è stato rinchiuso nel carcere genovese di Marassi.

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