Cerro Maggiore

Morte sorelle Agrati, "il fratello accusato non parlerà al processo"

L'annuncio da parte dell'avvocato difensore dell'uomo accusato di aver ucciso le sorelle nell'incendio della loro abitazione di via Roma la notte del 13 aprile 2015

Morte sorelle Agrati, "il fratello accusato non parlerà al processo"
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Morte sorelle Agrati di Cerro Maggiore, l'avvocato difensore del fratello Giuseppe accusato di averle uccise: "Non lo farò parlare al processo".

Morte sorelle Agrati, "Giuseppe non parlerà".

"Non farò parlare il mio assistito durante il processo". L'annuncio è arrivato oggi, martedì 27 aprile 2021, sul finire dell'udienza del processo a carico di Giuseppe Agrati, in carcere dal novembre 2019 con l'accusa di aver ucciso le sorelle Carla e Maria nell'incendio della loro abitazione di via Roma di Cerro Maggiore il 13 aprile 2015. Annuncio fatto da Giuseppe Lauria, avvocato difensore di Giuseppe Agrati.
Il processo, nel quale il cerrese (unico sopravvissuto alla tragedia) deve rispondere di duplice omicidio aggravato e incendio, è proseguito anche oggi nel Tribunale di Busto Arsizio. Lauria, prima del termine della seduta, ha preso la parola: "Già eravamo contrari al fatto che abbia accettato di essere interrogato appena finito in carcere, ora sono contrario a far rendere testimonianza al mio assistito al processo - ha affermato Lauria - E' una persona di quasi 70 anni, è in una situazione psicologica molto compromessa, ha perso le sorelle quella notte e un altro fratello 10 giorni prima. Insomma, ha avuto una serie di avvenimenti di vita tragici. Alla luce di ciò, anche se con lui c'è un po' di disaccordo, io ho optato per non far rendere l'esame probatorio ad Agrati in quanto non è sua convenienza processuale renderlo, non vogliamo sottoporlo alla 'gogna' del pubblico ministero. Appena arrivato in carcere era stato incalzato nell'interrogatorio di garanzia e ha fatto degli autogoal".
Come detto, la scelta di Lauria non è piaciuta ad Agrati che, invece, vorrebbe parlare. Si è fatta sentire anche il pm (la Procura generale di Milano): "Ma quale gogna del pm? Queste sono parole sono un'offesa personale". Entro il 17 maggio 2021 Lauria dovrà ufficializzare la decisione presa o meno e farla pervenire al pm e alle parte civili.

Parla l'altro consulente della difesa

Sempre durante l'udienza di oggi è stato ascoltato anche dall'ingegnere Pierangelo Adinolfi che, insieme ad Alberto Bagnato, ha firmato la relazione che scagionerebbe Agrati: stando a quanto da loro esposto, l'incendio sarebbe stato accidentale (e non doloso e appiccato dallo stesso Giuseppe come sostenuto invece dal perito dell'accusa).
"Quella sera, 15 minuti da parte dei Vigili del Fuoco ad arrivare sulla scena dell'incendio, sono un tempo un po' lungo - ha dichiarato Adinolfi, che ha esperienza in ricostruzioni di eventi - esplosioni, crolli, incendi, incidenti stradali - Vi è la testimonianza di una vicina che ha asserito di aver visto le fiamme della casa degli Agrati dal suo balcone: secondo me, ha visto in realtà unicamente bagliori provenienti dal cortile. Le testimonianze possono essere sincere ma non attendibili se rese dopo molto tempo". Adinolfi ha parlato anche dei corpi delle due sorelle defunte "Sono state sottoposte ad autopsia dopo essere state in un ambiente molto caldo, risulta difficile poter accertare l'orario esatto della loro morte".
E ha esposto una tesi contraria a quella dell'accusa: "Le tracce dell'incendio e del percorso dei fumi sono perfettamente in continuità tra il piano terra e il primo piano: vi è stato un effetto camino che si è verificato quando è stata aperta la finestra della camera da letto di sopra" (per l'accusa invece vi sarebbe "discontinuità tra l'incendio al piano di sopra e quello al piano terra").
E ancora: "Dal quel che è emerso, le due donne pare non si sentissero in una situazione di pericolo imminente, se Carla è andata in bagno poteva farlo anche Maria. Non possiamo sapere cosa sia successo. Sul fatto che c'è stato un incendio generalizzato non c'è alcun dubbio; ma non so perchè Maria sia rimasta in camera da letto".
Se da una parte il pm ha fatto rilevare come quelle sul corpo di Carla potessero essere segni di ferite dovute al passaggio "nel corridoio invaso da fumo e fiamme", Adinolfi ha replicato: "L'autopsia non parla di ferite, si parla di un pezzo di carta nel cestino usato da Carla per medicarsi le ferite ma perchè quello che c'era nel cestino non è stato analizzato?".
Poco prima, Bagnato aveva ribadito: "Il software utilizzato dal consulente dell'accusa non è idoneo per questi casi perchè se si immettono dati imprecisi si avranno risultati imprecisi. E qui di dati iniziali certi non se ne hanno". Tesi questa respinta dall'accusa. Il pm ha contestato poi come nella ricostruzione grafica di Bagnato l'immobile sia rappresentato con 3 gradini anzichè 6 nelle scale., "E' qualcosa di ininfluente" la risposta del consulente della difesa. Sempre il pm: "Lei con quali dati ha elaborato i dati riguardanti i flussi del fumo?", "Con nessun software, è frutto della mia valutazione ed esperienza".

Le prossime udienze

Il processo continuerà il 18 e 25 maggio e poi il 15 giugno. Saranno ascoltati anche i periti psichiatrici.

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