CERRO MAGGIORE - IL PROCESSO

Morte delle sorelle Agrati: "Trovati punti di innesco nella casa divorata dalle fiamme"

Nuova udienza a carico del fratello Giuseppe, accusato di duplice omicidio e incendio. Vigili del Fuoco, Polizia, Italgas e Carabinieri: "Incendio doloso"

Morte delle sorelle Agrati: "Trovati punti di innesco nella casa divorata dalle fiamme"
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Morte delle sorelle Agrati di Cerro Maggiore, seconda udienza a carico del fratello Giuseppe, accusato di duplice omicidio aggravato e incendio: le relazioni dei tecnici e dei militari.

Morte delle sorelle Agrati: "Punti di innesco nell'abitazione incendiata"

A tenere ancora banco è stata la presunta "discontinuità" dell'incendio trovata al piano terra e al piano superiore. L'incendio è quello che la notte del 13 aprile 2015 interessò l'abitazione di via Roma a Cerro Maggiore e che ha causato la morte di Carla e Maria Agrati, 70 e 67 anni. Unico sopravvissuto il fratello Giuseppe, in carcere da novembre 2019 con l'accusa di duplice omicidio aggravato e incendio. 
Dopo la prima udienza di settimana scorsa, nella quale i Vigili del Fuoco intervenuti quella notte aveva ricordato come il sospettato avesse "tardato a riferire che le sorelle erano nella casa", oggi il processo è andato avanti. Davanti a giudici e avvocati, hanno sfilato altri testimoni dell'accusa.

I testimoni ascoltati

Primo ad essere stato ascoltato oggi un Vigile del Fuoco del comando provinciale intervenuto quella notte e nei momenti successivi: "Mi ricordo un particolare anomalo - ha raccontato - Sopra le scale vi era una cesta di vimini a terra contenente dei giornali non bruciati mentre il corridoio lo era. Le conclusioni del nostro sopralluogo? Non c'era collegamento tra l'incendio sviluppatosi al piano terra e quello al secondo piano. Vi erano due punti distinti".
Poi il personale di Italgas: "Non abbiamo rilevato nessuna dispersione - ha dichiarato il coordinatore tecnico della società - I contatori potevano essere stati manomessi? Direi di no". Successivamente gli agenti della Polizia di Stato incaricati di effettuare i rilievi scientifici: "C'era un 'distaccamento' tra quanto accaduto al piano terra e al primo piano - hanno riferito - La probabilità che si possano sviluppare due incendi in posizioni così lontane fanno propendere per evento doloso. Abbiamo trovato due presunti punti di innesco dell'incendio: uno in camera da letto e uno nella zona dell'ingresso. E abbiamo effettuato due tamponi, rinvenendo idrocarburi per i quali non è stato possibile accertare la categoria merceologica". Tracce di acceleranti? "Quanto rinvenuto può essere contenuto in materiale infiammabile, può aver influito il fatto che le nostre verifiche siano state fatte dopo tre settimane dall'accaduto quando queste sostanze vanno, invece, cercate nell'immediatezza del fatto" hanno affermato. La Polizia non ha avuto dubbi: "L'incendio è stato di natura dolosa". E hanno aggiunto: "Il racconto di Giuseppe Agrati mostra delle incongruenze: ha detto di aver aperto una porta e di esser stato investito da una fiammata, ma questo è un fenomeno ben conosciuto nella scienza e gli avrebbe causato gravissime conseguenze: mentre lui ha raccontato di essersi solo bruciato un po' i capelli".
Giuseppe Lauria, avvocato difensore di Giuseppe Agrati insieme alla collega Desiree Pagani, ha ribattuto: "Contatori come quello in casa Agrati posso magari aver causato quell'incendio? Da una ricerca fatta sul web ve ne sono stati e consegno questa materiale alla corte - ha affermato Lauria - Riguardo i punti di innesco: la Polizia ha detto di non sapere che vicino a quello trovato in camera vi era stato il cadavere di una delle vittime. Pensiamo che il cadavere in fiamme possa aver influito sulla propagazione delle fiamme".
Poi è stata la volta dei Carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, che di fatto hanno rifatto le indagini sentendo testimoni vecchi e nuovi, ma anche mettendo in campo intercettazioni, sequestri e altro ancora: "Rispetto a prima, abbiamo ancorato i ricordi a precisi eventi così da avere un forte riscontro temporale - hanno spiegato - Le autopsie sulle vittime hanno confermato che una donna è morta a causa del fumo, l'altra per le fiamme. Nulla è emerso dall'esame tossicologico. Entrambe potevano scappare. Durante le investigazioni, abbiamo acquisito manoscritti in cui Giuseppe Agrati parlava di fondi a cui non riusciva a tornare in possesso, è emerso il risentimento verso il nipote che ha fatto riaprire il caso opponendosi all'archiviazione. Abbiamo raccolto testimonianze che dicono come Carla, prima di morire, ha avuto acredini con Giuseppe perchè lui e rimproverava di non avergli dato i soldi per studiare Medicina. Tra Giuseppe e Maria i rapporti erano buoni, tra Giuseppe e Carla un po' meno".
Il difensore di Agrati ha chiesto: "C'è la possibilità che quella notte abbia agito un soggetto esterno?" "Le risultanze investigative non l'hanno fatto emergere" la risposta degli uomini dell'Arma. Una possibile causa esterna non ha avuto riscontro".
Martedì 9 febbraio 2021 la terza udienza.
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