Grave perdita

Massimiliano Radice non c'è più: il territorio perde il suo paladino

Punto fermo della comunità di Cassinetta di Lugagnano, da sempre schierato ed impegnato per la tutela del territorio

Massimiliano Radice non c'è più: il territorio perde il suo paladino
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Massimiliano Radice non c'è più: il territorio perde il suo paladino. Non ci possono essere altre parole per raccontare chi fosse per tutti Radice. Classe 1951, da decenni abitante di Cassinetta di Lugagnano e punto fermo della comunità, da sempre schierato ed impegnato nella tutela del territorio.

Massimiliano Radice non c'è più: il territorio perde il suo paladino

Sono giorni tristi per Cassinetta. In poche ore il borgo perde Mariuccia Cassani, poetessa che raccontava e cantava il territorio e Massimiliano Radice che il territorio lo difendeva e tutelava. Radice si è ammalato ed in pochi mesi ha perso la sua battaglia, lo sconforto in chi lo conosceva è fortissimo, pur sapendo non se la stesse passando bene. Lascia una moglie ed un figlio, Anna ed Enea, attorno a cui si sa stringendo la comunità. Una comunità che lui ha sempre voluto tutelare e proteggere da quello che avvertiva come una minaccia per la sua bella Cassinetta e per tutto l'abbiatense. L'amore e la bontà che Radice aveva per l'ambiente, lo regalava anche alle persone, che fosse per un amico di lunga data, o per un giornalista appena conosciuto.

Le parole di Massimiliano Radice, un anno fa, ad una rivista ambientalista

"Mi chiamo Massimiliano Radice, sono del 1951, vivo ad Abbiategrasso e abbiamo, mia moglie, io, e mio figlio un’azienda agricola e un agriturismo a Cassinetta di Lugagnano sulle sponde del Naviglio Grande. Da sempre ambientalista e rispettoso dei cicli dei terreni da coltivare ci rendiamo conto che il biologico, in special modo in questo periodo, è sempre più schiacciato dai grandi latifondisti che puntano sempre di più alla quantità e non alla qualità e la cosa che più fa male è che le nuove generazioni di agricoltori convenzionali sono peggio dei padri. Anche riguardo i terreni dobbiamo sempre stare attenti ai nuovi speculatori e se ciò non bastasse anche le politiche regionali/nazionale sulle infrastrutture non ci aiutano… anzi. Per fare un esempio: è dall’anno 2000, venti anni, che stiamo combattendo (per fortuna siamo in parecchi) contro una superstrada denominata Vigevano/Malpensa che devasterebbe l’ultimissimo polmone verde dell’immediata periferia di Milano. Un’opera inutile e dopo vent’anni obsoleta che ciclicamente si riaffaccia sotto lo stendardo Anas, ma nonostante una sentenza del Tar di Milano, in questi giorni riappare su alcuni giornali il “fantasma” di fattibilità di questa tangenziale".

Le parole del sindaco Domenico Finiguerra

"L'amavi tantissimo questa terra, Massimiliano. Una terra che ti deve tantissimo per la tenacia con cui l'hai difesa e promossa. Così come ti dobbiamo molto tutti noi, che oggi ci sentiamo orfani della tua sapienza e della tua abnegazione per la lotta contro la Tangenziale. Che la terra ti sia lieve Massimiliano. Un abbraccio forte ad Anna e ad Enea".

Le parole della Rete di Salvaguardia Territoriale- No Tangenziale

"Massimiliano. Le parole non sono sufficienti. Sappiamo di aver perso un pilastro. Massimiliano è stata una delle prime persone con cui abbiamo condiviso le numerose battaglie a difesa di questo territorio, uno dei primi agricoltori con cui ci siamo confrontati e da cui abbiamo imparato. Amante e profondo conoscitore di questa terra. Con lui abbiamo condiviso il "No Tangenziale" per quasi vent'anni. C'era sempre, di poche parole, sempre calmo, bonario, ma sempre determinato, non ha mai accettato lo scempio propinato dai signori del cemento. Massimiliano mancherai. Dovremo impegnarci per fare anche la tua enorme parte in questa lotta, una lotta che in questi giorni sembra destinata a diventare più dura del solito. Ci stringiamo ad Anna e Enea".

 

 

 

 

 

 

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