I funerali di Emidio Bianchi, presidente dei Combattenti e reduci e membro del Centro anziani di Cantalupo, frazione di Cerro Maggiore.
Commosso saluto a Emidio Bianchi
A salutarlo c’era tutta la “sua” Cantalupo, frazione di Cerro Maggiore. Tanta partecipazione e commozione ai funerali di Emidio Bianchi, 90 anni, presidente in carica della sezione cantalupese dei Combattenti e reduci (lo era da 10 anni), attivissimo anche nella sezione del Centro anziani e sempre presenti a ogni ricorrenza ed evento. Alle 14 di oggi, martedì 18 novembre 2025, nella chiesa parrocchiale della frazione, si sono svolti i funerali. Presente il gonfalone (listato a lutto) dei Combattenti di Cantalupo con i membri (al loro fianco anche Claudio Rossetti, presidente della Federazione Provinciale di Milano Lodi Monza Brianza dell’Ancr, Associazione nazionale combattenti reduci) così come quello di Cerro, il sindaco Nuccia Berra in fascia tricolore e il comandante dei Carabinieri di Cerro Antonino Lisciandro.
“Ci lascia in eredità una grande fede”
“Emidio era una persona sempre arzilla, a noi tutti lascia una grande eredità: il dono della fede – ha ricordato don Pierangelo Belloni durante l’omelia – E’ uno di quegli anziani che lascia una speciale eredità alle nuove generazioni, ai familiari e a tutti quanti noi. Ricordiamo ad Emidio: ‘Tu sei vivo, ora hai finalmente ritrovato la tua amata moglie Franca, sei in mezzo al tuo papà e alla tua mamma, hai amato la tua vita (anche se non è stata sempre facile), hai saputo fare la tua parte, senza fare chiasso ma con determinazione e costanza, hai messo leggerezza e buonumore in mezzo a ciò che era pesante e talvolta doloroso, non sei mai stato uno che si fermava, per te infatti era fondamentale infatti ‘andare avanti'”.
“Ha fatto rinascere la nostra sezione”
Commozione anche dalla sezione dei Combattenti e reduci: “E’ stato Emidio, anni fa, a voler voluto, con ‘testardaggine’, rimettere in piedi la nostra sezione. Abbiamo fatto molto, negli ultimi congressi lui è stato eletto presidente, anche nell’ultimo svoltosi a inizio anno. Oggi è presente anche Rossetti: è stato proprio lui a consegnare, poco tempo fa, a Emidio una medaglia e una pergamena per i suoi 10 anni di presidenza della sezione. Saputo della sua scomparsa, ho avvisato le sezioni di tutta la provincia e ci sono arrivate numerosi attestati di vicinanza: questo a dimostrazione che Emidio Bianchi era una persona benvoluta e conosciuta. E, quindi, ci mancherà”.
La famiglia: “Ora ballerai un walzer con Franca”
“Ciao Emilio, ci sarebbe tanto da dire per te – è stato letto sull’altare a nome della famiglia – Oggi ci hai radunato tutti qui, tutti con un pensiero o un ricordo per te, che hai portato in giro tanta gioia di vivere, attenzione per tutto e attenzione per tutti. Con generosità ti sei divertito e ci hai divertito, hai avuto un saluto per ogni persona che incontravi, mai banale, sempre con un sorriso o con una battuta pronta per iniziare una conversazione; mai fermo, sempre con qualcosa tra le mani da sistemare o da costruire, sempre pronto ad accogliere le occasioni per stare in compagnia e, in compagnia, ci sapevi davvero stare. E poi le passioni, soprattutto le carte e il ballo. Hai saputo trasmettere la tua inesauribile energia ed entusiasmo in ogni cosa. Con quella tua voglia di vivere avresti potuto avere non una ma mille vite: e siamo certi che non ne avresti sprecata nessuna. Hai dato tanto a tutti, sei sempre stato tanto orgoglioso della tua famiglia e, soprattutto, dei tuoi nipoti. Con ognuno di noi ha costruito un rapporto unico e speciale, portando in modo autentico e schietto la tua filosofia di vita: semplice e sana, fatta di valori importanti, di rispetto, di grande libertà, del diritto di sbagliare e di quel pizzico di ‘follia’ che accende i colori della vita. E questo non solo a parole ma, soprattutto, con il tuo esempio: con i racconti, gli aneddoti di vita vissuta nella tua Cantalupo. Tanti, da poterci scrivere un libro. Ora ci piace immaginarti in un walzer con la tua Franca. Ci piace anche immaginare che lassù troverai sicuramente un modo per fare lo ‘spaccone’ come facevi qui quando andavi in giro con lo Spider. Ci lasci la tua macchina perennemente incidentata, parcheggiata male fuori dal bar Chen, le tue cicche regalate a tutti, i gettoni delle giostre che facevano felici i ragazzini. Il tuo pensare da precursore, sempre avanti, la tua leggerezza e intensità che hai saputo vivere davvero. La tua grande eredità, il tuo dono per tutti noi, è in queste tue poche parole: ‘Per essere felice devi sempre avere qualcosa da fare’ e, soprattutto, ‘qualcuno da amare’. Ciao ‘Bianchi’, ci rivedremo quando sarà. La tua famiglia”.
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