Solidarietà

Volontaria con il naso rosso per portare il sorriso negli ospedali

Amelia Raimondi, residente a Casorezzo, si dedica agli altri facendo clownterapia: «Dopo un lutto in famiglia, ho sentito il bisogno di rendermi utile».

Volontaria con il naso rosso per portare il sorriso negli ospedali
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Si chiama Amelia Raimondi, vive a Casorezzo e ha scelto un modo diverso dal solito per fare volontariato e dedicarsi agli altri.

Con il naso rosso da clown fa la volontaria negli ospedali

E’ membro dell’associazione Vip Italia nella sua diramazione di Varese e gira per ospedali per dare un sorriso a bambini o malati psichiatrici. L’associazione, strutturata in federazione, ha 70 dislocamenti in tutta Italia sotto il nome «I colori del sorriso».

«Facciamo volontariato con la clownterapia, ci rechiamo negli ospedali, nei reparti di pediatria, nelle Rsa o in strutture per malati psichiatrici e i casi di recupero di tossicodipendenti o alcolisti. Siamo sempre alla ricerca di persone nuove perché comunque come sappiamo le Rsa aumentano sempre e quindi siamo chiamati nelle varie strutture. Quindi il mio messaggio è che se qualcuno fosse interessato a fare questo tipo di volontariato che comunque è una cosa dove ci si diverte molto e si riceve anche tantissimo di contattarci su tutti i canali social così come sul nostro sito internet».

«Tutte le nostre attività ruotano attorno alla cura»

«Tutte le nostre attività ruotano attorno alla cura come risposta al bisogno, con un'offerta di servizi diversificati, efficaci ed efficienti, al cui c'entro c'è la persona, con i suoi diritti, i suoi bisogni, i suoi sentimenti e la sua autonomia. I colori del sorriso crede nel lavoro di rete, nella collaborazione e nella partecipazione come impronta sia interna (nello scambio di esperienze professionali tra i soci), che esterna (nella gestione del rapporto con i diversi attori sociali (famiglie, organizzazioni di volontariato, associazioni e istituzioni locali), per garantire flessibilità, specificità ed efficienza a tutti i suoi servizi».

«Dopo un lutto in famiglia, volevo rendermi utile»

Amelia racconta come è iniziata questa sua avventura:

«Ho deciso di fare questo tipo di volontariato a causa di un brutto lutto avuto in famiglia. Avevo bisogno di rendermi utile per qualcosa e così avevo visto da poco tempo il film "Patch Adams" ed è venuta questa ispirazione. Ho cercato in Internet e ho trovato questa possibilità e quindi mi sono data da fare».

Nulla è improvvisato, per fare clownterapia serve un corso

Per diventare volontari della clownterapia bisogna fare un corso:

«Ci sono dei veri e propri colloqui di conoscenza e solo se i clown che costituiscono già il direttivo decidono che sei pronto per fare questo tipo di volontariato allora si fa un altro corso che ha la durata di un weekend dopo il quale si può partire a fare il servizio nelle varie strutture. Ci sono delle volte in cui è più difficile, ad esempio per la pediatria, come mi è capitato di recente a Busto Arsizio. C’erano tantissimi bambini e lì si stringe un po' il cuore, ma tutte le strutture nella loro dimensione hanno delle difficoltà, ognuna che ti dà qualcosa di diverso».

 

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