E’ cominciata la Festa patronale a Malvaglio, frazione di Robecchetto con Induno. E lo ha fatto ospitando nella serata di ieri, giovedì 4 settembre, l’arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini.
L’occasione del centenario della parrocchia locale
L’occasione è stata quella del centenario della dedicazione della chiesa parrocchiale. Proprio qui l’arcivescovo ha tenuto il suo discorso. Discorso che ha posto l’accento sulla parola “passaggio”:
“Il cielo e la terra possono anche passare ma neppure un trattino della legge del Signore verrà meno. Cosa rimane: la parola, il verbo di Dio, perché la legge di cui parla Gesù non è un codice di comportamento e nemmeno un regolamento per consentire una convivenza beneducata. Ma è la rivelazione dell’alleanza. Se tutto passa, l’alleanza con Dio resta. La verità affidabile è Gesù, possiamo trovare in lui la roccia su cui costruire una casa che non crolli, che la vita non sia un girovagare disperato tra le contraddizioni della storia”.
Continua il messaggio di Delpini
Sempre Delpini è sceso nei particolari di questo messaggio:
“Tutto passa, passano il cielo e la terra, il mondo con la sua concupiscenza. Passano gli anni, la giovinezza, la bellezza. Talvolta questo tutto che passa si vive come un sollievo, perché passa anche la malattia e si guarisce. Passa la litigata e poi si è amici come prima. Passa la crisi e poi si riprende a lavorare, finiscono gli esami e si passa alla vita adulta. Passare che è motivo di angoscia. Tutto passa, tutto finisce. Finisce anche la passione di amore e il convivere diventa un noioso tirare avanti. Finisce anche il sogno di una famiglia felice e i figli se ne vanno per la loro strada. Passano le occasioni per incontrare la persona giusta e si rimane soli. Passano gli anni e muoiono le persone care. Per molti la precarietà è una condizione piacevole. E’ più divertente dell’impegno definitivo. Stare con una persona e poi lasciarla quando la continuità diventa noiosa. Fare una famiglia, avere dei figli è un impegno, impedisce di andare e venire e fare altre esperienze, abitare in un posto e poi cambiare, essere parte di una comunità e poi andare via. Non assumersi responsabilità che siano senza scadenze. Provare una cosa e poi l’altra. Provare un lavoro e poi l’altro senza mettere radici da nessuna parte. La precarietà è una strada di solitudine. Non ho legami quindi sono libero. Ma in verità tu non hai legami e sei solo. Noi celebriamo il centenario della dedicazione di 100 anni di questa chiesa. Cento anni di fedeltà e continuità, una vita della comunità che chissà da quanti secoli esiste. Cento anni per dire che non è vero che tutto passa. Occasione per ringraziare di tutte le grazie ricevute in questa chiesa e anche nelle altre comunità”.
La festa patronale non si ferma
La festa patronale non si ferma qui. Stasera, infatti, ci sarà l’incontro con il vicario episcopale don Luca Raimondi. Sabato 6 ci sarà la cena in piazza, che sarà animata da Dream to dance con Chiara e Fabrizio. Alle 21, invece, sarà l’ora del concerto del Trio Laura Valeri con «Give peace a chance». Gli altri appuntamenti di riflessione e di festa culmineranno nella messa patronale di domenica 7 settembre, alle 9.30, e nella processione cittadina delle 20.30. Un ricordo particolare sarà rivolto a don Francesco Cameroni, scomparso 10 anni fa, durante l’Ufficio dei defunti di lunedì 8 settembre, alle 20.30, al cimitero.