Tre medici in pensione, ne arriva solo uno
Due medici di medicina generale e un pediatra vanno in pensione, in sostituzione ne arriva solo uno
A Cornaredo, il 31 dicembre 2022 tre medici sono andati in pensione. Di sostituti, ne è arrivato solo uno.
Medici di base
Dopo essere capitato ai residenti di Pregnana, di Pogliano, di Novate, di Baranzate, di Pero, tocca ora anche ai cittadini cornaredesi scoprire sulla propria pelle la tanto discussa e irrisolta problematica della carenza dei medici di base.
Il 31 dicembre 2022 il dottor Luciano Rovelli e la dottoressa Fiorenza Panigo, medici di medicina generale, così come il pediatra dottor Ermenegildo Marciante sono andati in pensione. Quest’ultimo, si dedica ora solo alla professione privata. La dottoressa Panigo è stata sostituita, con i suoi pazienti automaticamente dirottati sul nuovo medico giunto in città, la dottoressa Federica Maino che ha preso servizio il 2 gennaio nello stesso ambulatorio. Il dottore incaricato della sostituzione del dottor Rovelli, invece, ha rinunciato all’incarico, e non è stata trovata altra soluzione.
A Cornaredo
Un problema per oltre 1500 persone, che si sono trovate, da un giorno all’altro, senza il proprio storico riferimento in termini di salute. Anziani, disabili e magari anche persone colpite dai malanni stagionali si sono così trovati al primo dell’anno a rincorrere sul proprio fascicolo sanitario online o in farmacia gli ultimi posti ancora disponibili fra gli altri medici dell’ambito distrettuale, che comprende i comuni di Cornaredo, Settimo, Pregnana, Vanzago e Pogliano. Ats ha ricordato la presenza in città della dottoressa Laura Pitrè in qualità di incaricata provvisoria, con una disponibilità di circa 500 posti, e ha comunicato che nell’ambito ci sono sufficienti posti per coprire i pazienti rimasti orfani del dottor Rovelli. Per molti, ovviamente in particolare per chi fra quei 1500 pazienti ha necessità frequenti di contatti e confronti con il proprio dottore, si è trattato di uno shock. Tante le parole spese per denunciare il problema che ormai ciclicamente, coinvolgendo di volta in volta i 1500 pazienti «malcapitati», sorge quando un medico di medicina generale raggiunge la pensione e non viene sostituito, obbligandoli a cercare loro un nuovo dottore nell’ambito territoriale disegnato da Ats.
La suddivisione in ambiti fra l’altro porta a una particolarità: quando l’anno scorso si trovarono senza medico i cittadini di Pregnana, essi poterono scegliere i medici di Cornaredo. Ora che accade a Cornaredo, i cornaredesi devono scegliere i medici ad esempio a Settimo. «Una situazione paradossale» evidenzia il sindaco di Cornaredo Yuri Santagostino.
Problema complesso
Il problema, al momento, è di difficile soluzione.
Il numero di medici di medicina generale a un passo dal raggiungimento della pensione è alto, il numero di giovani dottori che hanno scelto questo tipo di specializzazione è insufficiente a coprire il vuoto che verrà creato. La ragione è molto semplice: il giovane professionista ha poca convenienza a specializzarsi in questo settore, sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista della mole e della qualità del lavoro che si troverà ad affrontare. E salvo quindi i pochi, rari e preziosi casi di medici che mettono la «vocazione» davanti a tutto, la maggioranza segue legittimamente la direzione indicata e «suggerita» dal sistema sanitario italiano, che spinge verso la specializzazione ospedaliera. Un’emergenza tale (ovviamente ampiamente preventivata come sempre accade in Italia), per cui se anche la politica dovesse ipoteticamente trovare una soluzione valida già da domani, richiederebbe comunque anni affinché si concretizzasse nella quotidianità dei cittadini.
Il rapporto Agenas
Eppure, di medici in Italia ce ne sono, anche e più che in altre realtà europee. L’emergenza riguarda principalmente i medici di medicina generale, e gli infermieri.
Nel rapporto di ottobre 2022 sul «Personale del Servizio Sanitario Nazionale», infatti, Agenas (Agenzia nazionale per i Servizi Regionali Italiani) scrive: «Dal confronto con le medie dei paesi europei emerge che attualmente il personale sanitario italiano rapportato alla popolazione è caratterizzato da un numero complessivo di medici congruo e da un numero di infermieri insufficiente. Nell’ambito del personale medico risultano carenti alcune specializzazioni. La carenza principale riguarda i Medici di medicina generale che sebbene rapportati alla popolazione siano apparentemente sufficienti, risultano inferiori rispetto alle medie EU e non omogeneamente distribuiti sul territorio, risultando carenti nelle aree a bassa densità abitativa o caratterizzate da condizioni orografiche o geografiche disagiate. Il protrarsi del blocco delle assunzioni, interrompendo la regolare alimentazione dei ruoli, ha determinato l’innalzamento dell’età media del personale e il conseguente fenomeno della “gobba pensionistica”. Tale fenomeno, sebbene riguardi tutto il personale sanitario, appare naturalmente più minaccioso per i profili professionali già carenti. Le due categorie più a rischio appaiono essere i MMG e gli infermieri. Gli interventi limitati all’incremento dell’offerta formativa in altri paesi europei si è rivelato parzialmente inefficace. Ove si consideri che questi due profili professionali sono gli assi portanti di qualsiasi operazione di potenziamento delle attività sanitarie di prossimità, si ritiene necessario abbinare all’incremento dell’offerta formativa un sistema di incentivi in grado di rendere attrattive tali figure professionali in termini di riconoscimento sociale oltre che economico. I provvedimenti emergenziali adottati nel corso della pandemia non hanno prodotto significative correzioni delle consistenze di personale “infermieri” e “MMG”. L’offerta formativa delle diverse scuole di specializzazione è stata sensibilmente incrementata a partire dal 2018. Gli effetti di tali incrementi saranno apprezzabili da cinque a sei anni dopo, quindi a partire dal 2023. Per il quinquennio 2022-2027 l’offerta formativa delle varie scuole di specializzazione sarà in grado di assicurare, a legislazione costante, il numero di pensionamenti prevedibile per lo stesso periodo».