L'ex portiere Stefano Tacconi lascia l'ospedale
L'ex portiere ha lasciato l'Azienda Ospedaliera di Alessandria per terminare l'ultima fase riabilitativa in una struttura più vicina a casa.
L'ex portiere della Juventus e della Nazionale Stefano Tacconi, residente a Cusago, ha lasciato l'ospedale Borsalino di Alessandria, in cui era ricoverato da circa 8 mesi.
Stefano Tacconi lascia l'ospedale
Tacconi era stato ricoverato ad aprile 2022 a seguito di un'emorragia cerebrale da rottura di un aneurisma. Oggi, mercoledì 22 marzo, a un anno di distanza dal triste episodio che ha sconvolto la sua vita e quella dei familiari, Stefano Tacconi ha lasciato l'Azienda Ospedaliera di Alessandria per terminare l'ultima fase riabilitativa in una struttura più vicina a casa.
Dopo essere stato operato dall'equipe del Direttore di Neurochirurgia Andrea Barbanera, con il supporto del neuroradiologo Ivan Gallesio, e ricoverato a lungo prima in Rianimazione, diretta da Fabrizio Racca, e poi proprio nel reparto di degenza, è entrato al Borsalino a luglio e ne è uscito qualche giorno fa a seguito di un intenso lavoro riabilitativo.
Le parole del direttore Perrero
Ha spiegato Luca Perrero, Direttore di Neuroriabilitazione:
"Il percorso di Stefano Tacconi è stato sorprendente, con un progressivo miglioramento dal punto di vista motorio, respiratorio e cognitivo, grazie alla collaborazione di tutto il team infermieristico e della sua Coordinatrice, fisioterapico, logopedico, psicologico e degli oss. Sicuramente la tenacia, l'impegno, l'umore e la notevole prestanza fisica hanno facilitato il recupero. che in questi mesi ha visto un lavoro costante su tutti i piani, utilizzando sia le palestre sia i laboratori occupazionali della struttura, dove ha espresso capacità e interessi, come quello per la cucina, che erano presenti nella sua vita quotidiana precedente all'episodio traumatico".
Ora, raccontano dalla Neuroriabilitazione mangia di tutto e in modo autonomo.
"Ha riacquistato anche la sua ironia"
La precedente carriera sportiva di Stefano Tacconi e il suo carattere perseverante, come accennato, hanno avuto un ruolo fondamentale nel recupero. Ha sottolineato il dottor Perrero:
"Non solo dal punto di vista fisico, che lo vede oggi camminare con il supporto del deambulatore e alle volte della sedia a rotelle, ma anche nel riacquistare l'ironia e l'autoironia, ricordando molti aneddoti legati alla carriera. Un recupero che è passato anche attraverso l'utilizzo della palla come attrezzo di riabilitazione, la lettura di quotidiani sportivi e la visione dei mondiali di calcio alla televisione, con commenti e battute insieme all'equipe e agli altri degenti".
Un recupero raggiunto anche grazie alla costante presenza e alla collaborazione attiva dei familiari di Tacconi che, come ha ricordato il dottor Luca Perrero, "ci hanno aiutati a capire chi era Stefano e come andava preso in carico per un corretto trattamento personalizzato".