INTERESSANTE INCONTRO

«Io, incappato in una mina anti uomo»: padre Pozzi racconta il terribile incidente

Visita speciale a Inveruno dove il missionario ha parlato dell’esperienza vissuta nella Repubblica Centrafricana

«Io, incappato in una mina anti uomo»: padre Pozzi racconta il terribile incidente
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«Io, incappato in una mina anti uomo»: padre Norberto Pozzi racconta il terribile incidente durante la serata trascorsa a Inveruno, in occasione della tradizionale cena di beneficenza.

Il viaggio del missionario nella Repubblica Centrafricana

Missionario in Repubblica Centrafricana per l’ordine dei Carmelitani Scalzi, padre Norberto Pozzi è stato protagonista di una terribile avventura. Durante il viaggio da un villaggio all’altro con la sua jeep è incappato in una mina antiuomo, l’auto è andata distrutta e lui ferito gravemente, perdendo un piede. In Repubblica Centrafricana dal 1995 nella missione a Bozoum, non si aspettava questa brutta disavventura, alla quale è sopravvissuto pur con notevoli problemi di salute.

Padre Norberto Pozzi si è raccontato a lungo durante l'incontro a Furato

Il racconto alla cena di beneficenza

Presente alla tradizionale cena di beneficenza al ristorante Piatto d’Oro di Furato, cui hanno partecipato 170 persone, cena promossa dalla famiglia Ghiringhelli (titolare dell’attività), padre Pozzi ha raccontato la disavventura.

«Mi stavo spostando da Bozoum, come capita spesso, per andare a vedere delle scuole in alcuni villaggi, si viaggiava tranquilli perché sapevamo che i terreni minati erano più a nord, invece improvvisamente lo scoppio – ha spiegato padre Pozzi – Sono svenuto e mi hanno accompagnato in moto all’ospedale di Bozoum, dove fortunatamente avevano delle sacche di sangue e mi hanno fatto trasfusioni e pulito la ferita al piede. Senza quelle trasfusioni non so se sarei sopravvissuto. Da lì sono stato trasferito nella capitale Bangui all’ospedale militare dell’Onu dove mi hanno medicato. Il piede era però maciullato, impossibile salvarlo così sono stato trasferito in un ospedale dell’Uganda dove l’arto è stato amputato. Sono stato poi mandato in Italia a Bologna dove sono tutt’ora in cura per applicare una protesi. E’ stata una situazione veramente inaspettata ma sono fiducioso di poter tornare a camminare. Mi piacerebbe tornare ancora in Africa, almeno una volta per vedere le scuole e i miei sacerdoti».

I fatti risalgono al febbraio dello scorso anno e il missionario sta curando la gamba per arrivare alla situazione ottimale per l’operazione della protesi.

Cinque le missioni lanciate da padre Pozzi

Negli anni padre Pozzi con gli altri frati ha fondato cinque missioni, costruito due parrocchie e tre case di formazione per sacerdoti. In queste scuole vano a lezione numerosi bambini e le lezioni sulla fede cristiana hanno dato i loro frutti e oggi si contano 15 sacerdoti/frati locali che hanno un’età che va dai 32 ai 53 anni. Ancor prima di diventare sacerdote è stato nella Repubblica Centrafricana come missionario laico per otto anni a partire dal 1980. In quegli anni si è occupato dell’educazione dei bambini. Tornato in Italia ha studiato, è diventato sacerdote e ha abbracciato la famiglia dei Carmelitani Scalzi. Nel 1995 è tornato a Bozoum e ha lavorato nella missione fino alla brutta avventura di cui è stato protagonista. «Purtroppo si convive con queste situazioni di guerriglia e le mine antiuomo sono un grave pericolo ma per fortuna sono qui a raccontare la mia brutta avventura» ha aggiunto padre Pozzi.

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