Viaggio a pedali

In bici in Argentina sulle tracce degli emigrati: "Incontri toccanti"

Carlo Motta di Cuggiono ed Enzo Bernasconi di Cesate accolti dai discendenti di italiani che scelsero di (o furono costretti a) salpare per il Sudamerica.

In bici in Argentina sulle tracce degli emigrati: "Incontri toccanti"
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E’ tempo di incontri con associazioni e discendenti di immigrati italiani per Carlo Motta ed Enzo Bernasconi, i due ciclisti (rispettivamente di Cuggiono e Cesate) impegnati in una pedalata di 5mila chilometri in Argentina sulle orme della nostra emograzione.

Carlo Motta ed Enzo Bernasconi accolti in Argentina dalle comunità di emigranti

I due amici hanno percorso un pezzo di Argentina con le loro biciclette con il telaio in legno, pedalando sulla mitica Ruta Nacional 40. Raggiunta Cordoba sono stati al Consolato Italiano dove sono stati accolti da una dozzina di persone in rappresentanza delle comunità di emigranti presenti in città.
Racconta Motta:

"Abbiamo parlato del nostro viaggio e delle nostre biciclette speciali, ascoltato i racconti di emigrazione e la console Giulia Campeggio è stata con noi per tutto il tempo, partecipando interessata alla discussione".

L'incontro con Susanna Brusatori, figlia di Mario, emigrato da Vanzaghello

A Buenos Aires gli incontri più emozionanti. Il primo con Susana Brusatori, figlia di Mario, emigrato in Argentina da Vanzaghello. Il padre all’inizio lavorò come saldatore a Mendoza e poi come carrozziere per la manutenzione delle auto della società telefonica di Buenos Aires.
L’altro incontro è con Vera Vigevani, milanese di nascita, classe 1928, costretta con la famiglia a emigrare a seguito delle leggi razziali. Vera è cofondatrice di uno dei più famosi movimenti per i diritti umani, quello delle Madres de plaza de Mayo, conosciuto in tutto il mondo per i panuelos (i fazzoletti bianchi) che portano in testa.

E quello con Vera Vigevano, tra le fondatrici delle Madres di plaza de Mayo

Spiega Motta:

"Vera è una donna gracile e minuta, la sua voce è delicata e allo stesso tempo decisa, puntuale in ogni parte del racconto. Con continui salti di tempo e di spazio, senza tentennamenti su un nome, una data, ci accompagna in una narrazione piena di aneddoti, le esperienze fatte con le madres. E’ curiosa del nostro viaggio, delle bici. Due ore di lectio magistralis su diritti, politica, società. Facciamo fatica a staccarci e dopo averla salutata elaboriamo il nostro turbamento convinti che la Casa Rosada (sede della presidenza della Repubblica argentina) sia di quel colore anche perché ha assorbito il sangue innocente dei desaparecidos".

 

Nella foto di copertina: Carlo Motta ed Enzo Bernasconi insieme a Vera Vigevani (al centro), cofondatrice delle Madres de plaza de Mayo

 

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