Corso di vanga: si insegna l'arte del «maestro camparo»
Un mestiere per tutelare il territorio
Come usare la vanga? Non è una battuta, ma una delle iniziative meglio riuscite del Parco del Ticino che ha avuto luogo nelle campagne di Ozzero.
Tradizioni del territorio
Prosegue la testimonianza degli antichi saperi dell’agricoltura della Valle del Ticino. A Ozzero si è tenuto l’ultimo incontro del corso “Gestire il paesaggio di prati e acque: campari si diventa” organizzato da Politecnico di Milano, Cooperativa Cascina Biblioteca e Parco del Ticino. I “maestri campari” del Ticinohanno condotto i partecipanti alla scoperta della manualità del badile in marcita.
Undici “maestri campari” hanno spiegato come si regola l’acqua in marcita e, soprattutto, coinvolto i partecipanti in questa azione che da secoli si ripete nella pianura lombarda.
Oltre al significato simbolico che riveste il camparo, lavoratore guardiano delle acque, la giornata di mercoledì è stata l’occasione per riflettere sulla grave siccità del 2022 e soprattutto sul ruolo che la circolazione dell’acqua invernale e primaverile riveste per la ricarica delle falde. “Oggi più che mai occorre far capire come ai cambiamenti climatici si devono contrapporre azioni e pratiche agricole semplici, ma efficaci - spiega Claudio De Paola, Direttore del Parco del Ticino - Nella pianura irrigua è proprio usando l’acqua che arriva dalle montagne e scorre nei canali che si rallenta la sua corsa verso il mare, immagazzinandola nella prima falda. Abbiamo un grande invaso già disponibile, il Lago Maggiore, che va utilizzato appieno per questa funzione, e possiamo sfruttare al meglio le falde ricaricandole durante l’inverno in modo che l’acqua sia poi disponibile per le coltivazioni estive”.
La gestione delle marcite
Lunghi periodi siccitosi purtroppo ci aspettano nei prossimi anni: il ruolo degli agricoltori sarà molto importante per affrontare le crisi idriche preparati. “Agli agricoltori - ricorda Silvia Bernini, Consigliere all’Agricoltura del Parco del Ticino - va la nostra riconoscenza per la produzione di cibi e alimenti per l’uomo e per il loro ruolo di custodi del territorio. Il compito delle istituzioni è quello di aiutare le aziende a fare scelte colturali adatte alle loro esigenze produttive, ma insieme utili per l‘adattamento al clima che cambia: per fare questo non è più possibile fare scelte individuali, ma serve invece mettere in campo azioni comuni utili all’intero comprensorio agricolo. Per questo serve il sostegno pubblico: dalle prime anticipazioni, sembra che il nuovo PSR di Regione Lombardia conterrà misure di finanziamento che vanno in questa direzione”.