Ben 200 persone in corteo per la Palestina: "Stop al genocidio a Gaza"
Grande partecipazione per la manifestazione che ha sfilato anche lungo il Sempione: "Opponiamoci tutti al genocidio in corso a Gaza"
Ben 200 persone al corteo per la pace in Palestina organizzato a Nerviano.
In 200 per il cessate il fuoco in Palestina
"Cessate il fuoco", "Nerviano per la Palestina-Cessate il fuoco", "No justice no peace, Palestina libera", "L'ultimo giorno di occupazione sarà il primo giorno di pace". Queste le scritte degli striscioni che hanno sfilato per il corteo "Cessate il fuoco" andato in scena nel pomeriggio di ieri, domenica 26 novembre 2023 a Nerviano: partenza dal cimitero di Garbatola per sfilare lungo il Sempione e arrivare al parco dell'ex Meccanica. Ben 200 i partecipanti per l'evento promosso dai Giovani palestinesi d'Italia, Comunità palestinese lombarda, associazione Nabad, Amnesty internationale di Legnano, Solaro, Arese e Saronno, Gulliver, PuntoRosso, Vento di terra onlus, Rifondazione comunista, Associazione culturale nervianese, Si Cobas, Legambiente Nerviano e Parabiago, Sos Fornace di Rho, Giovani democratici Altomilanese, Collettivo La sciloria, BiciPace, Movimento Alt! laboratorio di quartiere Mazzafame Odv, circolo Santa Teresa di Mazzafame e Alleanza Verdi e sinistra. "Così come abbiamo pianto i morti israeliani il 7 ottobre, da 45 giorni guardiamo inorriditi immagini di morte e ascoltiamo impotenti grida di dolore e aiuto che ci arrivano da Gaza e da tutti i territori palestinesi occupati - hanno ricordato Federica Rovellini ed Andrea Lazzeri, tra i promotori - Stiamo assistendo a una continua violazione del diritto internazionale umanitario e a ripetuti crimini di guerra, come l’assedio dell’ospedale Al-Shifa, che ha causato la morte di neonati nati prematuri, bombardamenti contro le scuole Unrwa, dove avevano trovato rifugio civili palestinesi, l’uccisione di giornalisti palestinesi e libanesi, lo spostamento forzato di un milione di Gazawi. Per queste ragioni diciamo a gran voce: cessate il fuoco!". Il corteo, sul Sempione, si è fermato anche davanti allo stabilimento della Leonardo, "partner strategico del complesso militare-industriale di Israele, con la conseguenza che è coinvolta in qualità di fornitore e fruitore delle tecnologie militari israeliane nella violenza contro la popolazione palestinese" hanno ricordato i manifestanti. Presente anche il sindaco Daniela Colombo al quale il corteo ha chiesto "di fare pressione a livello regionale e nazionale affinché le
nostre voci non rimangano inascoltate, vogliamo che il nostro Governo si impegni per un cessate il fuoco immediato e che si unisca ai 139 Paesi del mondo che riconoscono lo stato di Palestina. L’astensione dell’Italia
innanzi a tanto orrore non può essere tollerata".
Le parole dei Giovani palestinesi
"15mila morti palestinesi, di questi 5mila sono bambini, uccisi anche operatori sanitari, 72 giornalisti, 108 operatori umanitari delle Nazioni unite, 7mila dispersi sotto le macerie, 36mila i feriti, 1.7 milioni di persone - hanno ricordato i Giovani palestinesi nei discorsi all'ex Meccanica - Siamo qui per ricordare ognuna di queste persone, ogni singola vita: non sono numeri, sono vite, sono sogni e noi siamo qui per onorarli, per onorare i nostri martiri. Mentre il genocidio si scatena sotto i nostri occhi, le parole diventano insufficienti. La deumanizzazione della stampa ci soffoca. Non abbiamo fiducia in nessuno dei governi internazionali che sono stati profondamente complici dell'impresa coloniale israeliana e dell'attuale genocidio. Nessuna fiducia verso l'Europa che sembra non aver imparato nulla dalla propria storia. Abbiamo fiducia nelle persone che, nel mondo, non smettono di manifestare, di resistere, di ricordare a Gaza e al popolo palestinese che noi ci siamo, che noi non dimentichiamo. Dobbiamo organizzare modalità di resistenza contro questo annientamento della vita, contro la guerra, contro i tentativi di farci tacere".
E ancora: "Ci parlano di tregua ma state attenti perchè il genocidio non è finito qui: il sionismo fascista e terrorista ho ha nessuna intenzione di fermarsi. Gli israeliani liberati vengono descritti come ostaggi mentre i palestinesi sono prigionieri; i minori israeliani trattenuti da Hamas sono descritti come bambini mentre i bambini trattenuti da Israele da decenni come minori. Ogni anno ci sono da 500 a 1000 bambini palestinesi detenuti dall'esercito israeliano: i cosiddetti prigionieri palestinesi sono tutti ostaggi, rapiti dalle loro famiglie, per la maggior parte senza nessuna accusa, giudicati da tribunali militari e legge marziali. Non sono prigionieri. La maggior parte dei bambini palestinesi vengono picchiati, ammanettati e bendati durante l'arresto, interrogati in luoghi sconosciuti, senza assistenza e privati di cibo, acqua e sonno e dell'accesso a un consulente legale. Israele è l'unico paese al mondo che processa sistematicamente i minori nei tribunali militari. E l'Italia è complice: dal 2013 esporta armi in Israele per un valore di 120 milioni. Due giorni fa il Ministro della Difesa Guido Crosetto ha fatto visita al suo omologo israeliano, primo responsabile del genocidio a Gaza per ribadire il supporto indiscriminato dell'Italia a Israele e il desiderio di aumentare gli accordi tra i due Paesi. I Giovani palestinesi d'Italia denunciano i crimini commessi nella complicità del mondo, che nel silenzio pubblicizza la nostra pulizia etnica. Vogliamo resistere per la nostra libertà, unitevi a noi per una Palestina libera".