EFFETTO PLACEBO

Angelo Branduardi canta nella sua Cuggiono e si prende le chiavi della città

Il ritorno del cantautore cuggionese con oltre due ore di musica non stop durante il concerto "Confessioni di un malandrino" andato in scena nella serata di ieri, sabato 29 giugno, al parco di Villa Annoni. Qui il sindaco Giovanni Cucchetti gli ha consegnato la cittadinanza onoraria in considerazione dei suoi meriti musicali e del legame che l'ha visto accostato proprio al paese che gli ha dato i natali

Angelo Branduardi canta nella sua Cuggiono e si prende le chiavi della città
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Il ritorno del cantautore Angelo Branduardi a Cuggiono, suo paese natio, si è concretizzato nella serata di ieri, sabato 29 giugno, durante il concerto "Confessioni di un malandrino" ospitato nel parco di Villa Annoni.

Il legame dell'artista con Cuggiono

A Cuggiono era nato il 12 febbraio 1950. A Cuggiono sono cresciute le sue figlie che, ha raccontato, "in questa realtà hanno trascorso un'infanzia bellissima". Ma a Cuggiono ha anche posto le basi per la sua canzone più celebre, che ha letteralmente fatto il giro del mondo, ossia "Alla fiera dell'est". E' quindi diventato un artista di calibro internazionale, tra alti e bassi che lo hanno portato proseguire la sua Ricerca, come lui stesso la definisce, in quello che è il viaggio della musica folk, popolare, mistica e religiosa.

Una sequela di pezzi pregiati davanti al pubblico di Villa Annoni: dal Cantico delle creature all'amore, da Yeats a Che Guevara

Un vero e proprio effetto placebo, dunque, davanti alla platea della villa vestita con l'abito della festa nel concerto curato nei minimi dettagli dal numeroso staff capitanato da Oreste Magni presidente dell'Ecoistituto della Valle del Ticino, dalla macchina comunale e più in generale dagli sponsor. Accompagnato magistralmente da Fabio Valdemarin, e dal nutrito entourage di ingegneri del suono, Angelo si riappropria della "sua" Villa Annoni regalando le note del repertorio ispirato alla musica sacra, alle storie di persone, non importa che esse fossero ricche oppure povere. L'importante era che avessero lasciato il segno coi propri capolavori di vita. E il risultato è stato quello di una sequela rara e (quasi) ininterrotta di pezzi pregiati che ha coinciso con San Francesco, il mito di Angus, che nella cultura celtica corrisponde al Dio dell'amore, le bellezze dell'eros e delle donne, che incarnano il mito e "profumano d'arancia", quindi Che Guevara e il poeta irlandese William Yeats. Il cantautore ha infatti spaziato, come detto, dal "Cantico delle creature" al "Dono del Cervo", passando per "Angus il Vagabondo" e "1 aprile 1965", fino ad arrivare a "Sotto il tiglio", "Benvenuta donna mia", la "Giostra" e, nel finale, la ciliegina sulla torta è stata naturalmente il suo trampolino di lancio, "Alla fiera dell'est". Proprio nella giostra, ha commentato Branduardi prima di eseguirla, "Passano giorni e stagioni", e  "nel parco la gente cammina", mentre "la banda continua a suonare". Mentre "là in fondo gira la giostra" stessa. Che l'artista ha detto di non aver mai seguito, sebbene la magia di trasportare tutti i presenti, nessuno escluso, lungo il viaggio tanto evocativo quanto suggestivo della sua poesia, sia stata interpretata appieno. Del resto la musica, come sosteneva Ennio Morricone, è "l'arte più astratta", quella più vicina all'Assoluto". Che Angelo ha raggiunto proprio attraverso la proposta delle sue melodie.

All'artista le chiavi della città: "Così lo abbiamo accolto per sempre nella nostra comunità"

Nella parte conclusiva della performance, poi, il primo cittadino cuggionese Giovanni Cucchetti ha conferito la cittadinanza onoraria allo stesso Branduardi, consegnandogli materialmente la targa che conteneva le chiavi della città e un libro che ripercorre la storia del paese. Motivo, ha scandito Cucchetti, "la capacità del cantautore di unire la musica colta e quella della canzone popolare, la quale è frutto di poesie meravigliose. Una musica folk, celtica, rinascimentale e barocca. Un artista a tutto tondo che ha lasciato nella discografia italiana il segno". Da qui, ha continuato, "abbiamo proposto al Consiglio comunale di Cuggiono di attribuirgli la cittadinanza onoraria. Cosa che si è concretizzata e che ha significato accogliere per sempre l'artista nel cuore della comunità". Prova ne è stato l'impegno che ha contraddistinto le associazioni locali, che avevano lavorato strenuamente per riportare Branduardi nella sua città di origine.

 

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