L'ADDIO AL "GIGANTE BUONO"

Folla e commozione ai funerali di Marco Agrati sulle note della banda

Chiesa parrocchiale strapiena per l'addio al "Gigante buono", conosciutissimo per il suo impegno nel Complesso bandistico e nell'Unione sportiva

Folla e commozione ai funerali di Marco Agrati sulle note della banda

Grande commozione ai funerali di Marco Agrati di San Vittore Olona: grande appassionato di pallavolo e ciclismo, faceva parte della banda e dell’Unione sportiva.

 

L’addio a Marco Agrati

Una chiesa parrocchiale strapiena ha dato il suo saluto a Marco Agrati, 57 anni, per tutti il “gigante buono” venuto a mancare nei giorni scorsi. Conosciutissimo da tutti, grande appassionato di pallavolo e ciclismo, tifosissimo interista, Agrati faceva parte del Complesso bandistico sanvittorese e dell’Unione sportiva, ente organizzatore della celebre Cinque Mulini. I funerali si sono svolti nel pomeriggio di oggi, lunedì 1 dicembre 2025, alla presenza di tantissimi amici e conoscenti che si sono stretti intorno alla famiglia: tra i presenti il sindaco Marco Zerboni e il vice Paolo Salmoiraghi, l’assessore all’Ecologia Roberto Morlacchi, i consiglieri di minoranza Daniela Rossi con Roberto Salvato e poi e Fabrizio Sberna, e associazioni tra cui il Gruppo Alpini, Sessantamilavitedasalvare, l’Aeroplano e, ovviamente, la banda e l’Us. Banda che ha eseguito “Dolce sentir” durante la Comunione e il Silenzio in piazza accanto al feretro.

I ricordi dell’amico sacerdote

“In tanti lo hanno ricordato come ‘Il gigante buono’ e altro ancora, ognuno ha avuto un ricordo bello di Marco – ha ricordato nell’omelia don Marco Paleari – Questa è una sorta di Paradiso. Ci ha insegnato a badare alla cose belle, alla bellezza di fare il bene, sempre, anche lottando contro la malattia. Fare il bene è un orgoglio sano, se fai il bene il Signore ti guarda e ti dice: vieni Benedetto! E vieni anche tu, Benedetto Marco!”.

Il ricordo dell’Us e della banda

Un commosso ricordo a nome dell’Us e della banda è arrivato a nome di Pinuccio Gallo Stampino, storico ex presidente dell’Us: “E’ venuto il momento di salutarti ma non di dimenticarti. Tutto quello che hai fatto di buono in questi anni di vita terrena te lo stanno dimostrando tutte le persone che oggi sono venute a omaggiarti con il loro ultimo saluto. Vorrei provare a paragonare la vita di Marco a una parabola del Vangelo e mi viene in mente quella del Buon Seminatore: in tutti questi anni hai saputo arare il tuo terreno e gettare i semi di un’amicizia che, anno dopo anno, hanno dato prepotentemente i loro frutti; tanti fiori sono sbocciati in questo campo e oggi sono tutti qui. Ognuno si senta il fiore che vuole essere ma oggi chiniamo la nostra corolla davanti a un uomo che ha saputo fare dell’amicizia la sua forza di vita verso il prossimo. Tante associazioni lo ricordano con affetto sincero, due in particolare: il tuo Complesso bandistico, del quale hai fatto parte fin dalla sua rifondazione, ‘la banda non perde solo un musicante ma un trascinatore, sempre pronto a proporre nuove idee e a far conoscere la nostra banda a chiunque’ hanno detto, e poi l’Unione sportiva sanvittorese per la quale hai ricoperto per parecchi anni la figura di consigliere (come anche in questi ultimi mesi): sei stato rappresentante di sezione della tua pallavolo che, insieme al ciclismo, sono stati gli sport che più hai amato. E poi c’è la nostra Cinque Mulini, arrivata quest’anno a festeggiare la sua 93esima edizione: quante ne abbiamo corse insieme! E per ultima, non certo per importanza, la Summer Night, nata a casa tua: insieme ad altri amici, davanti a una pizza e a una Coca-Cola, la frase tua è stata: ‘Oh ragazzi, la Cinque Mulini l’abbiamo fatta, adesso non abbiamo nulla da fare. Dai inventiamoci qualcosa!’. La banda e la sportiva: due simboli che hai voluto portare anche nel tuo ultimo viaggio. Oggi qui ci sono i tuoi amici più cari, che hanno voluto e saputo starti vicino fino all’ultimo istante. In questi giorni, tanti i ricordi. Una frase su tutte: ‘Sei stato , sei stato da tutti definito il gigante buono ma da sportivo quale sei stato, sai che per ogni medaglia, c’è sempre il suo retro, e io direi che sei stato anche uno dei sette nani ‘brontolo’, con quella tua pentola di fagioli che non smetteva mai di bollire. Il gigante e il nano, gli opposti che si attraggono, come per te l’Inter e per tuo fratello Agostino la Juventus. Avevi sempre la voglia e la forza di parlare con tutti e di tutto. Nelle ultime occasioni che sei stato qui in paese a San Vittore Olona, hai detto a Tiziana, la tua compagna: portami
fuori, che se passa qualcuno desidero fare due chiacchiere insieme…e cosi è stato. Lasci un tremendo vuoto in tutti noi caro Marco. Un mio pensiero, ma credo condiviso da molti: se nei prossimi giorni non hai nulla da fare, vieni a
trovarmi nei miei sogni, perché due chiacchiere con te le faccio sempre molto volentieri. Ciao Marco”.

 

Il ricordo della compagna

“Marco è una persona speciale – ha aggiunto la compagna Tiziana – Così come è speciale il momento di presenza di oggi di tutti voi. Marco ha voluto indossare la divisa della banda e portarla con sè nel suo ultimo viaggio. In un momento come questo, sono sicura, Marco con una battuta avrebbe saputo farci sorridere perchè lui non voleva vedere le persone tristi. Marco era una persona generosa, che ha dato tanto alla comunità e alle persone che amava. Era un gigante ma non solo: era un uomo ricco, ricchissimo di valori, di sentimenti e di buone relazioni, attenzioni per i più deboli, amore per la famiglia, per gli amici, per la sua San Vittore; con la sua grande, grandissima empatia, riusciva a entrare dritto nel cuore di tutte le persone. Marco è stato un uomo buono, generoso ma talmente buono che a volte dimenticava di volere bene a se stesso. Quando l’ho conosciuto, ho visto in lui il suo bisogno profondo di sentirsi amato e di amare. Abbiamo avuto la fortuna di incontrarci, è stato un caso, di costruire in questi pochi anni – troppo pochi, tanto che quanto a volte non basta una vita intera – ci siamo voluti bene e siamo stati bene insieme, senza forma ma con tanta sostanza. Siamo stati bene nella salute e nella malattia perchè anche questi mesi, anni sono stati bellissimi. Abbiamo costruito la nostra famiglia, Caterina è stata la figlia che avrebbe sempre voluto avere e per lei Marco è stato il padre di cui aveva bisogno. Marco mi ha coinvolto nelle sue passioni: il suo e nostro amato fratello Gianluca, la banda, la bici, l’Inter (ma questo con poco successo visto che non ci capisco molto di calcio). Così io l’ho coinvolto nelle mie: l’amato Friuli e Palermo. Abbiamo avuto la possibilità e la fortuna di incontrarci e di questo ci dobbiamo far bastare senza pensare ad altro. Lascia un vuoto e un silenzio incolmabile: Marco si sentiva, faceva rumore, parlava tantissimo. E si farà sentire ancora perchè, come è nel suo stile, ha lasciato un suo testamento morale, un pensiero scritto alle persone a lui più care. Nel suo cuore c’era posto per ognuno di noi”.