Futuro della Nms a Nerviano: le parole del sindaco Daniela Colombo
"La vendita di una quota di minoranza non può essere considerata una causa strutturale della crisi attuale di un gruppo complesso come NMS"

Era presente anche il sindaco di Nerviano, Daniela Colombo, all'incontro istituzionale in Regione Lombardia, per parlare del futuro della Nerviano medical sciences.
Futuro della Nms a Nerviano: le parole del sindaco Daniela Colombo
Nella sede di Regione Lombardia, alla presenza delle istituzioni, delle organizzazioni sindacali e del management di NMS, si è tenuta un’audizione sulla crisi che sta investendo l’Azienda. L’incontro è stato caratterizzato, per sua natura, da tempi che hanno lasciato poco spazio al dibattito.
"Il racconto del CEO di NMS, Mr. Dolgos, solleva una serie di osservazioni, dal mio punto di vista, che meritano di essere evidenziate, soprattutto alla luce delle responsabilità gestionali e delle reali dinamiche finanziarie e industriali di un’azienda come Nerviano Medical Sciences - ha affermato il sindaco Colombo - Lo spostamento a Corsico di alcuni dipendenti e l’avvio di una procedura di licenziamento collettivo a settembre, annunciato ieri, sono segnali concreti non tanto di una ristrutturazione “produttiva” quanto di una razionalizzazione finalizzata solo al contenimento dei costi; una strategia di tipo difensivo.
Il fatto che l’edificio principale, quello che si presenta in buono stato, venga dismesso per “risparmiare” sull’energia (senza che i numeri dell’enorme gap di risparmio siano stati argomentati tecnicamente), sembra confermare una direzione orientata al disimpegno progressivo. Inoltre, attribuire un peso determinante della situazione, alla dismissione del 10% della partecipazione da parte di Regione Lombardia appare, francamente, una motivazione imbarazzante. La vendita di una quota di minoranza non può essere considerata una causa strutturale della crisi attuale di un gruppo complesso come NMS".
Una decisione non attribuibile alle infrastrutture
"Il fondo PAG è entrato consapevolmente in una struttura storica a know-how scientifico di altissimo livello, con costi fissi elevati. La decisione di assumerne il controllo era, evidentemente, dovuta al fatto che ne aveva valutato le prospettive di valorizzazione. La crisi attuale non può essere attribuita a fattori esterni ma a una gestione che sembra aver sottovalutato o trascurato il reale valore strategico di Nerviano e il peso delle sue infrastrutture e oggi si preferisce perseguire una logica di taglio dei costi anziché di investimenti e rilancio. Le scelte industriali, la pianificazione delle strutture e la governance finanziaria fanno capo al management. Se oggi si arriva a dichiarare che la struttura è “vecchia” e che il fondo non intende investire più nemmeno per l’efficientamento energetico, si ammette implicitamente una mancanza di visione di medio-lungo termine. Anche il riferimento al vincolo contrattuale sull’esternalizzazione della produzione di una molecola pare più una scusa che una motivazione. Se si tratta di vincoli precedenti all’ingresso del fondo PAG, questi erano ben noti in fase di acquisizione. Affermare che “non si può riportare la produzione in casa” a causa di quei vincoli lascia intendere o una cattiva due diligence iniziale o una mancanza di volontà ad investire in capacità produttive proprie. Insomma, al netto delle informazioni preliminari e di queste valutazioni personali, tutto è rimandato a settembre e ad un tavolo istituzionale dove potremo avere maggiori chiarimenti circa l’evoluzione di questa importantissima realtà produttiva di Nerviano e il futuro di tanti lavoratori".