Lutto nel calcio

L'ultimo abbraccio a Tino Borneo: "Hai seminato dedizione"

Nella chiesa dei Santi Martiri di Legnano l'addio del Milan e non solo. Presente anche Paolo Maldini.

L'ultimo abbraccio a Tino Borneo: "Hai seminato dedizione"
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Oltre 500 persone nella chiesa dei Santi Martiri di Legnano per l'ultimo saluto a Costantino Borneo, per tutti Tino, ex giocatore e allenatore del Milan scomparso a 51 anni.

Anche Paolo Maldini a Legnano per l'ultimo saluto a Tino Borneo

A celebrare il funerale, nel pomeriggio di oggi, lunedì 15 aprile, è stato il parroco don Walter Zatta. Nutrita la delegazione della società rossonera, della quale faceva parte anche Paolo Maldini. Presenti al gran completo i ragazzi dell'Under 12, che Borneo ha allenato fino a quando la malattia glielo ha permesso, hanno realizzato un cartellone per il loro mister, e al termine della cerimonia lo hanno donato alla moglie Ambra e alla figlia Carlotta.

"Hai sparso in abbondanza il seme della dedizione, dell'amore, della generosità e dell'impegno"

Nella sua omelia, don Walter ha ricordato Borneo come una persona che ha seminato dedizione e impegno e ha sempre guardato al futuro e ai giovani. Queste le sue parole dall'altare:

"Caro Tino, sei arrivato velocemente al termine della tua vita, una vita segnata da grande determinazione, una vita in cui lo sport e in modo particolare il calcio sono stati il tuo pane quotidiano. L'amore e la dedizione per la famiglia sono tutto ciò che ha riempito di senso quello che sei stato, quello che hai vissuto. Sei qui circondato da tutti quelli che ti hanno conosciuto, amato e stimato, con i quali hai condiviso amore, dedizione, impegno e la determinata volontà di costruire qualcosa per il futuro, con la nuove generazioni di giovani. Sei qui circondato da tutte quelle persone che hanno avuto modo di apprezzare la tua dedizione, la tua generosità, la tua capacità di essere tutto per gli altri. Sei qui davanti al Signore, all'Eterno, e porti nelle tue mani ciò che hai seminato con abbondanza. Tante persone oggi possono testimoniare che tu hai sparso in abbondanza il seme della dedizione, dell'amore, della generosità, dell'impegno, della determinazione nella vita. Siamo qui in tanti oggi a salutarti e sappiamo di consegnarti al Dio della vita".

"Può sembrarti di non aver centrato la porta, ma hai giocato la partita più bella della tua vita"

Intenso e commovente il ricordo della figlia Carlotta, 23 anni, accolto da un applauso scrosciante:

"Papà, ti sento e ti vedo. Ti vedo nel bene che hai fatto negli altri, nell'amore che prova la mamma per te, nella presenza dei tuoi amici, nella gratitudine delle vite che hai toccato. Sento il tuo abbraccio quando vedo un bambino nelle braccia del proprio padre, quando vedo due anziani camminare mano nella mano insieme, quando chiudo gli occhi mentre ti penso, nel buio del mio sguardo vedo la luce. Papà, in questi giorni ho stretto la tua mano fredda e ho sentito comunque il tuo calore, la baciavo, la mettevo sul mio viso pensando che purtroppo ti stavo toccando per l'ultima volta. Avremmo potuto avere più tempo, sì, avrei voluto fare un altro viaggio con te, portare le fedi alle nozze d'argento tue e di mamma il 21 giugno, avrei voluto magari che un giorno qualcuno o qualcuna ti chiamasse nonno, avrei voluto te al mio fianco ad accompagnarmi all'altare se mai qualcuno mi avesse preso, come dici tu. Sei la persona che ho ammirato e che ammiro in assoluto di più in 23 anni e mezzo della mia vita e mi spiace di avertelo detto poche volte. Abbiamo sempre avuto troppa delicatezza io e te nell'esprimere quanto ci amavamo. Mi hai insegnato tanto e la maggior parte delle cose me le hai insegnate senza spiegarmele, mi hai insegnato tanto fino al tuo ultimo respiro tra le mie mani. Con te ho imparato a voler bene in silenzio e a dimostrarlo ogni giorno con fatti concreti. Mi hai insegnato a disconoscere l'egoismo, a essere generosa, a battermi per le mie idee, mi hai dato la forza di fare della mia passione il mio lavoro, mi hai educato all'impegno, alla dedizione. Da te ho ereditato la cazzimma, la grinta, l'ansia di deludere gli altri che alla fine si trasforma sempre in forza. Mi fai amare e perdonare anche i miei difetti, perché sono come i tuoi. In questi ultimi giorni assieme mi hai insegnato a non avere paura delle mie paure, nemmeno di fronte alla morte e alla malattia. Mi hai dimostrato che cos'è il coraggio: io lo so che lo dicevi alla mamma che avresti lottato per noi fino all'ultimo respiro e che finché vedevi un po' di luce avresti combattuto. Papà, sei tu ora la mia luce: io vivo per te. Papà, mi mancheranno i nostri momenti assieme, mi mancherà ridere a crepapelle, mi mancherà raccontarti della mia vita, mi mancherà litigare e mi mancherà persino essere disturbata. Ma io papà te lo ripeto: ti sento e ti vedo. Ai tuoi ragazzi dicevi: di un attaccante si ricordano solo i gol, non le prestazioni. Papà, questa volta può sembrarti di non aver centrato la porta, ma ti garantisco che hai giocato la partita più bella della tua vita. Ti amo, per sempre tua".

 

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