Un filare di ciliegi per le 207 vittime legnanesi del Covid
Nell'area verde davanti all'ex Tribunale (oggi sede dei Servizi demografici del Comune di Legnano) è stata scoperta una targa per i concittadini uccisi dalla pandemia.
Un filare di dieci alberi di ciliegio a imperitura memoria dei 207 legnanesi morti per il Covid.
Legnano ricorda le sue 207 vittime del Covid con dieci ciliegi davanti all'ex Tribunale
La targa commemorativa, posta nello spazio verde che sorge davanti all'ex Tribunale di Legnano in via Gilardelli (oggi sede dei Servizi demografici del Comune), è stata scoperta nella mattinata di oggi, lunedì 18 marzo, Giornata nazionale per le vittime del Covid, ricorrenza istituita il 17 marzo 2021 per ricordare il giorno in cui, quattro anni fa, camion militari carichi di bare sfilarono per la città di Bergamo.
Con questa intitolazione, realizzata a seguito di una mozione presentata dalla Lista Toia sindaco e votata dal Consiglio comunale per ricordare tutte le vittime della pandemia e il prezzo pagato dalla città di Legnano nei tre anni di emergenza Covid 19, l'Amministrazione comunale continua nel suo lavoro di costruzione di una città della memoria, in cui attraverso gli spazi pubblici si ricordano personalità o avvenimenti rilevanti per la comunità legnanese o anche a livello nazionale. Oggi, con il sindaco Lorenzo Radice, erano presenti in prima fila i soggetti che in quel periodo erano in prima linea a fronteggiare l'emergenza pandemica: l'Asst Ovest Milanese, rappresentata dal direttore generale Franco Laurelli e dal professor Antonino Mazzone, direttore del Dipartimento di area medica dell'Asst Ovest Milanese presidio di Legnano, e dal professor Stefano Rusconi, direttore del reparto Malattie infettive dell'ospedale di Legnano; il dottor Leonardo Vegetti, coordinatore dei medici di medicina generale, e i dottori Pera e Zampini; ma anche il Centro operativo comunale, composto da Protezione civile, Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Comitato di Legnano della Croce rossa, coordinato da Daniele Ruggeri, comandante della Polizia Locale rappresentato oggi dall'ufficiale Marco Zanzottera; e il direttore della rsa Sant'Erasmo di Legnano Livio Frigoli. Presenti anche gli assessori Monica Berna Nasca, Ilaria Maffei e Lorena Fedeli, il presidente del Consiglio comunale Umberto Silvestri e la consigliera Giuseppina Boggiani. "A sorpresa" sono intervenuti anche gli studenti dell'Istituto Carlo Dell'Acqua che in mattinata erano a Palazzo Malinverni per un progetto di educazione civica e che hanno voluto partecipare alla cerimonia.
"Un periodo buio dal quale la comunità è uscita più coesa": l'impegno dei giovani
Il sindaco Radice ha esordito:
"Ricordiamo oggi un periodo buio ma dal quale la comunità è uscita più coesa e ciascuno di noi, credo, più forte. E io voglio ricordare proprio l'impegno che la nostra comunità ha saputo dimostrare. Per farlo chiamo qui accanto a me Pinuccia Boggiani, che all'epoca era presidente dell'Auser. Ricordo un sabato pomeriggio in cui Pinuccia mi ha telefonato: erano i primissimi giorni del lockdown, non c'erano ancora regole chiare, ma in quel momento gli anziani erano i più esposti ed erano quelli ai quali giustamente era stato detto di rimanere a casa. Così l'Auser si è trovata dalla sera alla mattina a non poter più accompagnare gli anziani a fare le visite mediche, anche urgenti, che non possono essere rimandate: uno dei tanti servizi meritori che svolge l'associazione. Con Pinuccia è nata un'idea a suo modo geniale, per quanto semplicissima, che è stata quella di coinvolgere i giovani, per garantire comunque il trasporto di queste persone. Un progetto il cui valore è stato riconosciuto persino dal presidente della Repubblica, tanto che il ragazzo che ha organizzato insieme all'Auser questo movimento di giovani che portavano la spesa a domicilio e che portavano gli anziani a fare le visite (Giacomo Pigni, ndr) è stato nominato cavaliere; oggi è un consigliere comunale. Questa è una storia di impegno in un momento di difficoltà grande. Vi chiedo quindi di guardar crescere questi dieci ciliegi, nei prossimi anni, ricordando quei giorni non solo per il dramma, ma per la capacità che istituzioni e comunità hanno saputo mettere in gioco per dare una risposta positiva".
"Questi alberi ci ricordano che inseime siamo più forti e che la vita vince sempre"
Il primo cittadino ha poi proseguito:
"Chiamo qui con me anche Livio Frigoli, direttore della rsa Sant'Erasmo. Prima di fare il sindaco lavoravo nel mondo delle rsa e delle rsd; con la Sant'Erasmo in quel momento abbiamo condiviso una fase drammatica dove ci siamo trovati anche noi in trincea senza avere gli strumenti per combattere, a mani nude. Livio ebbe la forza di denunciare, finendo anche sulla stampa nazionale, la difficoltà che avevamo per esempio per reperire mascherine, guanti, camici necessari per far lavorare i nostri operatori in maniera sicura, perché accudire anziani e disabili in quel momento non era solo un atto di cura e amore nei loro confronti, ma poteva rivelarsi un atto rischioso, tanto che molti nostri operatori che hanno accettato di andare avanti a fare il loro dovere fino in fondo hanno subito serie conseguenze. Voglio ricordare qui un mio carissimo collega che si chiama Lucio e che oggi ci guarda da lassù proprio perché ha deciso di non mollare (il riferimento è al professor Lucio Moderato, psicologo e psicoterapeuta, direttore dei Servizi innovativi per l’autismo della Fondazione Sacra Famiglia, vinto dal Covid a 65 anni il 10 dicembre 2020, ndr). Ricorderò sempre il giorno in cui finalmente nella mia struttura avevamo trovato un carico di mascherine, ma ci arrivò un'email da un ente superiore (di cui non dirò il nome perché non è una guerra tra enti, in quel momento era la necessità) e all'aeroporto ci furono requisite. Noi dovemmo andare dai nostri lavoratori a dire che dovevamo ancora razionarle, perché non avevamo scorte. Momenti duri, difficili in cui però realtà come queste che vedete qui rappresentate sono riusciti a mettersi in gioco, a rispondere e a dire che la comunità è più forte. E oggi siamo qua a mettere questi alberi che metteranno radici e daranno fiori e frutti ricordandoci che insieme siamo più forti e che la vita vince sempre".
Il ruolo prezioso non solo del personale sanitario ma anche degli operatori amministrativi
Il direttore generale dell'Asst Ovest Milanese Francesco Laurelli si è limitato a portare il proprio saluto "perché vorrei che poi ci concentrassimo sulle testimonianze che sono parte di vita vissuta in questo territorio" (all'epoca del Covid non era ancora dg dell'azienda ospedaliera legnanese), ha rilanciato il messaggio del sindaco "sulla risposta di tutta la comunità nelle sue varie articolazioni", e ha ricordato l'impegno non solo dei sanitari ma anche degli operatori amministrativi "che consentono di far andare avanti gli ospedali anche attraverso le forniture anche di cose apparentemente semplici ma allora essenziali" e la collaborazione tra aziende ospedaliere, per poi rivolgere un appello agli studenti del Dell'Acqua:
"Le strutture sanitarie hanno bisogno di giovani: puntiamo molto su di voi per scegliere la medicina, è un lavoro gravoso e impegnativo ma è premiante dal punto di vista umano oltre che professionale".
La lotta al Covid all'ospedale di Legnano, tra solidarietà umana e terapie sperimentali
Antonino Mazzone, direttore del Dipartimento di Area medica dell'Asst Ovest Milanese, ha voluto sottolineare come quella della lotta al Covid sia stata "un'esperienza unica, di solidarietà umana tra medici, infermieri, oss, amministrativi" e che
"All'ospedale di Legnano furono introdotte terapie sperimentali che ebbero visibilità anche a livello nazionale per la loro efficacia, al punto che a Legnano i dati sulla mortalità erano più bassi del 10% rispetto alla media nazionale. Probabilmente oggi, senza quelle terapie, avremmo più di 207 vittime da commemorare".
Il professore ha poi ricordato gesti di umanità nei confronti dei parenti dei ricoverati e il grande lavoro dei medici, alcuni dei quali persero la vita per aver contratto il virus:
"Un giorno dal mio studio ho visto due persone che guardavano in reparto con binocolo e cannocchiale, volevano vedere il papà dietro la finestra; li abbiamo portati su e li abbiamo fatti entrare: ci sembrava un gesto di umanità molto importante. Poi un giorno del novembre 2020 mi sono ammalato io e sono stato ricoverato nello stesso reparto dove curavamo gli altri malati; il mio primo pensiero è andato a un medico, Roberto Stella, presidente dell'Ordine dei medici della provincia di Varese e mio grande amico, che è stato il primo medico che ci ha lasciato dei tanti che purtroppo sono morti per questa epidemia; mi sono chiesto se sarebbe successo lo stesso a me, invece mi è andata bene. Abbiamo continuato a combattere il virus e abbiamo avuto una grande soddisfazione: l'11 maggio 2021, appena arrivati in osepdale, abbiamo trovato uno striscione di 15 metri che ringraziava non tanto me ma medici e infermieri per quanto stavamo facendo. E' un gesto che la città aveva voluto fare per l'ospedale di Legnano e che ci ha riempito il cuore di gratitudine".
Il primario di Infettivologia Stefano Rusconi, arrivato all'Asst Ovest Milanese nel febbraio 2021, ha sottolineato:
"Il sacrificio, non solamente dei colleghi e soprattutto di quelli che ci hanno lasciato, ma di tutti coloro che hanno lavorato nei reparti di Malattie infettive e di Medicina interna e di tutti quelli degli altri reparti che sul momento non potevano operare e si sono resi disponibili per fare turni di giorno e di notte. E la coesione, il miglior viatico che possiamo ricavare da questa tragedia umana e sanitaria. Senz'altro ne siamo uscuiti più forti, più compatti e più desiderosi di capire fenomeni sociosanitari che ci auguriamo non si ripetano più ma che ci troverebbero più preparati".
"Oggi ricordiamo chi non ce l'ha fatta, tra cui il dottor Flavio Bison"
L'ultimo a prendere la parola, visibilmente commosso, è stato il medico di base Leonardo Vegetti:
"Sono passati quattro anni da quei terribili momenti dove imperavano paura e disperazione. Eravamo in lockdown, una malattia misteriosa cominciava a mietere vittime senza possibilità di cura, ma per Legnano il peggio doveva ancora arrivare. Eppure ci sembrano lontanissimi quei giorni, quasi rimossi dalla nostra memoria, eppure quanti morti... Tutti noi in prima linea abbiamo cercato di affrontare una situazione più grande di noi, all'inizio era difficilissimo recuperare persino i mezzi di protezione. Per chi, malato, rimaneva nella propria abitazione, ci si inventavano cure e assistenza senza che nessun protocollo esistente potesse orientarci nelle scelte. A volte bastava semplicemente rincuorare telefonicamente, giornalmente, chi aveva la fortuna di non essere particolarmente grave e non aveva bisogno di ricorrere al ricovero ospedaliero. Le telefonate tra colleghi del territorio e ospedalieri si susseguivano alla ricerca di risposte che non c'erano. Ci si consolava tra di noi, ci siamo isolati nelle nostre abitazioni sperando di non coinvolgere i nostri cari. Oggi ci viene dato modo con un semplice gesto di ricordare chi non ce l'ha fatta. Personalmente vorrei ricordare, tra amici, colleghi e pazienti deceduti, il nostro concittadino dottor Flavio Bison, vittima della seconda ondata di Covid, quella che per il nostro territorio è stata la più drammatica. Flavio, oltre che caro amico, è stato un riferimento per affrontare quei giorni. Quante speranze avevamo per il vaccino annunciato e che purtroppo lui non ha fatto in tempo a vedere, ma che ha cambiato completamente e radicalmente il decorso della malattia. Ricordiamo tutti quelli che non ce l'hanno fatta e ricordiamoci di quanto siamo fragili. E a voi giovani dico: questa maledetta malattia vi ha portato via due anni preziosissimi della nostra vita, per cui coraggio!".
Un filare di ciliegi per le 207 vittime legnanesi del Covid