Ancora tensioni alla Gallazzi, i lavoratori fermano la fabbrica

Ancora camion fermati e macchine spente nella ditta dove da mesi dipendenti e azienda sono in conflitto per il futuro di 30 dipendenti.

Ancora tensioni alla Gallazzi, i lavoratori fermano la fabbrica
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Martedì nuove tensioni fuori dai cancelli della Gallazzi, i dipendenti bloccano tutta la produzione giornaliera. Sempre più in salita la strada per la contrattazione.

Ancora tensioni alla Gallazzi

Ancora scioperi e ancora presidio e picchetto martedì mattina per i dipendenti della Gallazzi. Con loro, i rappresentanti sindacali Pietro Apadula, Antonio Parisi e Marco Galli. Che spiegano il perchè delle nuove agitazioni: "L'azienda è sorda. La scorsa settimana in Arifl, la Regione aveva invitato noi e l'azienda a cercare un accordo prima del 9 aprile, quando si terrà un nuovo incontro a Milano. Finora nonostante le nostre richieste non è stato fissato alcun tavolo".

Tempi stretti

I tempi stringono. Quella del 9 sarà probabilmente l'ultima occasione per trovare accordo che, ad oggi, non si riesce nemmeno a intravedere. Accordo, ricordiamo, sull'uscita di 30 dipendenti in esubero che, se non si trovasse un punto d'incontro, verrebbero prima incentivati economicamente e poi "selezionati direttamente dall'azienda". "Qui c'è il nostro dubbio atroce - interviene Parisi - Che dietro questi 30 licenziamenti non ci sia alcun motivo economico ma solamente politico. Una lista di proscrizione coi nomi di chi si vuole cacciare". Infatti la Gallazzi (o meglio la Tekni-Plex che ne è proprietaria) indica gli esuberi ma non intenderebbe accedere ad alcun ammortizzatore sociale. Solo incentivi in uscita.

Nodo stipendi

Oltre alla contrattazione, tra i motivi che hanno portato ad incrociare nuovamente le braccia ci sono gli stipendi. Che l'azienda ha improvvisamente fatto slittare al 10 aprile invece che il primo. "Questo causa disagi a tutti i lavoratori - spiegano i sindacati - E' stata una decisione unilaterale e improvvisa. Abbiamo chiesto all'azienda di anticipare il primo aprile 500 euro dello stipendio. In cambio avremmo annullato futuri picchetti. Non ci hanno nemmeno risposto". Una mossa, quella della nuova data per il pagamento salariale, che per il sindacalista Galli "sa di ripicca".

O accordo o lotta

E i sindacati annunciano lotta dura. "Da qua al 9 continueremo con gli scioperi divisi sui turni e il presidio permanente fuori dall'azienda", conferma Parisi. "Vediamo cosa succederà in Regione. Se ancora non si troverà un accordo, chiederemo un incontro al Ministero dello Sviluppo Economico. E manifesteremo in centro città - aggiunge Galli - Non è possibile che in un Paese che ha il lavoro al primo punto della sua Costituzione si possano calpestare così i diritti dei dipendenti".

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