Salme distrutte, niente più domiciliari per il vigile
Francesco Falleti affronterà il processo da uomo libero, parla l'avvocato difensore
Il vigile di Cerro Maggiore arrestato e finito ai domiciliari con l'inchiesta "Aeternum" ora è libero in attesa del processo.
Vigile arrestato, stop ai domiciliari
Niente più arresti domiciliari per Francesco Falleti, il vigile di Cerro Maggiore finito nell'inchiesta "Aeternum" che, nelle scorse settimane, aveva portato all'arresto di 16 persone (70 gli indagati) con l'accusa di aver avviato una "gestione parallela", ed illecita, del cimitero di Cittanova, in provincia di Reggio Calabria (i fatti contestati a Falleti risalgono al 2020 quando era in servizio proprio in quel paese). Nei guai anche l'ex custode e i tre imprenditori locali così come cinque medici legali, tre agenti di Polizia locale e un sacerdote. Pare che siano oltre 460 le salme di cui si sono perse le tracce (come detto soppresse o distrutte). Ora il vigile cerrese attenderà di affrontare il processo da uomo libero.
Parla l'avvocato difensore
Sulle novità relative a Falleti, interviene l'avvocato difensore Lorenzo Iamundo:
"Nell’ambito dell’inchiesta Aeternum è stata annullata nei confronti di Falleti la misura cautelare degli arresti domiciliari che era stata disposta dal Gi del Tribunale di Palmi. Falleti, che da anni lavora al Comune di Cerro Maggiore, all’epoca dei fatti prestava servizio al Comando della Polizia Municipale di Cittanova. In tale veste è stato coinvolto assieme ad altre 72 persone, tra funzionari pubblici, religiosi e titolari e dipendenti di imprese di pompe funebri, nelle indagini penali originate da alcune tumulazioni sospette avvenute nel cimitero cittadino e via via estese alla gestione delle cappelle delle soppresse confraternite, alle esumazioni straordinarie e ai certificati necroscopici. A Falleti, in particolare, si contestava che, in occasione di alcuni interventi di esumazione affidati in appalto ad un’impresa del luogo, non avrebbe esercitato le proprie funzioni di vigilanza per impedire che venissero compiuti atti di vilipendio e di distruzione di resti mortali, documentati nelle riprese filmate disposte durante le indagini penali dalla polizia giudiziaria. Avvalendosi dei fotogrammi di tali riprese riprodotte nell’ordinanza cautelare ho messo in evidenza, nella richiesta di riesame rivolta al Tribunale Reggino, che il mio assistito non avrebbe potuto commettere i reati contestatogli. Infatti, i due sopralluoghi eseguiti da Falleti sul cantiere sono risultati cronologicamente successivi al momento in cui gli atti di vilipendio contestati al titolare dell’impresa appaltatrice ed al suo dipendente si sarebbero consumati. Pertanto Falleti, al pari degli altri agenti intervenuti, non avevano alcuna possibilità di prevederli e di prevenirli. Il Tribunale della Libertà, presieduto dal Dott. Antonino Francesco Genovese, ha accolto integralmente la richiesta di riesame annullando la misura cautelare che era stata applicata dal Gip e disponendo l’immediata liberazione di Falleti".