La famiglia di Valentino Colia, 15enne travolto da un ubriaco: "Non vogliamo vendetta, ma giustizia"
"Era una serata estiva come tante. I ragazzi mi ha chiesto se potevano a andare tutti a prendere un gelato..."
Un grido di giustizia quello della famiglia Colia di Garbagnate, che ha perso il loro amatissimo Valentino, di soli 15 anni.
La tragedia
Emilia e Raffaele Colia sono i genitori di Valentino Colia, il 15enne vittima dell’incidente della sera del 17 luglio scorso, in cui perse la vita travolto dal furgone guidato da un uomo ubriaco. Oltre a Valentino, venne gravemente ferita l’amica coetanea che era in bicicletta con lui mentre attraversavano via Kennedy.
"Una richiesta di giustizia"
Nel salotto di casa Colia sopra il grande divano c’è la fotografia di Valentino. I genitori raccontano i contorni della tragedia a pochi giorni dalla cerimonia di commemorazione, organizzata in omaggio al figlio domenica 8 ottobre, giorno in cui avrebbe compiuto 16 anni:
"La nostra richiesta di giustizia non deve cadere nel vuoto, vedremo – dice Emilia – sono una mamma e devo comunque evitare di mostrare all’altro figlio più grande, Nicolò, una madre abbattuta, triste (come in realtà sono) perché Nicolò ha diritto ad avere una madre forte e capace di condurre la famiglia. Non una questione di facciata ma di sostanza".
La manifestazione dell'8 ottobre
La manifestazione pubblica fissata l’8 ottobre invita tutta la cittadinanza. L’appuntamento alle 10 con i genitori in via Kennedy nel luogo dell’incidente. Il corteo si muoverà in direzione della palestra Allegri di via De Amicis. Ci sarà anche un momento di meditazione davanti al cimitero di via Signorelli.
"Dopo il fatto non ci aspettavamo tanta vicinanza da parte dei garbagnatesi – dice mamma Emilia – Mi ha colpito la reazione di una comunità intera emotivamente coinvolta dalla morte di mio figlio. Abbiamo sentito una vicinanza incredibile da parte del sindaco di Garbagnate e di tutti i carabinieri della stazione locale. Una vicinanza che non immaginavamo. Io sono solita ripetere che Valentino è stato il Principe Azzurro di Ambra (la ragazza ferita gravemente). Sono entrambi vittime dell’incidente, erano vicini e lei è viva. L’amore di mamma mi suggerisce che Valentino è diventato il suo Principe Azzurro. Del resto era un ragazzo che ha dato amore a tutti. Tutti ricordano che era bello starci insieme".
Cosa ricorda di quel giorno?
"Una serata estiva come tante. I ragazzi sono tornati dal garage, io ero qui sul divano e Valentino sulla porta di casa: mi sono girata e mi ha chiesto se potevano a andare tutti a prendere un gelato. Ho risposto: certo! State attenti in giro e poi l’ho salutato. Non potevo immaginare che non lo avrei più visto vivo. Abbiamo sempre detto ai ragazzi che mi fido di loro. La raccomandazione era di stare attenti".
"Non si può negare ogni uscita, ogni movimento dei figli – interviene il padre Raffaele – Un genitore pensa che andare a prendere un gelato non sia rischioso. Se poi pensiamo a quanti altri comportamenti rischiosi questi ragazzi fanno senza dircelo e poi tornando a casa. I rischi della strada sono tanti, io come tassista li conosco bene".
Chi guidava il furgone
Parliamo dell’investitore, il 32 enne romeno Pasca Bodgan che guidava il furgone:
"Le cose da dire sono poche ma molto chiare. Un tizio che non doveva essere in quel posto – sottolinea con decisione Emilia – Chi lo ha messo su quella strada? Le consuetudini? La legge? Chi gli ha consegnato il furgone? Non so di preciso ma le regole della prudenza, mi riferisco alle regole serie, non avrebbero consentito che una persona con quel curriculum stradale guidasse un'altra volta".
Quella notte Pasca era a bordo del furgone dell’azienda per cui lavorava, poi pesantemente multata per decine di migliaia di euro a seguito di successivi controlli. Il 32enne era stato più volte fermato ubriaco alla guida. Non aveva la patente italiana ed era anche in prova ai Servizi Sociali. Quella notte di luglio stava facendo rientro da una festa, il suo tasso alcolemico tre volte il consentito. Pasca è in custodia cautelare presso la casa di San Vittore a Milano in attesa del processo per omicidio stradale.