Una legnanese nel corpo di ballo della Scala
Rebecca Luca, 18 anni, si è diplomata col massimo dei voti all'Accademia del prestigioso Teatro meneghino ed è stata messa sotto contratto per un anno.
L’orgoglio della danza parla legnanese.
Rebecca Luca, astro nascente del Teatro alla Scala
Rebecca Luca, legnanese di nascita, classe 2004, si è diplomata con 100 e lode al Liceo coreutico e allo stesso tempo è uscita col massimo dei voti dall’Accademia Teatro alla Scala di Milano.
Oggi ha 18 anni, ma ha cominciato a fare danza all’età di 6 e già a 10 era entrata all’Accademia, superando un provino per il quale si presentarono circa 400 persone e che solo in 12, compresa lei, avevano poi passato. Da quel momento in poi comincia il lungo percorso dell’Accademia, che dura ben otto anni, alla fine di ognuno dei quali bisogna sostenere un esame.
Già questo sarebbe sufficiente a far rientrare Rebecca in quella ristretta schiera di persone che, sin dall’infanzia, uniscono un talento eccezionale a una disciplina ferrea, ma come se non bastasse lei si è anche diplomata col massimo dei voti dal Liceo coreutico affiliato all’Accademia della Scala di Milano, guadagnando addirittura la lode.
"Ho sempre sentito che il mio cuore apparteneva alla danza"
Tutto il mondo la cerca: le sono arrivate proposte da Dortmund, da Praga e addirittura dalla Finlandia, ma dopo che il corpo di ballo della Scala di Milano le ha offerto un contratto di un anno non ha avuto dubbi: "La Scala è la mia casa".
Come si fa a ottenere il massimo in tutto?
"Ho sempre sentito che il mio cuore apparteneva alla danza, questo è solo il coronamento dei sacrifici fatti durante gli anni. Sin da bambina ero convinta della mia scelta, una ballerina già a 10 anni sa che quella sarà la sua vita; ci sono stati momenti difficili sotto diversi punti di vista, dato anche che fino a poco fa facevo la pendolare tra Cerro Maggiore e Milano, ma comunque sono sempre stata contenta della mia scelta. Per quanto riguarda la scuola, invece, mi è sempre piaciuta molto, anche perché un ballerino deve comunque avere un ampio bagaglio culturale".
"Una competizione sana che spinge a tirare fuori il meglio di sé"
Com’è l’ambiente del mondo della danza?
"Personalmente, mi sono sempre trovata bene. Anzi, da più piccoli forse c’è una competizione più tossica, volta ad annichilire l’altro, anche perché, purtroppo, in Italia, non c’è molto lavoro per i ballerini. Crescendo, però, la competizione diventa più sana e spinge ognuno a tirar fuori il meglio di sé".
"Ora che mi sono diplomata la danza è a tutti gli effetti il mio lavoro"
Qual è la giornata tipo di una ballerina?
"Al liceo coreutico, a differenza degli altri licei, le lezioni sono al pomeriggio e alla sera, mentre al mattino si fa lezione di danza. Tuttavia, ora che mi sono diplomata, la danza è a tutti gli effetti il mio lavoro. Mi piacerebbe studiare psicologia all’università, ma devo ancora decidere. Intanto, sono partita per una mini tournée a Tokyo con alcuni ragazzi dell’Accademia".
Il ruolo di protagonista nella nuova versione della "Fille mal gardée"
Lo spettacolo che più ti è piaciuto?
"Il direttore Frederic Olivieri ha avuto un’idea per uno spettacolo, intitolato 'La fille mal gardée', e io ho avuto il compito di mettere in scena le sue idee. Facevo la parte della protagonista, ed è un po’ come se mi avessero cucito la parte su misura, quindi è inevitabile che mi sia rimasta particolarmente cara".