Pace-maker senza fili: un'eccellenza per l'ospedale Fornaroli
Questa particolare tecnologia viene installata in Italia solo in nove centri autorizzati.

All'ospedale Fornaroli di Magenta sono stati installati negli ultimi mesi del 2021 i primi impianti di pace-maker senza fili.
Un'eccellenza a livello nazionale
L’Ospedale Fornaroli nel periodo pandemico è stato ed è impegnato in prima linea nella lotta contro al Covid, ma non c’è solo questo, qui le eccellenze della sanità territoriale continuano a esprimersi al meglio. La notizia è di quelle che inducono ottimismo soprattutto quando si tratta degli ultimi sviluppi tecnologici nell’ambito delle patologie del ritmo cardiaco, che ogni anno colpiscono migliaia di pazienti in Italia. Negli ultimi mesi del 2021 a Magenta sono stati eseguiti , presso l’Unita’ Operativa Semplice di Elettrostimolazione e Aritmologia, coordinata dal dottor Domenico Spaziani, i primi interventi di impianto di pace-makers senza fili, detti lead -less. Nella sola Lombardia ogni anno vengono impiantati circa 11mila pacemaker e circa 60mila in tutta Italia.
La nuova tecnologia senza fili
La nuova tecnica nata pochi anni or sono negli Stati Uniti e successivamente esportata in tutta Europa, era possibile all’inizio solo negli ospedali dotati di un reparto di cardiochirurgia. Recentemente sono stati individuati in tutta Italia, alcuni centri di cardio-stimolazione ad alti volumi di prestazioni, autorizzati ad eseguire la procedura stessa. Il dottor Spaziani, che da molti anni si occupa di problematiche aritmologiche spiega:
«La procedura , eseguita in anestesia locale , consente di raggiungere, attraverso la vena femorale della gamba, la parte piu' interna del cuore, il ventricolo destro, e agganciare il pacemaker delle dimensioni di pochi centimetri, direttamente a contatto con il muscolo cardiaco, senza dover introdurre elettrodi che siano in grado di guidare l’attivita’ terapeutica dello stimolatore stesso».
Quali sono i vantaggi di questa nuova tecnologia?
«Il Pace-maker lead less non avendo elettrodi connessi allo stimolatore , come avviene nell’impianto di un apparecchio tradizionale , riduce moltissimo l’incidenza di infezioni che , seppur in percentuali molto basse, possono verificarsi dopo un intervento di cardio-stimolazione - ha spiegato Spaziani - tutto cio’ e’ dovuto al fatto che spesso, gli elettrodi connessi al pacemaker, sono delle vie preferenziali di diffusione di un’ infezione originata a livello della tasca sottocutanea, ove e’ alloggiato lo stimolatore, complicanza che se non trattata adeguatamente puo’ provocare una sequenza di infezioni».
La procedura lead less , utilizzata al Fornaroli, uno dei nove centri di cardiochirurgia autorizzati in Italia, viene al momento riservata ai pazienti particolarmente anziani, fragili o molto suscettibili alle infezioni, quali per esempio i pazienti dializzati, oppure a coloro che, per anomalie anatomiche, non possono eseguire l'intervento tradizionale.
La grande soddisfazione del dottor Spaziani
Il dottor Spaziani, che si occupa di aritmologia da 25 anni e ha lavorato per quasi vent’anni all’Ospedale di Legnano, prima in unità coronarica poi in elettrofisiologia, è dal 2009 al Fornaroli come responsabile della UOS di Elettrostimolazione e Aritmologia, chiosa:
«E' motivo di grande soddisfazione, per l'Ospedale di Magenta e per tutti noi che abbiamo lavorato alla realizzazione di questo progetto, essere tra i centri italiani, ad alto volume di prestazioni e ad elevata competenza degli operatori , autorizzati ad eseguire questa tipologia di intervento».
Carla Rizzi