Abbiategrasso

L'ospedale perde la Moc, ma arriva la risonanza magnetica aperta

Abbiategrasso, addio alla Mineralometria ossea, ma Asst spiega che è in arrivo una macchina per la risonanza magnetica aperta

L'ospedale perde la Moc, ma arriva la risonanza magnetica aperta
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Abbiategrasso, addio alla Mineralometria ossea, ma Asst spiega che è in arrivo una macchina per la risonanza magnetica aperta

L'ospedale perde la Moc, ma arriva la risonanza magnetica aperta

«Apprendiamo oggi che, mentre il sindaco Cesare Nai videochattava con ​​​​​​​Silvio Berlusconi su Zoom, dal nostro ospedale spariva pure il macchinario per fare la Moc e adesso bisogna andare a Magenta». Con queste parole il leader di Cambiamo Abbiategrasso, Domenico Finiguerra ha manifestato il suo sdegno nei confronti dell’ennesimo depauperamento dell’ospedale Cantù. La Moc, ossia la Mineralometria ossea computerizzata, è un esame che misura la quantità di calcio presente nelle ossa. Serve a determinare se la mineralizzazione si è ridotta e se è già comparsa l’osteoporosi. Insomma, un esame utile ad una grande fetta di popolazione adulta. La conferma che il macchinario non sia più attivo su Abbiategrasso arriva anche da più fonti interne.

Il macchinario della Moc non sarà sostituito

Qualche settimana fa il macchinario risultava essere in fase di riparazione, ma a quanto pare, al momento, l’esame è disponibile solo al Fornaroli di Magenta o a Legnano. Da Asst è stato spiegato che il macchinario, obsoleto, si è danneggiato irrimediabilmente a maggio e che, già nelle prime settimane di giugno, la direzione ha avanzato a Regione la richiesta per avere una macchina per la risonanza magnetica aperta, trattandosi di un esame molto richiesto dai cittadini. Essendoci già due macchinari Moc a Legnano e Magenta, l'Asst avrebbe quindi deciso di puntare per Abbiategrasso su un altro macchinario.

Il fronte dell'anestesista e i tempi per gli appuntamenti

Tra le tante problematiche legate al Cantù, tralasciando la questione del pronto soccorso, altro grande problema che emerge sempre di più per gli esami, è quello legato all’assenza dell'anestesia. Sì perché per quelli con contrasto è fortemente consigliata la presenza dell’anestesista rianimatore, e ad Abbiategrasso non c’è praticamente mai. Questo costringe i cittadini a dirottare verso altri ospedali della zona (raggiungibili facilmente solo con mezzi propri) o rivolgersi al privato. Al tema della Moc e di anestesia si aggiungono le continue lamentele sui tempi biblici che occorrono per prendere gli appuntamenti.

Speranze nella riforma della legge 23

Buone nuove potrebbero però arrivare tra qualche mese da Regione. Ad aprile dovrebbe entrare nel vivo la discussione in commissione Sanità in merito alla legge 23 che ha riformato la sanità regionale e che ha terminato i suoi cinque anni di prova. Il Ministero ha condiviso successi ed insuccessi della riforma e suggerito migliorie opportune. Il nuovo assessore al Welfare, ​​​​​​​Letizia Moratti​​​​​​​ ed i suoi collaboratori si apprestano a presentare prima bozza della legge rivista. Da Regione fanno sapere che al momento le priorità sono altre (piano vaccinale) ma che entro un paio di mesi qualcosa dovrebbe vedersi.

Un ritorno alla terrorialità

L’intenzione (rimanendo a quel che potrebbe riguardare l’ospedale abbiatense) sembrerebbe quella di ridare vita a strutture come il Cantù, trasformando i ps in punti di primo soccorso, dedicati ai codici verde e bianco, cioè quelli meno urgenti e che interessano il 70% degli ingressi. Altro grande input recepito pare essere quello di rinforzare le strutture sanitarie territoriali più piccole, mettendo a disposizione dei cittadini più spazi a disposizione per analisi e controlli. Ancora è presto per sbilanciarsi, ma qualcosa pare muoversi, si spera nel verso giusto.

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