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Gettò acido addosso all’ex: "Era capace di intendere e volere"

Effettuata una perizia psichiatrica sulla donna

Gettò acido addosso all’ex: "Era capace di intendere e volere"
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Gettò acido addosso all’ex: "Era capace di intendere e volere". A dirlo è il perito psichiatrico Nicola Poloni.

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Gettò acido addosso all’ex

Martedì 7 maggio 2019, intorno alle 21.45, un ragazzo di 30 anni è stato trasportato in codice giallo dall’ambulanza della Nordsoccorso di Legnano al nosocomio cittadino dopo un evento violento. L’uomo si trovava in via dei pioppi a Legnano insieme all’ex fidanzata quando è scoppiata una lite tra i due sfociata poi in un’aggressione. Il 29enne è stato ustionato al viso e al torace con dell’acido dalla ragazza.  La donna, Sara Del Mastro, si è poi costituita ai carabinieri.

"Era capace di intendere e volere"

"Era capace di intendere e volere al momento dei fatti". A dirlo, a proposito della legnanese Sara Del Mastro, è il perito psichiatrico Nicola Poloni, chiamato dal giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Busto Arsizio Tiziana Londoni a effettuare una perizia sulla donna che il 7 maggio dello scorso anno aggredì e sfigurò con l’acido Giuseppe Morgante, con il quale aveva avuto una breve relazione.
Il giudice, che aveva deciso per la perizia per valutare se accogliere o meno la richiesta di rito abbreviato da parte di Del Mastro, renderà nota la sua decisione il prossimo 25 maggio.
Di certo l’esito della consulenza psichiatrica (illustrato in aula mercoledì mattina) non alleggerisce la posizione della 39enne, che dalla data dell’arresto è detenuta nel carcere milanese di San Vittore.
Diverse le obiezioni mosse dall’avvocato Sergio Cannalire, difensore della donna insieme al collega Pierpaolo Proverbio, che ha ottenuta la convocazione del consulente d’ufficio nella prossima udienza.
A esprimere soddisfazione è invece il legale di parte civile Domenico Musicco, che ha sempre sostenuto con forza che per Del Mastro non ci devono essere sconti di pena. "Voglio solo giustizia, lei era lucida" erano state le parole di Morgante ai giornalisti che affollavano il Tribunale in occasione dell’udienza del 16 gennaio.

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