Carlo Tavecchio: «Ho le idee chiare, nessuno può calpestare me e la mia squadra»

Carlo Tavecchio: «Ho le idee chiare, nessuno può calpestare me e la mia squadra»
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Carlo Tavecchio: «Ho le idee chiare, nessuno può calpestare me e la mia squadra». Non tarda ad arrivare la risposta del candidato alla presidenza del CRL dopo le recenti polemiche

Carlo Tavecchio: «Ho le idee chiare, nessuno può calpestare me e la mia squadra»

Volente o nolente, risponderò presente… La marcia di Carlo Tavecchio verso l’assemblea elettiva del prossimo 9 gennaio, avviene giocoforza sulle note della canzone di Elisa e Ligabue. L’esperto dirigente federale, sin da quando ha deciso di ritornare in campo, oltre a strutturare la sua “squadra” ha dovuto fare i conti con altri avversari: un reggente che ha fatto tutto fuorché gli interessi delle società lombarde, una campagna denigratoria nei suoi confronti ed il crescente malcontento delle società lombarde, giunte all’alba del 2021 con il pesante fardello di una stagione della quale si sa ben poco, se non soldi da sborsare, protocolli da rispettare e ben poco altro…

Mentre rimbalza ancora l’eco dei botti di Capodanno, Carlo Tavecchio si mette dall’altra parte del monitor per fare il punto della situazione e fare chiarezza sui tanti aspetti di una campagna elettorale che non sta viaggiando sui binari del rispetto. “Le faremo anche domande scomode, se la sente?” è stata la premessa giunta dopo i convenevoli e gli auguri… Qual è stata la sua risposta lo capirete leggendo l’intervista da adesso in poi.

Siamo vicini alle elezioni, dove non sono mancati colpi di scena, come lo riassumerebbe?

«Quando ho accettato di candidarmi l’ho fatto con spirito di servizio. Le riassumo questa vicenda: mi chiamano i Consiglieri e mi chiedono di dare una mano al sistema perché Baretti, a loro dire, non è abbastanza contro i poteri romani. Poi cambiano idea e si dimettono in nome della sua malattia in attesa che guarisca e torni. Arriva un commissario che è il commercialista delle società di calcio e che prima candida il dimissionario Silini di Bergamo, molto vicino all’ex presidente, come Vice d’Area Nord poi, dopo aver ricevuto il “no” dei Presidenti, candida se stesso. Intanto riunisce le società e fa campagna elettorale chiedendo, come abbiamo visto accadere a Varese, di entrare nella lista di Pasquali. Per fortuna che questa cosa sarà testimoniata in opportuna sede. Chiudono i negozi che sono in ginocchio, non possiamo uscire di casa ma aprono per l’assemblea del CRL in presenza a Brescia, patria di uno dei candidati. Pochi giorni fa, apro il giornale e li vedo tutti nella stessa lista. Se mi avessero raccontato questa storia all’inizio avrei preso tutti per matti. Per non dimenticarci la giustizia sportiva. Un reggente che non ottempera ai decreti della giustizia sportiva autorizza tutte le società a fare la stessa cosa. Mai vista roba simile».

Pochi giorni fa anche i suoi Consiglieri si sono ribellati mandato una dura lettera a Pasquali cosa è successo?

«Dovrebbe chiederlo meglio a loro. Io posso dirle che in questi giorni abbiamo fatto tante riunioni zoom incontrando molte società. In alcune di esse , dei delegati della lista avversaria sono entrati per denigrare me e nelle loro riunioni zoom invece hanno denigrato gli stessi consiglieri. La lettera dei miei Consiglieri riporta frasi e fatti di queste circostanze. Si sono semplicemente stufati. Nella mia squadra ci sono donne, giovani e veterani, tutta gente perbene. Questa è già la mia vittoria e la loro. Certo è che ci stanno mettendo anima e corpo: il 31 notte stavano lavorando, leggendo decreti e pensando soluzioni da proporre post elezioni. Non è da tutti. Li ringrazio e li stimo».

Non riusciamo a capire cosa cambia tra voto in presenza ed on line. Lo spiega?

«Se il 4 gennaio venisse confermata l’assemblea in presenza a Brescia, credo che si capirà bene tutto. Nulla contro gli amici bresciani ma non ho mai visto svolgere le elezioni nelle città dei candidati. E’ un gesto non democratico. Peraltro metterebbe tutto il resto della Lombardia in difficoltà perché non è baricentrico. Non posso pensare che il reggente dia questo schiaffo agli altri associati. Allora perché non farla a Ponte Lambro? Non è questione di spazio. La trovo una tale assurdità che non voglio nemmeno pensarlo. On line non cambia nulla, fa solo si che non ci si esponga a rischi che dobbiamo evitare. E’ sensatezza».

Corsi e ricorsi per indire le elezioni. Cosa è successo secondo lei?

«Facile: hanno tolto i delegati alla Lombardia. Hanno messo il pagamento delle rate al 10 febbraio perentoriamente. Hanno fatto pagare per poi dopo poco fermare i campionati. Hanno fatto spendere soldi per seguire i protocolli. Hanno cercato di togliere il diritto di voto. Se non si fa come dicono loro si viene vessati. E’ esattamente il motivo per cui mi hanno chiamato in campo e di cui le società sono stufe. Io ho accettato perché non è giusto. Ecco svelato il motivo di questa guerra. Sono piccolo ma ho sempre dimostrato di essere all’altezza e di avere grinta all’occorrenza… (ride..ndr)».

Ha spaccato l’elettorato. Molti la amano molti la criticano...

«Si ricorda quando mi chiamavano il ragioniere di Ponte Lambro? Sono una formica, vicino alla gente. Sono un buono ma non mi faccio calpestare. Chi mi ha conosciuto sa che sono leale. La maggior parte delle critiche mi arriva via social. Se costruttive le accetto. Ho 1 anno in meno di Biden, lui è alla guida degli Stati Uniti, credo di essere pronto per quella del calcio dilettantistico lombardo in questo tragico momento. Poi, per essere puntuali, il CR è guidato dalle decisioni prese dal Consiglio, dalla collegialità delle persone. Le ripeto: guardi la mia squadra… Ci vuole molta esperienza per uscire da un periodo così complicato o tra pochi anni le associazioni lasceranno le chiavi in Comune. Me lo dicono in ogni riunione e io soffro nel sentirlo. Ho dedicato la mia vita ai dilettanti e sostengo ancora la squadra da casa mia».

Cosa farà se venisse eletto?

«Subito il 10 indirò una riunione zoom di tutte le società. Dobbiamo parlare della non ripartenza dei campionati, delle rate del 10 febbraio e dei protocolli. Dobbiamo dare immediatamente delle date certe perché le associazioni devono organizzare i tornei e fare cassetto. Ma se non hanno le date come fanno? Poi verrà tutto il resto del mio programma».

Vorrebbe dire qualcosa al candidato Pasquali?

«No non avrei grandi cose da dire… Gli manderò la fattura del mio legale da pagare al 50 per cento perché se oggi si può candidare è grazie ai miei ricorsi. Certo è che questa sua alleanza con Roma è veramente bizzarra. Ieri ho letto delle interviste. Il candidato Silini diceva “Pasquali per la continuità” mentre su un altro giornale c’era Pasquali “per il cambiamento”. Mi sono chiesto quale dovevo leggere. Alcuni candidati sono stati contattati il 29 dicembre, mancavano quote rosa nella lista, non credo che così sia un buon modo di strutturarsi ma di imbarcare pur di arrivare. Ci vuole tanto tempo per far lavorare sinergicamente una squadra. Sono rimasto stupito nel vedere dimissionari risalire a bordo. Potevano rimanere dove stavano e occuparsi di cose urgenti come le rate dei campionati. Questo non lo condivido assolutamente. Ma Roma è Roma, ed è arrivata fin qui».

Anno nuovo. Cosa dice alle società in vista del 9?

«Di non alimentare il sistema delle deleghe di voto in bianco, se vogliono un vero cambiamento. Concedere i propri voti in questo modo rovina il sistema. Andate a votare, consapevoli, fate incontri, chiamate i candidati e chiedete programmi ed idee. Se si continua ad alimentare questo modo, nulla cambierà perché non ci sarà consapevolezza ma solo scaltrezza. La Lombardia è una Regione che merita essere il “faro” per tutto il calcio dilettantistico. Andate a votare personalmente, non lasciate spazio ai giochi che rovinano il calcio perché è da voi che parte il cambiamento. Buona anno a tutto il calcio dilettantistico con amore che mi ha sempre legato a questa categoria».

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