le grandi imprese

I Knights vincono il campionato con gli under 17 e 19

La serie finale contro Somma Lombardo si era già messa bene dopo Gara1 in cui i Knights hanno saputo mettere 24 punti di distanza con i varesini

I Knights vincono il campionato con gli under 17 e 19
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Grande impresa per le giovanili dei Knights di Legnano che, schierando la squadra U19 con degli innesti U17, in un lungo campionato di DR4, hanno conquistato la seconda posizione alla fine della stagione regolare e hanno vinto senza mai rischiare tutte le serie playoff, che hanno dato alla nostra squadra la possibilità di giocare la DR3 nella prossima stagione.

I Knights vincono il campionato con gli under 17 e 19

La serie finale contro Somma Lombardo si era già messa bene dopo Gara1 in cui i Knights hanno saputo mettere 24 punti di distanza con i varesini che, per una serie che conteggia la differenza canestri, è già una più che discreta ipoteca.

Nella seconda gara Legnano ha saputo mantenere la calma controllando bene per tutti e 40 minuti e vincendo largamente per 78-67.

Complimenti e tanti applausi ai ragazzi e allo staff che li ha seguiti e, proprio a questo proposito, abbiamo chiesto a Gabriele Porrati allenatore della squadra (a cui hanno dato una mano anche gli altri allenatori del settore giovanile) e al nostro responsabile Paolo Tamborini un commento su questa stagione e sul fantastico finale.

Cosa significa per te e per i ragazzi questo risultato?

Vincere fa sicuramente sempre piacere, ma il valore di questa stagione va ben oltre la vittoria in sé.
I ragazzi hanno avuto la possibilità di iniziare a sperimentare un campionato senior, aggiungendo esperienza al proprio bagaglio personale, che gli sarà molto utile di qui a poco. A me, invece, è stata data la possibilità, alla prima esperienza, di mettermi in gioco in prima persona, lasciandomi lo spazio di commettere i miei errori e facendomi sempre sentire fiducia nel mio lavoro a prescindere dai risultati.

Te lo saresti mai aspettato ad inizio anno o sei rimasto sorpreso?

Se devo essere onesto al termine della seconda partita di campionato, dopo aver perso rocambolescamente contro Vergiate (squadra prima classificata al termine della stagione regolare), avevo promesso ai ragazzi che se avessimo fatto tesoro di quella sconfitta avremmo potuto giocarcela fino alla fine. Quelle parole erano senz’altro frutto più dell’emotività del momento che altro.
Avevamo certamente consapevolezza delle nostre potenzialità, ma nessuna certezza su dove saremmo potuti arrivare. Sono stati bravi i ragazzi in primis a crederci e ad arrivare fino in fondo.

Quale aspetto secondo te è stato il più importante per arrivare fino in fondo?

A fare la differenza è stata sicuramente la coesione del gruppo. Vedere una squadra che anche dalla panchina, a prescindere dai minuti giocati, era sempre pronta ad alzarsi in piedi ad esultare e incitare i propri compagni non è mai scontato.
Tutti i ragazzi hanno remato dall’inizio alla fine nella stessa direzione, mettendo sempre il Noi davanti all‘Io. Anche quando a metà stagione, dopo tre sconfitte di fila, siamo scivolati al sesto posto. In quel momento, dove un’altra squadra si sarebbe potuta slegare, noi abbiamo fatto quadrato e ripreso subito il nostro percorso chiudendo la stagione regolare con otto successi consecutivi.

PAOLO TAMBORINI

Da dove nasce l’idea o l’esigenza di far giocare una DR4 al gruppo U19?

L’idea è nata a fine settembre, con un doppio obiettivo: offrire ai ragazzi un’occasione in più per crescere sul campo e creare un ambiente competitivo dove anche i giovani allenatori potessero mettersi alla prova. La DR4 è stata pensata come una vera palestra: utile sia per dare minuti di gioco a tutti, sia per confrontarsi in contesti nuovi, stimolanti e talvolta anche sfidanti, fuori dalla routine dei campionati giovanili.

Ti aspettavi un risultato così positivo?

Il nostro obiettivo fin dall’inizio è stato chiaro: far crescere il gruppo, sviluppare i singoli e accompagnare questo percorso con un risultato importante. La vittoria era un traguardo che avevamo in mente, ma l’abbiamo sempre vissuta come una conseguenza naturale di un lavoro ben fatto, in cui tutti — squadra e staff — dovevano evolversi insieme.

Quando hai capito che questa squadra poteva arrivare fino in fondo?

Ci siamo concentrati su un principio semplice: dare sempre il massimo, una partita alla volta. Avevamo in testa un percorso di miglioramento costante, con l’idea che il girone di ritorno dovesse essere superiore all’andata. Da lì è cresciuta la consapevolezza che, lavorando bene e con continuità, potevamo arrivare lontano.

Secondo te, quanto è formativo questo campionato rispetto alla categoria U19?

Tutti i campionati sono formativi, ma bisogna affrontarli con obiettivi chiari. In questo caso, l’obiettivo principale era far crescere tutti: i ragazzi, nelle loro competenze tecniche e mentali, e il gruppo nel suo insieme. La vittoria non era un fine isolato, ma parte del percorso: volevamo vincere, sì, ma insieme alla crescita dei singoli e del collettivo.

E ora c’è anche la DR3, con la finale ormai vicina…

Sì, ci attendono le due finali — andata e ritorno. Ma per questo, ci aggiorniamo il 15 giugno…

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