La proposta "Comitato 27 ore" di Abbiategrasso: la risposta dell'assessore Baietta
"Sono mediamente 180 gli utenti fruitori del servizio che prevede, oltre alla fornitura del pasto, la sorveglianza dei bambini, anche con disabilità, sia durante il pranzo che prima dell’inizio dell’attività didattica pomeridiana"
L'assessore Marina Baietta del comune di Abbiategrasso ha voluto rispondere al "Comitato 27 ore" riguardo alla riduzione dei rientri pomeridiani da parte degli studenti.
La proposta "Comitato 27 ore" di Abbiategrasso: la risposta dell'assessore Baietta
"A seguito della lettera aperta inviata ai media locali dal neo Comitato 27 ore, nel confermare la disponibilità ad un incontro in presenza, desidero rendere pubblici alcuni dettagli inerenti il servizio “post 27 ore” con alcune considerazioni di taglio anche politico affinché, anche chi non è direttamente coinvolto, possa comprendere gli aspetti della discussione in essere per farsi un’opinione. Il tempo scuola di 27 ore è una delle modalità organizzative previste dall’ordinamento scolastico, su scelta delle famiglie, per la scuola primaria. Per questa tipologia di orario non è prevista l’obbligatorietà del servizio mensa che deve invece essere garantito dal Comune per gli alunni che frequentano il tempo scuola di 40 ore. Pur non essendo obbligatorio, il Comune, per contribuire alle richieste delle famiglie in termini organizzativi, da qualche anno ha deciso di organizzare il servizio a pagamento chiamato “post 27ore” su richiesta di due sole scuole (Terzani e Aldo Moro) nei tre giorni di rientro pomeridiano a suo tempo stabiliti dalle scuole stesse".
La riduzione dei giorni di rientro
"Sono mediamente 180 gli utenti fruitori del servizio che prevede, oltre alla fornitura del pasto, la sorveglianza dei bambini, anche con disabilità, sia durante il pranzo che prima dell’inizio dell’attività didattica pomeridiana. L’apertura dell’Amministrazione Comunale ad estendere il servizio “post 27 ore” anche al comprensivo Palestro, per garantire pari opportunità di offerta a tutti e tre gli Istituti scolastici e per soddisfare le richieste di iscrizione del bacino di utenza afferente la medesima scuola, è stata posta in un confronto con le Dirigenze Scolastiche. In tale sede si sono evidenziate le difficoltà del Comune sia per gli aspetti strettamente gestionali sia per l’imprescindibile attenzione alla sostenibilità futura del servizio anche in termini di equilibrio di bilancio e di compartecipazione politica su un servizio strettamente dedicato. Il confronto ha portato le Dirigenze Scolastiche alla rimodulazione dell’orario scolastico prevedendo che i bambini che si iscriveranno al tempo 27 ore alla classe prima a partire dall’anno scolastico 25/26 (circa 50 utenti) avranno due soli rientri pomeridiani senza che in alcun modo venga intaccata la quantità e la qualità dell’attività didattica dell’articolazione oraria a 27 ore. Gli iscritti al servizio in anni precedenti, termineranno il ciclo scolastico con i tre rientri pomeridiani".
L'opportunità del tempo pieno
"E’ bene puntualizzare che non esistono problemi di insolvenze su questo servizio perché si tratta di un prepagato ma non si può non considerare la difficoltà per il Comune di reperimento di personale qualificato di sorveglianza che si renda disponibile ad un impegno lavorativo circoscritto a poche ore e che non può essere sostituito da personale scolastico, come ipotizzato dal comitato 27 ore. La scelta scolastica ed educativa spetta senza dubbio alle famiglie ma l’amplificazione mediatica con tanto di raccolta firme (sostenuta anche da qualcuno che non è direttamente coinvolto) mi sollecita, politicamente, ad evidenziare il valore educativo e socializzante, oltre che di conciliazione famigliare, del tempo scuola 40 ore offerto da tutte le scuole cittadine, rispetto al tempo corto che, per sua natura, non può prescindere dalla disponibilità famigliare di poter gestire autonomamente gli orari ridotti. Ciò vale inevitabilmente sia che i rientri settimanali siano due, sia che siano tre. Nell'affrontare la nuova organizzazione del servizio, che ribadisco essere stata presa all'unanimità dai tre plessi scolastici e nel pieno rispetto dell'autonomia scolastica in materia di definizione degli orari, non posso che condividere il pensiero delle Dirigenze Scolastiche e di molte insegnanti che, per competenza e professionalità, tengono a sottolineare che, rispetto alle 27 ore, l'offerta didattica del tempo pieno è certamente più completa e calibrata anche grazie alla maggiore eterogeneità sociale delle classi. Diversi studi pedagogici dimostrano che il tempo pieno migliora i livelli di apprendimento e riduce significativamente la dispersione scolastica anche offrendo occasioni per attività extra curriculari che promuovono lo sviluppo di competenze “non-cognitive”, sociali ed emozionali. Per le premesse di cui sopra, ritengo che le criticità espresse dal neo costituito “comitato 27 ore” possano essere superate con la presa in considerazione del tempo pieno per il quale lo stesso Ministero dell'Istruzione e del merito ha investito importanti risorse economiche PNRR a conferma di come risulti la scelta più adatta per ampliare l'offerta formativa delle scuole e rendere le stesse sempre più aperte al territorio e per accogliere le necessità di conciliazione vita personale e lavorativa delle famiglie".