40 anni alla scuola Rizzoli: "Il mio grande amore"
L'insegnante di musica raggiunge la pensione: per 40 anni ha aiutato la scuola media pregnanese con una lunga serie di progetti
Dopo anni di insegnamento a molteplici generazioni di preadolescenti pregnanesi l’amatissima professoressa di musica Nicoletta Romanelli si appresta a concludere, una volta terminati esami e scrutini, il suo percorso alla scuola secondaria di primo grado dell'istituto Rizzoli di Pregnana.
"Il mio grande amore"
Dopo aver completato contemporaneamente gli studi al Liceo Classico Parini e al conservatorio di Milano per il corso di pianoforte e dopo essersi laureata in Lettere Moderne all’Università Statale di Milano, ha iniziato il suo percorso da insegnante alla scuola media A. Rizzoli di Pregnana Milanese, che non ha mai più lasciato.
«La "Rizzoli" di Pregnana è il mio primo, unico e grande amore. Ho sempre insegnato lì»
Afferma la Professoressa, per 40 anni nello stesso istituto. Un’insegnante «storica» che nella sua carriera non si è però limitata solo all’istruzione, bensì anche alla scrittura di numerosi libri e a diversi corsi di calligrafia.
Istituto Rizzoli
Perché ha deciso di insegnare ai ragazzi delle medie (e non a ragazzi più grandi o più piccoli)?
«Perché i ragazzi, in questa fascia di età, sono malleabili, aperti alla conoscenza e a nuove esperienze. Affrontano ogni proposta con entusiasmo e sono fonte di grande soddisfazione».
Come è cambiata la scuola in questi anni?
«Alcune cose sono certamente cambiate. Ad esempio l'atteggiamento dei ragazzi verso la scuola e gli insegnanti. Sarebbe davvero troppo riduttivo attribuire tutte le colpe all' uso e abuso del cellulare. In realtà la società di 40 anni fa non è quella di oggi. Purtroppo? Per fortuna? Difficile dirlo; certamente però questo ha come conseguenza il fatto che i ragazzi sono più sciolti con gli adulti. Ciò non significa mancanza di rispetto verso i docenti. Fortunatamente la Rizzoli pretende ancora il rispetto delle regole base del comportamento scolastico. E questo la rende ancor oggi riconoscibile sul territorio».
La musica per esprimersi
Qual è l’importanza, in un mondo tecnologico e digitale come il nostro, dell’insegnamento della musica?
«Apprezzo il grande sviluppo della tecnologia, ma la musica, come l'arte, la letteratura e tutte le manifestazioni dell'ingegno umano, resta imprescindibile nel percorso di un ragazzo, di un adulto, di chiunque. La musica a scuola è importante in quanto aiuta ad esprimersi ragazzi che magari incontravano difficoltà in altre materie. È una forma di espressione che fa emergere il meglio di ognuno di noi, nell'ascolto e nella pratica».
Cosa ha imparato in questi anni di insegnamento?
«Contrariamente a quello che si può pensare, e cioè che nel rapporto insegnante/allievo sia solo l'allievo ad apprendere, gli insegnanti hanno la meravigliosa opportunità di aprire una porta privilegiata sul mondo dell'adolescenza, sulle sue luci ed ombre, sulle sue contraddizioni. Conoscere i ragazzi è fondamentale per poter costruire con loro un percorso che abbia un senso e un valore. E in questo reciproco scambio anche noi impariamo molto».