Senzatetto saronnesi, chi sono? Interviene anche il consigliere Indelicato

Un riparo contro il freddo ma solo se si è nati a Saronno?

Senzatetto saronnesi, chi sono? Interviene anche il consigliere Indelicato

Il consigliere della minoranza Alfonso Indelicato si inserisce nel dibattito in città sull’aiuto ai “senzatetto saronnesi”.

Senzatetto saronnesi, la solidarietà si ferma al confine?

Si continua a discutere sull’iniziativa dell’Amministrazione di aprire un rifugio per ricoverare i senzatetto nelle notti più fredde. Non tanto sull’utilità o meno del rifugio, quanto sugli ospiti: nella nota dell’assessore Gianangelo Tosi, si parla di “senzatetto saronnesi”. A replicargli in un primo tempo l’ex collega di giunta Francesco Banfi: “Un aiuto imposto dalla polizia locale solo nelle notti più fredde”, aveva fatto notare, e negato “agli esseri umani non saronnesi che si trovassero a Saronno”. “E’ corretto, è equo, è giusto che il vigile a ciò preposto, alle ore 24 di una notte invernale, di fronte a due clochard sdraiati sulle panchine o per terra sotto un portico, carichi in macchina il saronnese e lasci il bengalese (o gambiano, o lazzatese, o caronnese, o milanese …) a crepare di freddo?, interviene il consigliere Alfonso Indelicato. “La questione qui non è giuridica, ma è intrisa della carne e del sangue di esseri umani”.

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“L’amministrazione non ha mai chiarito”

Se ne discute da una settimana ma ancora non è stato chiarito il senso di quei “saronnesi senzatetto”. “Alcuni ritenevano che con l’espressione ‘senzatetto saronnesi’ l’Amministrazione intendesse ‘qualunque senzatetto presente in Saronno’. Altri – riprende Indelicato –  tra i quali il sottoscritto, ritenevano, o quanto meno paventavano, che condizione necessaria per essere salvaguardato fosse proprio la condizione di residente. L’Amministrazione non è mai intervenuta sul punto. Né Tosi, né tanto meno il Sindaco, hanno mai spiegato se il non saronnese abbia la possibilità di essere ricoverato al caldo. E mi si permetta di dire che questo silenzio, considerata l’aria di spinto localismo che spira in piazza Repubblica, autorizza le interpretazioni più pessimistiche. In ogni modo se il Sindaco, l’Assessore o chi altri volesse fornire una rassicurazione sull’argomento, questa sarebbe graditissima, anche se a questo punto un po’ tardiva”.

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“Aiuto nell’emergenza poi rimpatrio”

Infine Indelicato anticipa le scontate critiche alle sue parole: “Non sono stato folgorato sulla via della Kyenge. Sono favorevole ai respingimenti e ai rimpatri. Condivido il Decreto Sicurezza nei suoi obbiettivi anche se mi riservo di verificarne l’efficacia. Sono del tutto insensibile agli inviti della CEI all’accoglienza indiscriminata e non mi ritengo per questo meno cattolico. Ma sono convinto che di fronte a un essere umano che rischia di morire per il freddo non gli si chiede se è nato al di qua o al di là di via Miola. Lo si mette al caldo, lo si rifocilla, gli si regala giubba e maglione. Dopodiché lo si mette sull’aereo sotto scorta e, se non ha diritto a rimanere in Italia, lo si riporta nel luogo da dove è venuto”.

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