Presidio della Lega in difesa delle donne iraniane
I giovani attivisti della Lega si sono presentati con cartelli che riportavano alcune delle violenze e delle uccisioni commesse dalle forze di polizia iraniane
Lega giovani del Ticino hanno manifestato ieri, 8 marzo, davanti al consolato dell'Iran per dimostrare la propria vicinanza alle donne iraniane.
Presidio della Lega per le donne iraniane
Si è svolto ieri pomeriggio, nei pressi del consolato dell’Iran a Milano, il presidio dimostrativo della Lega Giovani in difesa delle donne iraniane e contro la brutale repressione del regime di Teheran, promosso dall’eurodeputata lombarda Isabella Tovaglieri, componente della Commissione FEMM-Diritti delle donne del Parlamento europeo.
I giovani attivisti della Lega si sono presentati con cartelli che riportavano alcune delle violenze e delle uccisioni commesse dalle forze di polizia iraniane, dalla morte di Mahsa Amini all’avvelenamento di centinaia di bambine nella città santa di Qom. Dopo aver letto ad alta voce le notizie relative a questi fatti, hanno strappato i cartelli in segno di condanna. Al termine del presidio, l’europarlamentare Tovaglieri e le giovani leghiste hanno deposto davanti al consolato iraniano alcuni mazzi di mimose dedicati simbolicamente a tutte le donne dell’Iran che lottano, con coraggio e a rischio della vita, per i propri diritti.
Il commento di Christian Colombo
"Nel silenzio assordante dell’Europa e della comunità internazionale, come giovani impegnati nella politica e nelle istituzioni sentiamo il dovere di tenere accesi i riflettori sui crimini commessi dal regime fondamentalista contro le bambine, le ragazze e le donne iraniane che, in questo giorno emblematico per i diritti femminili, non possono festeggiare alcuna conquista ma solo piangere altre donne uccise, incarcerate o violentate perché non portavano correttamente il velo, perché hanno manifestato in piazza o semplicemente perché volevano andare a scuola – ha dichiarato Christian Colombo, coordinatore della Lega Giovani Ticino- Con questa battaglia per le donne iraniane vogliamo presidiare anche le nostre libertà e i nostri valori occidentali, messi a rischio da culture arcaiche e tribali, che si stanno radicando nel nostro Paese dopo anni di immigrazione incontrollata, come ha dimostrato il caso di Saman Abbas".