«'Ndrangheta, queste persone non c’entrano con la comunità»

Il sindaco di Gudo Visconti Omar Cirulli: “Ci iscriveremo ad Avviso pubblico per ribadire la nostra condivisione sui temi dell'antimafia. Ma no a ricostruzioni sensazionalistiche»

«'Ndrangheta, queste persone non c’entrano con la comunità»
Pubblicato:

Il sindaco di Gudo Visconti Omar Cirulli: “Ci iscriveremo ad Avviso pubblico per ribadire la nostra condivisione sui temi dell'antimafia. Ma no a ricostruzioni sensazionalistiche».

«'Ndrangheta, queste persone non c’entrano con la comunità»

«Tutti a Gudo Visconti»: con queste parole il direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio ha introdotto agli 1,7 milioni di follower della sua pagina Facebook l'articolo di approfondimento che la sua testata ha pubblicato a seguito dell'operazione «Quadrato 2». Un articolo che ricostruisce le dinamiche che hanno portato i boss della 'ndrangheta storicamente radicati tra Corsico e Buccinasco a prendere dimora nell'Abbiatense, tra Calvignasco, Gudo Visconti, Bubbiano, Vermezzo con Zelo, Casorate. Tutto nelle carte delle tante inchieste susseguitesi in questi anni. I fatti sono fatti.

Ma a destare preoccupazione a chi vive in questi territori è tuttavia talvolta il registro della narrazione con cui tali fatti sono esposti ad un pubblico nazionale, a volte con qualche semplificazione che fa storcere il naso. Sfumature che – involontariamente o meno – sembrano gettare ombre ancora più lunghe rispetto agli stessi inquietanti fatti di cronaca, etichette con le quali può divenire scomodo convivere.

Ed è su questo che il sindaco di Gudo Omar Cirulli ritiene di fare qualche puntualizzazione: «Che qualche affiliato alla 'ndrangheta abiti a Gudo, non è una informazione di primo taglio giornalistico. Un paio di famiglie vivono in paese da quasi 30 anni, altre da molto tempo. Ma nessuno mai si è curato di segnalare che queste persone fanno una vita totalmente separata dalla comunità, a tal punto che molti di questi personaggi non si sono mai visti girare per le nostre strade, frequentare i luoghi pubblici, vivere in mezzo ai loro concittadini. Il Comune evidentemente (e fortunatamente) non è mai stato attraente per i loro affari, che nello specifico noi tutti nel corso degli anni abbiamo conosciuto solo attraverso successive cronache giudiziarie».

Cirulli prosegue: «A nome dell’Amministrazione comunale, abiuriamo una forma giornalistica di tipo “sensazionalista”, il più delle volte capace solo di creare false e tendenziose affinità tra il Comune ed i mafiosi, con la sottesa regia degli amministratori pubblici. Un vecchio refrain, che insiste sul “detto-non detto” che periodicamente viene sviluppato, ma che oggettivamente ha stufato. Per questo il Comune, su conto di un’iniziativa della giunta comunale, ha deciso di iscriversi ad Avviso pubblico, onde dare ufficiale segnale di condivisione sui temi dell’antimafia».

LEGGI ANCHE: 'NDRANGHETA NELL'ABBIATENSE, MONICA FORTE: “LA SOCIETA' CIVILE REAGISCA”

LEGGI ANCHE: PERCHE' I CLAN CALABRESI HANNO SCELTO L'ABBIATENSE

TORNA ALLA HOME PAGE PER LE ALTRE NOTIZIE

Seguici sui nostri canali