Michela Bondardo: "Mi candido per occuparmi delle persone"
"Per ora non ho un programma – ha affermato Bondardo – Per sapere come muoversi abbiamo prima bisogno di parlare con la gente perché il programma si costruisce ascoltando".
"Alcuni mi conoscono già perché mia mamma Santina aveva una attività commerciale in paese", ha esordito così Michela Bondardo, la donna scelta dalla coalizione di centrosinistra Cesate Insieme per candidarsi a sindaco. Si è svolta la presentazione era pienissima tanto che alcuni si sono sistemati nel corridoio.
Michela Bondardo
"Sono assistente sociale per il Comune di Milano dal 1989; ho scelto una branca che mi piace e ne sono sempre stata convinta. Il sociale mi interessa – ha precisato la candidata – La politica deriva dall’avere a che fare con le persone perché è un dedicarsi all'altro".
Laureata, classe 1962, sposata nel 1987, due figli (uno lavora all’estero).
"Sono andata in Africa per un progetto e dopo il concorso ho iniziato a lavorare con i minori a Quarto Oggiaro. Dal 2010 sono responsabile del servizio. Per anni sono stata nel Cda di un organismo non governativo e faccio parte di un Gruppo di acquisto solidale. In poche parole il mio interesse è di occuparmi della gente. Il mio lavoro mi appassiona. Ho accettato la proposta di entrare ex novo in politica perché mi sento stimolata dal voler risolvere i bisogni di Cesate che in fondo è il mio paese e vorrei mettere a frutto le mie competenze".
Il programma
Qualche accenno sul cotonificio Poss con la lotta dei lavoratori e sulla architettura innovativa del Villaggio Ina.
"Mi piacerebbe coordinare più che pensare alla poltrona perché in fondo un lavoro che mi realizza ce l’ho già. I ragazzi hanno bisogno di qualcosa in più oltre agli oratori. Va Inserito un programma educativo e di supporto alle scuole".
"Michela in caso di elezione non sarà mai sola – ha precisato il capolista Luigi Motta, le daremo il miglior supporto".
Dal pubblico non sono mancate le considerazioni sulle associazioni che negli ultimi anni sarebbero "state abbandonate e sono morte", "maltrattate ed escluse mentre invece vanno sostenute", "Amici della piazza funzionava molto meglio prima", ha detto un altro dal pubblico.
"Per ora non ho un programma – ha ripreso Bondardo – Per sapere come muoversi abbiamo prima bisogno di parlare con la gente perché il programma si costruisce ascoltando".