L'esperienza del refettorio diventa... un libro

L'autore è Marco Lattuada: ecco come è nato il libro.

L'esperienza del refettorio diventa... un libro
Pubblicato:
Aggiornato:

Piazza Duomo. Turisti, impiegati in pausa pranzo, un gran viavai. Un uomo distinto, nell'indifferenza più totale, si avvicina ad un cestino, prende un cartone semi vuoto della pizza, stacca velocemente un pezzo di mozzarella e lo ingoia velocemente. Una scena lunga un istante, che ha posto le basi di quello che oggi è «Forza! Questo è il grembiule», il libro che raccoglie l'esperienza del refettorio Non di solo pane. Quando, quattro anni fa, il magentino d'adozione Marco Lattuada fu testimone involontario di quella scena, ancora la grande avventura del refettorio non era realtà. E quando, pochi mesi dopo, il progetto prese le prime mosse, Lattuada pensò che quello era stato un segno del destino. Lui, che in passato aveva già mosso qualche passo nel mondo del volontariato con l'opera di San Francesco, si buttò a capofitto in quella che allora era una grande scommessa del prevosto don Giuseppe Marinoni, che raccoglieva una proposta di Aurelio Livraghi. Ma bastarono pochi incontri e qualche dialogo per capire che quella era la strada giusta. I volontari arrivarono a decine, disposti a dare una mano, ognuno come poteva. Oggi Non di solo pane è una splendida realtà cittadina, una ricchezza della comunità che funziona come un'azienda: ognuno ha un ruolo e contribuisce alla grande macchina di solidarietà di cui Lattuada è un ingranaggio, lì in quel centro San Francesco e santa Chiara tenuto come un gioiellino da tanti volontari come Renato Sartirana.

L'esperienza del refettorio diventa... un libro

Aiuto cuoco, poi responsabile di turno. Poi nella sua azienda Marco coglie l'opportunità di raccontare questa esperienza. Il suo video impressiona tutti e diventa il testimonial di Non di solo pane. «Fare e raccontare» lo slogan. Nelle scuole di vari ordini e grado, negli oratori, nelle parrocchie. Target diversi, per cui servono linguaggi differenti. L'obiettivo è coinvolgere, non annoiare mai. Marco scrive i suoi discorsi, ma annota anche le reazioni, le domande, gli spunti. Ancora non lo sa, ma sta collezionando dei racconti di «vissuto», in cui confluisce l'esperienza dei volontari, degli ospiti, ma anche del pubblico che, grazie ad un metodo vincente, diventa esso stesso protagonista della storia. I ragazzi ascoltano, imparano, ma danno anche una mano: apparecchiano, sistemano, diventano parte della grande avventura. Capitoli di un libro che, lo scorso Natale, ha preso forma. E che oggi è in vendita alla libreria Memoria del Mondo, nel refettorio di via Moncenisio, nei banchetti fuori dalle chiese della comunità pastorale nel weekend del 14 e 15 settembre, il 29 alla festa delle associazioni.

«Forza questo è il grembiule»

«Forza questo è il grembiule»: una grafica smart, alcuni disegni da colorare per i più piccoli, i simboli di un messaggio forte e di un'opera silenziosa: il pane, l'acqua fonte di vita e quel grembiule intriso di operosità e dedizione gratuita. Il primo capitolo richiama alla prima lezione di ingegneria gestionale. Poi tante esperienze, ognuna con un titolo frutto di quel vissuto, tra il pubblico del suo raccontare la mensa. Strategia, amicizia, regole di convivenza, passioni. C'è di tutto in questo libro, che non è romanzato (non ne ha bisogno) ma è vivo. «E chissà che possa continuare – dice l'autore -. Il mio nome può essere sostituito da quello di ogni volontario. Qui ci sono le emozioni di tutti, la voglia di fare la consapevolezza, come dice don Giuseppe, di educare con un messaggio le nuove generazioni. Qualcuno si fa conquistare e rimane, proprio due nuovi volontari si sono aggiunti in questi giorni». Educare al servizio gratuito, all'aiuto al prossimo, all'essere una comunità attenta e solidale. «Ogni volontario è parte di questa famiglia, così come ogni ospite. C'è chi viene qui per bisogno, chi perché solo e trova una casa, due parole, un piatto caldo. Chi viene con la famiglia, i bambini. Chi da qui riparte e si rifà una vita. Come volontari oltre a “fare”, abbiamo il dovere di raccontare, perché questa esperienza diventi... contagiosa». Un'operosità silenziosa che, però, può e deve far rumore. E che ora è raccolta in un libretto di agevole lettura a portata di tutti.
Valentina Pagani

Seguici sui nostri canali