Le sezioni ANPI di ANPI Gaggiano, Abbiategrasso, Corsico, Buccinasco, Trezzano sul Naviglio, Rosate, Opera, Locate triulzo, Pieve Emanuele e il Coordinamento ANPI Magentino contro l’intitolazione di una via a Giorgio Almirante a Cisliano, approvata dalla Giunta a febbraio.
Via Almirante a Cisliano? L’ANPI dice no
Una via a Giorgio Almirante? L’ANPI si oppone. Di seguito la nota delle sezioni:
“L’intitolazione di una via ad un personaggio della storia dovrebbe essere un riconoscimento al suo percorso di vita personale, per aver contribuito a far crescere il nostro paese democraticamente e culturalmente nelle forme più disparate (arti, scienze, ecc.), rendendo orgoglioso chiunque passi per quella via nel leggere il suo nome.
Giorgio Almirante, ovvero chi negli anni della “guerra civile” si distinse per la sua attività anti partigiana e di collaborazione con il nazismo, non può certo rientrare nel novero degli uomini illustri ai quali intitolare una via.
Chi dal 1938 al 1942 fu segretario del comitato di redazione della rivista antisemita e razzista “La difesa della razza”, che uscì in seguito alla pubblicazione del Manifesto della razza nel 1938 e che, nell’immediato dopoguerra, come politico si distinse spesso con discorsi e temi di stampo fascista e di disprezzo nei confronti della democrazia e della Repubblica italiana, a capo del MSI, non ha diritto di essere ricordato con una strada.
Chi potrebbe essere “orgoglioso” di passare lungo una via intitolata a Giorgio Almirante, se non parte di quella destra nostalgica, che passo dopo passo, atto dopo atto, vuole cancellare i valori della Resistenza ed i principi di democrazia e libertà che la nostra Costituzione ancora rappresenta?
Noi come Anpi esprimiamo la nostra indignazione, così come alcuni cittadini di Cisliano che ci hanno segnalato l’accaduto. Per testimoniare la contrarietà di parte della cittadinanza, pubblichiamo una bellissima lettera di un cittadino, figlio di un partigiano morto in un campo di concentramento, destinata all’Amministrazione comunale e alla Sindaca di Cisliano.
Come Anpi vigileremo attentamente, affinchè questa via non venga mai realizzata”.
La lettera al sindaco Mora
Non solo l’ANPI. Anche Giancarlo Rizzi, figlio del partigiano Delfino Rizzi, ha deciso di scrivere alla sindaca di Cisliano Ilaria Mora chiedendo di non intitolare la via al fondatore e segretario del Movimento Sociale Italiano.
Di seguito, la sua lettera:
Ill.ma dott.ssa Ilaria Mora
Sindaco di Cisliano
Sono figlio del Partigiano Rizzi Delfino della brigata Matteotti, arrestato il 30 dicembre 1944 a Crotta d’Adda (CR) dalla Guardia Nazionale Repubblicana (GNR) agli ordini del colonnello Tampini, responsabile dell’ Ufficio Politico Investigativo (UPI) di Cremona successivamente trasferito nel campo di transito di Fossoli. Il 15 giugno 1944 fu deportato dal binario 21 di Milano col trasporto Nr. 5 a Mauthausen dove morì nel marzo 1945.Nel corpo (GNR) paramilitare militava il tenente Giorgio Almirante, già segretario di redazione del giornale ‘La difesa della razza’, successivamente promosso capitano delle Camicie Nere (C.N.). I compiti della GNR erano essenzialmente di polizia politica: la ricerca, l’arresto e l’incarcerazione e la soppressione di quegli Italiani non allineati alla cosiddetta Repubblica di Salò. Le Brigate Nere erano invece dedicate ai rastrellamenti nelle aree ove agivano i partigiani italiani. G. Almirante partecipò in veste di capitano ai rastrellamenti in val d’Ossola.
Entrambi i corpi in cui Almirante operò si distinsero per atrocità, torture, eccidi a danno di civili, donne, uomini e patrioti italiani in ossequio alle direttive del comando tedesco a cui la cosiddetta Repubblica di Salò si sottomise con zelo servile. I tedeschi così poterono distrarre da questi compiti forze militari da utilizzare contro le Forze Alleate.
Mi perdoni questa piccola parentesi storica: penso che la sua giovane età non le consenta di conoscere appieno la tragicità e gli orrori di quel periodo che va dal luglio 1943 ad aprile 1945. Se vuole approfondire l’argomento può contare su una bibliografia sterminata di questo periodo storico, molto più accurata della biografia di Almirante da voi usata in fase di delibera.
Se invece vuole credere a quanto le ho riassunto, capirà quanto dolore, indignazione e offesa abbia arrecato l’approvazione della delibera Nr. 20 del 22/2/2025 che dedicava una via di Cisliano a Giorgio Almirante. Consideri pure che delle 49 vie o busti persino un ponte, 46 sono state dedicate in paesi situati nell’Italia meridionale da Roma in giù.
Quell’Italia non ha sofferto delle innumerevoli atrocità compiute dai militi delle C.N. e della GNR per cui si può forse capire che sia stata apprezzata solamente l’attività parlamentare svolta nel dopoguerra da Almirante.
Ma nelle nostre contrade non c’è nulla che possa far dimenticare la sua attività nei ranghi del fascismo mussoliniano se non l’amnistia voluta da Togliatti nel 1946. Consideri poi che in questo paese in cui vivo da oltre cinquant’anni, prevalentemente governato da Sindaci provenienti dalla Democrazia Cristiana, mai nessuno di loro avrebbe anche solo pensato ad una simile decisione; ecco perché non comprendo come il Sindaco in carica possa accettare questa decisione, considerandone anche l’origine genovese, città medaglia d’oro ‘al valor militare per la guerra di liberazione’, città dove le armate tedesche in Liguria si arresero ai Partigiani a villa Migone.
Genova anche tutt’ora è antifascista anche se talvolta elegge persone di destra. Per questi motivi non trovo nessuna ragione logica che ha determinato questa scelta (unica in Lombardia), non ne trovo alcuna e mi sembra surreale che una forza politica minoritaria seppur inserita nella maggioranza, chieda e ottenga una simile mostruosità divisiva e sicuramente aborrita dalla maggioranza dei cislianesi.
Gentile signora la prego non faccia arrossire l’eroica Lanterna e protegga la sua integrità morale: si dissoci da questa impopolare e malaugurata decisione, la cui responsabilità è comunque del Sindaco e adotti tutto quanto possibile per annullare questa infame delibera: è questo l’unico modo per difendere la sua dignità.
Oltre la speranza in un suo ravvedimento, non ho molto altro da dirle se non farle i migliori auguri perché possa realizzare quanto richiesto.
Cordiali saluti.Giancarlo Rizzi