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Intitolazione di una via a Ramelli, l'Anpi: "Una scelta divisiva"

"La pietà verso le vittime deve essere autentica e doverosa. Tuttavia è inaccettabile ogni tentativo di strumentalizzare la memoria separandola dal contesto storico in cui si è formata."

Intitolazione di una via a Ramelli, l'Anpi: "Una scelta divisiva"
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Nel prossimo Consiglio Comunale del 5 giugno a Pero una mozione del Gruppo di maggioranza propone l'intitolazione di una via (o di uno spazio pubblico) alla memoria di Sergio Ramelli. Una scelta che l'Anpi cittadino è divisiva e non dovrebbe riaprire profonde divisioni come avvenute negli anni '70.

Intitolazione di una via a Ramelli, l'Anpi: "Una scelta divisiva"

"Ramelli, militante del Fronte della Gioventù (organizzazione giovanile dell'allora MSI), nel 1975 rimase ucciso dopo un'aggressione subita da militanti di Avanguardia Operaia. Fu un omicidio barbaro così come furono quelli di Claudio Varalli, anch'egli diciottenne, di Alberto Brasili, 19 anni, vittime nel mese successivo di gruppi neofascisti. In quegli anni ci furono altri giovani uccisi da opposte fazioni. Tra loro Fausto e Iaio a Milano, Valerio Verbano a Roma. Di questi ultimi delitti mai si è giunti all'individuazione dei responsabili, anche se la matrice della destra estrema è certa - fanno sapere dall'Anpi - Decine di giovani vite spezzate in un periodo di tensioni ideologiche, dell'odio tra opposti schieramenti, mentre parti deviate dello Stato organizzavano la strategia della tensione, con stragi di mano fascista, volte a minare la vita democratica e le lotte studentesche e operaie in atto".

No a strumentalizzazioni delle vittime

"La pietà verso le vittime deve essere autentica e doverosa. Tuttavia è inaccettabile ogni tentativo di strumentalizzare la memoria separandola dal contesto storico in cui si è formata. Un simile approccio rischia di condurre verso una pericolosa esaltazione del periodo fascista, la dittatura che ci privò della libertà, contro cui la nostra comunità ha lottato con coraggio, pagando un prezzo altissimo di vite, tra i partigiani e nei lager nazisti. In questo modo si corre il rischio di svuotare le commemorazioni dal loro vero significato trasformandole in manifestazioni che, nei simboli e nei contenuti culturali, finiscono per assumere toni apologetici. Al nome di Ramelli, per esempio, sono da ascrivere le commemorazioni, piene di saluti fascisti ed esaltazioni del neofascismo, che siamo costretti a vedere a Milano ogni anno.
Oggi si dovrebbero trovare forme condivise di memoria di quelle vittime, non già per una rilettura neutra delle responsabilità ma per evitare rinnovati conflitti volti esclusivamente a creare ad arte tensioni e danni nelle nostre comunità. ANPI, attore costante nell'affermazione dei valori della Costituzione, proprio nell'80° anniversario della Liberazione dal nazifascismo, si oppone fermamente a questa scelta inopportuna e divisiva, affatto concordata con gli estensori della mozione".

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