Il Governo scioglie gli indugi: chiuse tutte le attività produttive non indispensabili
Il premier Conte: "Rallentiamo il motore produttivo del paese, ma non lo fermiamo. Rialzeremo la testa quanto prima".
Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte poco fa (sono le 23.30 di sabato 21 marzo 2020) ha dato in diretta Facebook importanti comunicazioni a tutta la nazione.
Chiuse tutte le attività produttive non indispensabili
Il discorso integrale del premier:
Ho scelto sin dall’inizio la linea della trasparenza e della condivisone, ho scelto di non minimizzare e non nascondere la realtà.
Siamo tutti partecipi della crisi più difficile dal secondo dopoguerra per il nostro Paese. Sono giorni durissimi: immagini e notizie che ci feriscono.
I molti decessi per noi, per i nostri valori, non sono semplici numeri: piangiamo delle persone.
Le misure sin qui adottate richiedono tempo prima che possano avere effetto: dobbiamo continuare a rispettare tutte le regole con pazienza e fiducia.
Sono misure severe, ne sono consapevole, ma non abbiamo altra scelta: in questo momento dobbiamo resistere per tutelare noi stessi e le persone che amiamo.
Un sacrificio per altro minimo se paragonato a quello che stanno facendo altri concittadini negli ospedali e in altri luoghi cruciali del paese, dove c’è che rischia molto di più.
Penso ai medici, agli infermieri, ma anche alle Forze dell’ordine, ai commessi, alla protezione civile, ai farmacisti, agli autotrasportatori, ai lavoratori dei servizi pubblici e agli operatori dell’informazione.
Chiudere ogni attività produttiva che non sia cruciale è indispensabile a garantirci beni essenziali.
Abbiamo lavorato tutto il pomeriggio per stilare una lista dettagliata in cui sono indicate le filiere di pubblica utilità:
Rimangono aperti tutti i supermercati e i negozi: nessuna restrizione, massima calma e no a una corsa agli acquisti che in questo momento non avrebbe alcuna ragion d’essere.
Aperte anche farmacie e parafarmacie.
Garantiti i servizi bancari, postali, assicurativi e finanziari.
Così anche i trasporti.
Sarà concesso solo lavoro in smart working.
E potranno rimanere aperte solo attività produttive rilevanti per la produzione nazionale.
Rallentiamo il motore produttivo del paese, ma non lo fermiamo.
E’ un passo necessario per affrontare la fase più acuta del contagio: l’emergenza sanitaria si sta tramutando anche in emergenza economica, ma lo Stato c’è, lo Stato è qui.
Il Governo interverrà con misure straordinarie che ci consentiranno di rialzare la testa quanto prima.