Gioco d'azzardo, una rete cittadina per fermare la piaga
Quasi sessanta realtà del tessuto cittadino rhodense, al partire dal Comune guidato dal sindaco Andrea Orlandi, da Asst Rhodense e da Ats Milano
Gioco d'azzardo, 60 realtà sottoscrivono un patto per fermare il problema: c'è anche Rho.
Gioco d'azzardo, la battaglia
Quasi sessanta realtà del tessuto cittadino rhodense, al partire dal Comune di Rho guidato dal Sindaco Andrea Orlandi, da Asst Rhodense e da Ats Milano, hanno sottoscritto sabato 20 maggio 2023 un Patto di comunità contro il gioco d’azzardo dal titolo "Non giochiamoci il futuro". Una carta di intenti che impegna tutti i firmatari a informare della situazione sempre più preoccupante, a contenere la comunicazione sulle vincite, a favorire la prevenzione e diffondere il numero del SerD 02-994304944, a proporre altre modalità di gioco e incontro, a formare docenti e genitori, a sostenere chi è caduto in trappola e gli esercenti pronti a dismettere le slot machine. "Obiettivo comune è contrastare ogni forma di gioco d’azzardo che produce dipendenza - si legge nel testo - Non vogliamo che altri si giochino il loro futuro, vogliamo costruire una comunità capace di reagire e vogliamo proteggere i più giovani garantendo loro una crescita sana e serena". Le due Giornate di sensibilizzazione contro il gioco d’azzardo del 20 e 21 maggio non rappresentano una meta ma solo un punto di partenza. Lo slogan, in sintesi, è “Rho c’è contro l’azzardo perché le tante modalità messe in campo x attirare giocatori generano disperazione e rovina e questo non è accettabile”. All’appello lanciato mesi fa dall’assessore alla Legalità Nicola Violante hanno risposto in molti e l’Amministrazione ha voluto ringraziare tutti per l’impegno e l’entusiasmo riscontrato nel costruire il programma della due giorni che prevede la sera di sabato 20 alle ore 21 al Teatro Civico de Silva lo spettacolo gratuito "Mister Jackpot" e domenica 21 una serie di giochi in dodici punti del territorio tra cui un quadrangolare tra le forze dell’ordine. ASeR Spa ha fornito gadget da distribuire ai bambini che parteciperanno.
La lotta delle istituzioni
"Quando abbiamo conosciuto i numeri che riguardano il nostro territorio abbiamo deciso che dovessero essere noti a tutti per diffondere la consapevolezza di quanto si gioca qui e di quanto siano coinvolti anche i bambini - ha detto Nicola Violante - Dietro i numeri ci sono famiglie e spesso dei drammi. Era importante informare e costruire una rete con tutti i soggetti della società civile. Non abbiamo l’ambizione di risolvere il problema ma il Patto di comunità dice che la città è attenta e si impegna a tenere acceso un faro. Da qui parte un lavoro per arrivare a un protocollo di intesa che indichi le attività specifiche che ciascuno possa mettere in campo. Ringrazio l’associazione di Comuni Avviso Pubblico che ci ha supportato, come anche BPer Banca, che ha condiviso con noi questo percorso".
Toccante la testimonianza di Alessandra Mureddu, romana di origine sarda: il suo racconto, emerso in qualche pagina elaborata durante un corso di scrittura, è stato pubblicato da Einaudi nel libro "Azzardo" che la Libreria San Vittore ha messo a disposizione dei partecipanti al convegno. "Io rientro nelle statistiche, sono un numero. Non si diventa compulsivi in un attimo, io giocavo ogni tanto al casinò, mi piaceva andarci ma poi a Roma non c’era. -. ha raccontato - Non ho provato interesse per il gioco finché non hanno aperto sale gioco nel 2006 ricreando l’ambiente del Casinò, moquette, assenza di finestre, profumazioni forti. Un ambiente riconoscibile in modo sensoriale. La mia è una famiglia disfunzionale, nessuno ricopriva il suo ruolo di padre, madre e figlia. Mio papà era molto rigido e votato al sacrificio: sono stata spinta a pedinarlo quando non veniva mai a casa, come fossi io la moglie. Non c’erano tradimenti, era andato in pensione e giocava. Un giorno entrai in quella sala, mise una banconota nella macchinetta e io vinsi 900 euro. Mi vergognavo, ero pietrificata, ma lui mi disse “brava” e non me lo aveva mai detto. Quando aprì una sala sotto casa, facevo le stesse cose che faceva lui. Dopo un anno ero compulsiva, poi fu sempre peggio per nove anni. Il punto più basso è stato quando ho rubato e portato al compro oro tutto l’oro di famiglia, quello che mi hanno dato in cambio l’ho giocato in un paio di giorni”.
Il convegno ha visto protagonisti Angela Fioroni, da anni impegnata nella campagna Mettiamoci in gioco; Daniela Capitanucci, psicoterapeuta, fondatrice e anima di Azzardo e Nuove dipendenze; Alessandra Mureddu, autrice del libro autobiografico “Azzardo”; il primario del Serd, dottor Renato Durello e Riccardo Raimondi, per BPer Banca, che ha sostenuto l’evento e ha realizzato con Avviso Pubblico un vademecum diffuso in questi giorni in tutta la città.