Gas Radon, via al monitoraggio del gas killer
Il Comune chiede ai concittadini di aderire all'iniziativa. La sostanza, inodore, è la seconda causa di tumore al polmone

Gas radon, a Buscate via alla campagna di monitoraggio del gas killer.
Gas radon, la campagna di monitoraggio
La campagna 2024-2025 di rilevazione del gas radon è in corso anche a Buscate e il sindaco Fabio Merlotti invita i suoi concittadini a prenderne parte. Realizzata da Regione Lombardia in collaborazione con Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) e i Dipartimenti di Prevenzione delle Ats, tale campagna prevede l’installazione da parte di Arpa di un dispositivo delle dimensioni di una piccola batteria in un ambiente situato al piano terra, o al massimo rialzato, della propria abitazione, con l’obiettivo di monitorare i livelli di questo gas radioattivo naturale, inodore e incolore, che, dopo il fumo di sigaretta è la seconda causa di tumore polmonare.
La Lombardia, per le sue caratteristiche geologiche, è potenzialmente a rischio per la presenza di radon, la cui concentrazione, in genere bassa all’aperto, può raggiungere livelli elevati in ambienti chiusi, specialmente ai piani più vicini al terreno, perciò, per valutare rischio associato alla sua esposizione, la Regione attua da qualche anno queste misurazioni in diversi Comuni, e Buscate è tra quelli oggetto dell’indagine corrente.
Gli obiettivi
"Non bisogna fare nulla né sostenere spese, il dispositivo non consuma corrente e non emette alcun tipo di onde e gli esiti del monitoraggio non porteranno ad alcuna conseguenza, lo scopo è unicamente quello di acquisire informazioni relativamente a questo aspetto - ha spiegato il primo cittadino Merlotti - Candidarsi è molto semplice, si viene selezionati sulla base di un questionario. Io ho deciso di aderire e spero che prenda parte un buon numero di buscatesi, così da avere un quadro dettagliato della situazione del nostro Comune».
Informazioni si possono trovare in municipio.
"La vera fonte di esposizione alle radiazioni è dovuta ai suoi prodotti di decadimento (i 'figli'), anch’essi radioattivi, che si fissano al pulviscolo atmosferico e irraggiano il tessuto polmonare e bronchiale dove tale pulviscolo viene immesso tramite la respirazione - ricordano da Arpa - Il dna delle cellule colpite può essere danneggiato e se i meccanismi di riparazione cellulare non sono sufficienti si può sviluppare, anche a distanza di anni, un tumore polmonare".