Fuga di imprese dall’Italia Regione Lombardia prova a fermarle

Approvato ieri in Commissione Attività produttive in Regione il progetto di legge contro la delocalizzazione.

Fuga di imprese dall’Italia Regione Lombardia prova a fermarle
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Fuga di imprese: pronto un progetto di legge anti delocalizzazione.

Fuga di imprese dalla Lombardia: mesi contati?

Approvato ieri in Commissione Attività produttive in Regione il progetto di legge contro la delocalizzazione.

In pratica, i bandi regionali per l’erogazione di benefici finanziari prescriveranno d’ora in poi un obbligo di mantenimento delle attività aziendali sul territorio regionale o di uno degli Stati dell’Unione europea per almeno cinque anni. Per chi non ottempera, pena la decadenza dal beneficio e l’obbligo di restituzione delle somme percepite.

No a ostacoli, ma…

“Lo scopo del progetto di legge non è ostacolare l’internazionalizzazione delle imprese; anzi, consente di sviluppare e ampliare le prospettive di mercato delle aziende stesse favorendo così la crescita dell’economia dell’intera regione. Il pdl mira alla salvaguardia dei livelli occupazionali che, pur avendo nel primo trimestre di quest’anno raggiunto e superato i livelli di occupazione precedenti la crisi economica del 2008, necessitano di essere costantemente sostenuti”, evidenzia il consigliere di Energie per la Lombardia Sabrina Mosca.

Minaccia delocalizzazione

“La delocalizzazione rappresenta oggi una grave minaccia che sta portando a un lento e profondo impoverimento delle risorse produttive ed occupazionali presenti sul territorio, con particolare riferimento alle imprese che operano nell’indotto, le quali si sono sviluppate per fornire materie prime, servizi, forza lavoro e competenze alle imprese delocalizzanti – ha evidenziato il consigliere di Energie per la Lombardia nella sua relazione – Quando un’azienda delocalizza porta oltre frontiera non solo gli impianti ed il proprio mercato, ma anche le conoscenze accumulate negli anni con il concorso determinante della manodopera italiana: tutte queste competenze vengono offerte ai lavoratori del Paese ricevente, che in questo modo crescono professionalmente senza doverne sostenere né i costi né la fatica”.

La nuova normativa potrebbe passare al vaglio del Consiglio regionale entro la fine della legislatura.

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