Ex discarica, il Comune di Rescaldina dice no al nuovo progetto
Il sindaco rescaldinese Gilles Ielo non ci sta: "Il nuovo protocollo non elimina il rischio che arrivi materiale contaminato"
Ex discarica di Cerro Maggiore, il Comune di Rescaldina si oppone al nuovo progetto di conferimento rifiuti inerti.
Ex discarica, Rescaldina non ci sta
Nelle scorse ore il Comune di Cerro Maggiore aveva esultato per l'accordo tombale e di recupero ambientale riguardante l'ex discarica: "Si rinuncia per sempre alla riapertura della discarica, ripristino ambientale dell'area depressa, realizzazione di un impianto fotovoltaico, realizzazione di una rotatoria sulla via San Clemente e contributo compensativo per il Comune di circa 350mila euro e riqualificazione del 'buco' in fossa come alternativa al progetto di ripristino ambientale" aveva annunciato il sindaco cerrese Nuccia Berra e la sua maggioranza.
Ma il Comune di Rescaldina dice no.
Ielo (Rescaldina): "No al progetto"
Il sindaco di Rescaldina Gilles Ielo interviene sulla questione e motiva il no del suo Comune al progetto:
"L’Amministrazione di Rescaldina nutre forte perplessità sul Protocollo d’Intesa relativo al polo Baraggia (ex discarica di Cerro) approvato dalla Giunta uscente di Cerro Maggiore, esprimendo la propria totale contrarietà al possibile accoglimento del progetto proposto, non solo per l’assenza di conformità rispetto al proprio Pgt, Piano di governo del territorio, ma anche per altri importanti aspetti. Il protocollo approvato dalla giunta di Cerro, peraltro, esprimerà la sua eventuale efficacia solo a seguito di una successiva convenzione tra le parti e soprattutto solo a seguito di approvazione di un analogo accordo anche da parte del Comune di Rescaldina. La realtà è che l’Accordo di programma firmato nel 1999 era già finalizzato alla 'chiusura definitiva della discarica, alla soluzione dei problemi connessi alla richiesta di attivazione del centro commerciale e agli interventi di ripristino di adeguate condizioni ambientali e di riqualificazione del polo Baraggia nei Comuni di Cerro Maggiore e Rescaldina'. I tentativi e i progetti di riapertura della discarica presentati negli ultimi anni sono sempre stati puntualmente respinti dagli Enti preposti alle autorizzazioni necessarie e dalle Amministrazioni Comunali, con provvedimenti amministrativi e sentenze che sono sempre state favorevoli agli Enti. La questione a nostro avviso non è quindi quella di 'mettere la pietra tombale' sulla possibilità di riapertura della discarica, già infatti determinata nel 1999, bensì quella di rispettare oggi le condizioni stabilite a suo tempo negli accordi sottoscritti per la riqualificazione ambientale del sito. Se in sede giudiziale abbiamo sempre sostenuto, vincendo, che i materiali da utilizzare per la riqualificazione ambientale devono avere caratteristiche tali da escludere ogni possibilità di rifiuto e/o materiale contaminato, risulta difficilmente accoglibile ora un progetto che prevede per il riempimento il conferimento di materiali inerti contaminati (Colonna B della Tabella dell’Allegato 5, alla Sezione Quinta, Parte IV, del D.lgs. 152/06). Seppur la normativa vigente ammetta detti materiali per il recupero ambientale, si ritiene che il riempimento possa avvenire solo con terre e rocce da scavo 'semplici', configurate in 'Colonna A', ossia materiali privi di qualsiasi componente inquinante. Il protocollo approvato da Cerro Maggiore, quindi, più che un’opportunità per i Cittadini di Cerro Maggiore e Rescaldina, pare invece concedere evidenti ed immotivati vantaggi economici a favore dell’operatore privato. Questo avverrebbe a discapito delle garanzie ambientali concordate e sottoscritte in passato a tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente, peraltro finora sempre sostenute da entrambe le Amministrazioni anche in tribunale, con ingenti spese legali".
"Problemi per il traffico"
Il primo cittadino rescaldinese si sofferma anche sul tema della viabilità:
"Oltre al problema dei materiali che verranno utilizzati per il riempimento, la seconda criticità riguarda il traffico: il progetto prevede infatti il passaggio di 7 camion all’ora per 10 anni, con un conseguente aumento dell’inquinamento dell’aria e un alto rischio sull’effettivo monitoraggio dei materiali conferiti nei limiti di legge previsti. Gli interventi proposti a mitigazione degli impatti viabilistici, ovvero la sola realizzazione di una rotonda su via S. Clemente, risolverebbe le criticità per il solo Comune di Cerro Maggiore, ma non avrebbe praticamente nessun effetto positivo sulla strada Saronnese, già oggetto di un traffico consistente, che aumenterebbe notevolmente a causa di questo intervento. In tal senso il Protocollo prevede per il Comune di Rescaldina soltanto indicazioni pressochè effimere, impegnando la società 'ad indicare ai conferitori il tragitto che questi dovranno utilizzare, attraverso le vie pubbliche, per accedere all’Area', senza una reale analisi delle possibili azioni mitigative e delle rispettive soluzioni. Anche la contestuale risoluzione degli attuali rapporti convenzionali con l’operatore privato, con restituzione delle garanzie fideiussorie ai Comuni, alla luce della prossima udienza prevista per la prossima estate, risulta poco in linea con le posizioni sin qui assunte dai Comuni, mettendo a rischio le garanzie faticosamente conquistate nel 1999 tramite una vera e propria lotta civile per la tutela della salute del territorio".
Le conclusioni di Rescaldina
Così Ielo conclude il suo intervento contro il nuovo protocollo d'intesa:
"Alla luce delle problematiche evidenziate si tiriene quindi il Protocollo d’Intesa approvato dal Comune di Cerro non idoneo a tutelare adeguatamente gli interessi dei cittadini. Auspichiamo infine che si possa tornare a lavorare insieme per soluzioni alternative che garantiscano la tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente".